SCOMPARE MICHELE COLUMBU: SCRITTORE, UOMO POLITICO E SINDACO-MARATONETA PROTAGONISTA DI UN'EPICA PROTESTA NEL 1965

Michele Columbu


di Cristoforo Puddu

Il ruolo del sindaco, nell’ordinamento italiano attuale, oltre a rappresentare da primo cittadino il governo di un comune ne è responsabile amministrativo. In sintonia con il prefetto, previa comunicazione e atto motivato, esercita le numerose funzioni attribuite per legge e che vanno dalle competenze in materia di sicurezza ed ordine pubblico a quelle di autorità sanitaria locale (in caso di emergenze sanitarie e di igiene pubblica) e a tutte quelle attribuzioni di effettivo ufficiale del Governo; dunque una posizione impegnativa e delicata nel sovrintendere -in modo diretto- al funzionamento di tanti basilari servizi locali. Possiamo solo immaginare -nonostante il grave momento economico che attraversa la società odierna- cosa poteva significare essere il sindaco di un paese dell’area interna nella Sardegna degli anni Sessanta, quando l’allora primo cittadino di Ollolai, il professore di lettere Michele Columbu, denunciò l’impotenza a dover amministrare in una condizione di estrema miseria (“la miseria non si amministra”) e di inerzia della classe politica, persa nelle  sabbie mobili  delle lungaggini burocratiche. Il sindaco Columbu tenta di sollecitare l’indifferenza degli organi regionali nei confronti della sua comunità e denuncia una condizione di colonia, che non ha perso di attualità: “Ora le tribù della montagna sono come le riserve indiane dei western, e c’è l’agente indiano del governo, che li frega”. Ai numerosi appelli che alimentano solo “immense montagne di carta” e alle continue mancate risposte della politica e delle istituzioni decide “per fare un po’ di chiasso ma senza offendere nessuno, neanche le Leggi”, di intraprendere una singolare iniziativa. Nella primavera del 1965 inizia una marcia di protesta per le strade di mezza Sardegna fino a raggiungere Cagliari, sede della “sordità” regionale. L’impresa -audace, “rivoluzionaria” e con 500 Km percorsi in circa una settimana- suscita grande interesse tra l’opinione pubblica e soprattutto risveglia l’attenzione della “distratta” e “sonnolenta” classe dirigente sarda verso le aree interne dell’Isola. Il protagonista della “marcia su Cagliari” è nato a Ollolai l’8 febbraio del 1914. Sardista e lussiano viene eletto consigliere comunale del suo paese già nel 1948, ma nonostante la sincera stima personale verso Emilio Lussu non lo seguirà nella storica scissione dal Partito Sardo d’Azione; anzi “amareggiato e a disagio per ciò che era successo” abbandonerà l’Isola per la Lombardia. Fino al 1964, anno del rientro in Sardegna con docenza a Cagliari, insegnerà a Milano e Monza. Michele Columbu, autodefinitosi “un pastore per pura combinazione laureato”, da profondo conoscitore delle problematiche del mondo agropastorale si attiva anche nella mobilitazione dei pastori che, nel 1966, organizza in associazione regionale (Arpas); diverse rivendicazioni saranno accolte dalla Commissione parlamentare d’inchiesta e si tradurranno nella legge che regolamenterà l’affitto dei fondi rustici. Esponente di primo piano nel Partito Sardo d’Azione, di cui è stato segretario e presidente negli anni del “vento sardista”, ha rappresentato la Sardegna nelle istituzioni sia da deputato al Parlamento italiano (eletto nel 1972 da indipendente nelle liste del PCI, in rappresentanza del PSd’Az, ricoprì la carica di vicepresidente della XI Commissione Agricoltura e Foreste) che al Parlamento europeo (eletto nel 1984 nella lista Federalismo Europeo dei Popoli). Da segnalare la breve parentesi da sindaco di Cagliari nel 1980. Il Columbu scrittore -“raffinato e colto, con un linguaggio carico di deflagrazioni umoristiche e dalle grandi capacità allusive, impregnato di immagini ardite, di metafore, di parabole, di simboli e di proverbi”- è autore di numerosi racconti, della raccolta di racconti L’aurora è lontana (1968), del romanzo Senza un perché (1992) e saggi in limba. L’ultimo grande storico patriarca e “maratoneta” del sardismo è morto nel  suo “eremo” di Capitana questa notte. Tiu Micheli -Babbai de tottu sos Sardos- adiosu!

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