IL PORTIERE DEL FUTURO: SALVATORE SIRIGU DA SINISCOLA A PARIGI, VESTENDO ANCHE LA MAGLIA DELLA NAZIONALE ITALIANA

 

Salvatore Sirigu gioca nel Paris Saint Germain


 
redazione Tottus in Pari

Salvatore Sirigu è stato l’unico spicchio di Sardegna immerso nell’azzurro della nazionale ai campionati europei di Polonia e Ucraina. Il portiere del Paris Saint-Germania, originario di La Caletta, a due passi da Siniscola, a 25 anni è considerato “il portiere del futuro”. Lo dicono gli esperti e gli addetti ai lavori, lo dice il mercato, che lo valuta almeno quindici milioni di euro. Una fortuna, rispetto agli appena 3,5 milioni sborsati l’anno scorso al Palermo dalla squadra allenata da Carlo Ancelotti. Per Sirigu, atterrato nel mondo del grande calcio dopo aver vestito le maglie di Posada, Siniscola e Puri e Forti Nuoro, è un ulteriore motivo di soddisfazione.

Gigi Buffon ha detto pubblicamente che lei, Hart, e Neuer siete i tre portieri che segneranno il prossimo decennio. Un bel complimento. «Sì, certo, è una cosa che mi ha fatto molto piacere. Lui è un punto di riferimento per tutti, un grande portiere e un grande leader».

A sentire quelle parole le avranno tremato le gambe. «No, ripeto, mi ha fatto piacere e spero solo che abbia ragione».

Com’è allenarsi con il più grande portiere dell’ultimo decennio?  «Potersi allenare con Buffon e stare per un mese a contatto con lui è una cosa che arricchisce, vedi da vicino l’impegno e la meticolosità che mette nel preparare gli impegni. E’ un’esperienza che mi ha certamente aiutato e che mi servirà per il futuro. Lui è davvero un punto di riferimento per tutti, perché trova sempre una parola per tirarti su ed è una persona amabile».

Cinque anni fa lei aveva vent’anni e giocava in C1. Avrebbe mai pensato di far parte della spedizione azzurra per Euro 2012? «No, a quei tempi certamente non mi sarei mai aspettato di far parte del gruppo della nazionale e di arrivare con la squadra sino alla finalissima».

Invece c’è arrivato, dopo una scalata partita nella Primavera del Palermo, proseguita in C1, in A e infine nel campionato francese. Come è stato il suo europeo? «E’ stata un’esperienza fantastica. E’ difficile provare l’emozione che si prova a indossare la maglia dell’Italia e a partecipare a una competizione importante come i campionati europei. Tra l’altro ho avuto la fortuna di far parte di un gruppo bellissimo, molto affiatato che non a caso è riuscito ad andare oltre ogni aspettativa. Noi ci credevamo, ma sono sicuro che all’inizio degli europei nessuno in Italia avrebbe mai immaginato che saremmo riusciti a raggiungere la finale».

Prima della partita con l’Inghilterra ha detto che Wayne Rooney, dopo Messi e Cristiano Ronaldo è il miglior giocatore del mondo. Ne è sempre convinto? «Sì, Rooney è un giocatore di altissimo livello, un attaccante assolutamente completo».

Com’è il campionato italiano visto dall’estero? «E’ sempre un campionato interessante e molto combattuto».

Il campionato francese è meglio di quello italiano? C’è stato il sorpasso di cui molti parlano? «Non saprei, sinceramente. Io mi trovo bene dove sono e credo che siano due campionati altamente competitivi».

Pensa di tornare in Italia, prima o poi? «Al momento non ci penso proprio. Sto facendo un’esperienza importante con una grande squadra e sono concentrato soltanto su quello».

Il calcio sardo non attraversa un grande momento. Lei segue qualcosa? «Sì, certo seguo il Cagliari e soprattutto mi sento spesso con Davide Astori, con cui sono in ottimi rapporti. Ma non è l’unica cosa che seguo…».

Cos’altro le interessa del calcio sardo? «Seguo le gesta di un gruppo di miei amici della Caletta, grandi appassionati di calcio, che l’anno scorso hanno formato una squadra e l’hanno iscritta alla Terza categoria. E hanno fatto un grande campionato. E’ una cosa fantastica, è pura passione per il calcio. Forza La Caletta!».

 

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