L’ULTIMA FATICA LETTERARIA DI MARIUCCIA GATTU SODDU RACCONTA IL VIAGGIO ESISTENZIALE DI UN SARDO FUORI DALL’ISOLA: UNO SPACCATO DI ORUNE DAGLI ANNI 20 AGLI ANNI 60

di LUCIA BECCHERE

“La storia di un emigrante sardo dall’isola al continente” – Tracce per la Meta edizioni – è l’ultima fatica letteraria di Mariuccia Gattu Soddu, orunese di nascita ma nuorese di adozione, che ha al suo attivo diverse pubblicazioni di successo. Il testo è un viaggio poetico e umano di Antonio Maria Pala, il protagonista di cui l’autrice riesce a cogliere con garbo ed eleganza le pieghe più nascoste dell’anima.

Insegnante elementare, poetessa e scrittrice dotata di sensibilità e di conoscenza, Mariuccia descrive con cura e rispetto la formazione umana ed esistenziale del protagonista bambino fino a divenire adulto. Sono pagine permeate di un profondo attaccamento al suo paese d’origine che ripropongono gli anni ormai trascorsi di cui rimane solo lo struggente ricordo reso più bello e più prezioso perché filtrato nel tempo e nella memoria. Un invito a tutti a serbare vivo questo vissuto, patrimonio di ogni uomo, insegnamento ai giovani per non dimenticare, nella certezza che tutto passa ma il ricordo resta.

E’ lo spaccato del suo paese, Orune, che comprende un lasso di tempo che intercorre fra gli anni 20  e gli anni 60. Parla di cultura, di tradizione, del sentire quotidiano che anima la sua gente e che poco si discosta dal vissuto dagli altri paesi della Barbagia, tutti accomunati da secolari proiezioni ancestrali che hanno contribuito a formare il tessuto antropologico di quelle comunità. Pregiudizi, preconcetti oggi anacronistici, che tuttavia hanno determinato scelte e condizionamenti di chi, senza colpa, li ha dovuti subire. Frutto di una morale distorta certo, ma dura a morire perché spesso, ancora oggi, l’apparire prevale sull’essere come nel caso del nostro protagonista che si trascina il peso del giudizio della società del tempo perché figlio di madre ignota. Peso temperato dall’amore per il suo paese, amore che si alimenta di affetti e paesaggi lirici che evocano sentimenti così nobili e delicati che solo la poesia può veicolare concedendo spazi inenarrabili alla bellezza e al canto. Sono paesaggi che si elevano a sentimenti talmente profondi che l’elemento naturale si fonde con l’elemento umano in un rapporto quasi di simbiosi caricandosi di significati profondi. Anche chi scrive partecipa al sentire del suo personaggio, in quanto parte integrante degli eventi perché l’umanità compie sempre lo stesso viaggio, si ripropone allo stesso modo, con la stessa intensità e da cui nessuno, nel ben e nel male ne esce immune.

Mariuccia Gattu Soddu si dedica da anni alla scrittura, conosce perfettamente tutte le nuances della vita, grazie alla sua lunga esperienza da insegnante quando si è trovata ad educare e formare quel prezioso materiale umano che sono i bambini, a cui tanto ha dato ma che tanto l’hanno arricchita. Il suo raccontare è pervaso di sensibilità e amore perché dello scrivere e del raccontare possiede tutte le abilità letterarie atte a toccare le corde del lettore che si accosta alle sue pagine con interesse e passione.

Nel testo si evincono i valori forti e radicati che si porta dentro, la famiglia, la fede, l’amore vero che è libertà. Ma c’è tanto altro ancora, il fatalismo, su disterru, amore per la propria Itaca, il lavoro, le tradizioni e la spiritualità della morte con il suo mistero e l’accettazione cristiana della stessa.

Il testo è impregnato di lirismo e la narrazione si propone molto coinvolgente perché carica di una partecipazione emotiva non comune, il lettore si stringe al protagonista e condivide i suoi avvenimenti fino alla fine. Un sentimento profondo si snoda lungo le pagine di questo racconto autobiografico dove l’autrice ha voluto rendere giustizia ad un caro nipote nel dare voce ad una verità a lungo negata e alterata dalle narrazioni popolari tramandate ai bambini nei racconti della sera dinanzi al camino acceso.

Una bellissima testimonianza di scrittura raffinata e poetica che riaffiora lungo le pagine del libro e che da cornice alla storia.

Il libro, oltre essere corredato dalla dotta prefazione di Maria Grazia Selis Moro, è arricchito da altri due racconti che riportano pagine suggestive dove il frequente intercalare del dialetto orunese dal timbro inconfondibile, rende le storie connotative della società del tempo.

Aggiungi ai preferiti : Permalink.

Un commento

  1. Maria Rosaria De Santis

    Io l’ho letto

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *