I NUORESI MARTIRI DELLA GRANDE GUERRA E IL SINDACO-SOLDATO MICHELE PAPANDREA PROTAGONISTA DEL VOLUME DI MARINA MONCELSI

di LUCIA BECCHERE

Il libro di Marina Moncelsi “Michele e gli altri. Un sindaco tra i caduti nuoresi della grande Guerra”, Aipsa edizioni, ha visto la luce proprio nel centenario della fine della Grande Guerra 19141918. L’autrice, presidente dell’ISTASAC (Istituto per la Storia dell’Antifascismo e dell’Età contemporanea della Sardegna centrale) e che ha all’attivo altre pubblicazioni, ha voluto raccontare lastoria esemplare di Michele Papandrea (1881-1918) sindaco di Nuoro nel 1915, che rinunciando all’immunità concessagli per il ruolo istituzionale che ricopriva, si è arruolato volontario per compiere «fino in fondo il proprio dovere », scelta che lo ha consegnato alla storia e alla morte a soli 37 anni,Medaglia d’argento al Valore militare. La studiosa ne descrive con sensibilità e partecipazione la sua breve ma intensa vita, mettendone in risalto il senso civico che ha fatto di lui un grande uomo elevandolo a simbolo ed esempio di raro attaccamento alla famiglia, alla sua gente e alla patria. Il suo pensiero era perennemente rivolto a ciò che aveva lasciato in sospeso senza che mai in lui venisse meno la speranza di riprendere in mano la propria vita, come attesta una lettera indirizzata al fratello Francesco a cui chiede di provvedere alla sistemazione della sua casa dove sarebbe voluto andare a vivere con la sua amata Amelia, sogno purtroppo mai coronato. Dalle pagine del libro – presentato lo scorso 15 novembre alla Camera di commercio e accompagnato da un breve video curato da Gigi Olla – si evince anche la società del tempo quando Nuoro poteva vantare personaggi come Sebastiano Satta e Attilio Deffenu con i quali Michele Papandrea aveva assidue frequentazioni, condivideva le serate e si confrontava sulle idee.

La ricerca della Moncelsi non è solo mirata al nostro illustre concittadino, uomo di grande umanità, anti militarista convinto che decide di arruolarsi perché«Nel caso di legittima difesa / è lecito ad ognun l’armi imp ugna re…» come si legge in una ottava riportata nel testo, ma il suo intento è anche quello di dare un nome ai tanti nuoresi che come lui sono rimasti vittime della guerra o delle sue conseguenze per sottrarli all’oblio restituendo loro una onorevole collocazione nella storia e la dignità di una sepoltura. La ricercatrice riporta di ognuno un profilo il più possibile fedele e rigoroso senza cadere nel freddo nozionismo e ce li consegna permeati di umanità e verità nel dire come, quando e dove questi figli di Nuoro hanno incontrato la morte, i luoghi di sepoltura e talvolta perfino gli ultimi istanti prima del trapasso. Ce li restituisce a traverso cenni biografici, fogli matricolari, foto, cartoline,lettere e telegrammi dove palpitano attese, timori e speranze, ma anche attraverso laconiche frasi che sigillano la fine di ogni speranza.

per gentile concessione de https://www.ortobene.net/

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