CANTARE LA SARDEGNA IN CHIAVE REGGAETON: LA MUSICA PER LAURA SPANO, TRA CONSERVATORIO E LA SCUOLA MOGOL

Laura Spano nella foto di Santino Virdis
di ALESSIA ANDREON

La cantante mogorese Laura Spano ha attestato la nascita di un nuovo originale genere musicale nato dal mix tra sonorità e parole di culture sorelle. In questa intervista ci racconta le sue passioni, di come sia riuscita a creare un sound inconfondibile e ci anticipa che presto inizierà a lavorare al nuovo singolo.

Laura, com’è nata la tua passione per il canto? La musica è sempre stata la mia passione, ma sotto forma di ballo; infatti ho danzato per tredici anni. Dieci anni fa sono entrata a far parte di uno spettacolo etnico sardo come ballerina e dopo circa tre anni mi hanno proposto di sostituire la cantante perché, oltre al ballo, mi piaceva cantare ed essendo abbastanza spigliata potevo anche presentare. Da lì è iniziata la mia avventura come cantante sarda e, nel frattempo, ho continuato gli studi e mi sono diplomata. Due anni fa ho fatto l’ammissione al Conservatorio di Cagliari sia per canto jazz che per lirica, perché sentivo la necessità di studiare e formarmi. Pur avendole superate entrambe, per questione di tempistica nelle iscrizioni ho optato per la lirica, scoprendo che mi piace da morire, anche se il primo amore rimane il canto tradizionale, inteso in chiave moderna come etno-pop, non il classico canto in Re o ballo sardo.

Il tuo ultimo lavoro, Una carigna del dolor, come già il brano Ehia uscito a giugno 2018, hanno il sapore reggaeton da ballata estiva. Come si sposano la musica sarda e il ritmo da tormentone? Effettivamente è un’assoluta novità. Nessun artista sardo si era mai cimentato in questo esperimento di commistione ma ho cercato di unire le mie due passioni, il ballo latino americano e il canto tradizionale, con l’aiuto di Nicola Cancedda che ha scritto le parole di entrambi i brani; il risultato è stato sorprendente: un reggaeton in sardo, fresco e ballabile, molto estivo. Effettivamente sembra strano che una cantante lirica canti anche reggaeton, ma l’esperimento mi piace, quindi mentre in estate mi concentro sulle esibizioni in giro per le piazze con lo spettacolo di Giuliano Marongiu, d’inverno mi dedico alla sperimentazione dei brani.

Come è stata l’esperienza alla famosa Scuola di Mogol? Il Centro Europeo di Toscolano, nota come Scuola di Mogol, è stata sicuramente un’esperienza di vita, ma la scuola che mi sta formando maggiormente come cantante rimane il conservatorio; quella del CET è stata una sola settimana di formazione improntata sulla musica leggera, che però io ho abbandonato da tempo per quella tradizionale, quindi mi ha arricchito ma non quanto lo studio del canto lirico.

Quali sono i tuoi progetti futuri? Il mio sogno è sicuramente quello di laurearmi e insegnare. Purtroppo per intraprendere la carriera teatrale avrei dovuto iniziare a studiare molto prima, 27 anni sono già troppi! Ho iniziato a insegnare canto moderno alla scuola civica di Villasor e vorrei ovviamente continuare a cantare in sardo e fare concerti. A inizio anno mi metterò al lavoro per il prossimo singolo che sarà sicuramente più melodico, una doppia novità!

per gentile concessione de https://www.arborense.it/

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