IN ARRAMPICATA TRA I MONTI DI DESULO (SCRIGNO DI TRADIZIONI ULTRASECOLARI) DOVE RISPLENDE UN ABITO DI RARA BELLEZZA

di COSTANZA LODDO

Incastonato tra i rilievi più alti della Sardegna, Desuloè un antico borgo montanaro che sorge al confine tra la storica regione del Mandrolisai e la Barbagia di Belvì.Questo affascinante paesino – fortemente ancorato al mondo agro-pastorale e della transumanza – si inerpica a oltre 900 metri d’altitudine, stringendosi forte alle braccia del Gennargentu. Qui, è la scenografica natura della montagna a segnare il lento mutare delle stagioni e ad accogliere il visitatore con paesaggi incontaminati, che avvolgono l’anima ad ogni respiro: i colori dei boschi in autunno, il silenzio della neve in inverno, il verde delle foreste in primavera, e le fresche sorgenti d’estate. A Desulo,da sempre, la montagna è uno stile di vita e rifugio per il centro abitato, in cui si fondono i tre antichi rioni di Asuai, Ovolaccio e Issiria, un tempo separati e adesso uniti dalla strada Desulo – Fonni. Prezioso è il centro storico,dall’architettura tipicamente montana, che pare una finestra su scorci immutati nel tempo: gli stretti viottoli si stringono intorno a deliziose casette in scisto, con ingressi e finestre colorati d’azzurro, da cui spuntano i balconi in ferro battuto. Questo borgo montano è noto in tutta l’Isola per essere scrigno di tradizioni ultrasecolari che si rinnovano nella vita della comunità: le donne del paese, specie le più anziane, sfoggiano ancora i raffinati abiti tradizionali, indossati anche nella quotidianità, e non solo per le feste principali. Ricamato con pregiati tessuti, quali velluto, damasco e scarlatto, l’abito di Desulo, dai colori così accesi, è un simbolo identitario di rara bellezza, tra i più eleganti e i più particolari della Sardegna: anche sul meraviglioso copricapo – “su cuguddu” –primeggiano il rosso, l’azzurro e il giallo, un omaggio ai colori delle tre Barbagie di Ollolai, Belvì e Seulo, terre attraversate dai pastori desulesi durante la transumanza. Desulo è celebre, inoltre, per le affascinanti celebrazioni religiose che scandiscono il tempo nel paese e che si contraddistinguono per le emozionanti processioni delle prioresse, pie donne in costume sardo: oltre ai festeggiamenti in onore di Sant’Antonio Abate, patrono del paese, a quelli per San Sebastiano, ai riti della Settimana Santa e alla festa per San Basilio, particolarmente suggestiva è la festa della Madonna delle Neve, in cui un lungo corteo si muove dall’abitato per raggiungere la chiesetta in onore della Madonna, eretta nella suggestiva cornice del passo di Tascusì, il valico automobilistico più alto della Sardegna. Desulo,però, è anche la terra natia dell’illustre poeta Antioco Casula, in arte Montanaru, che qui nacque nel 1878 e al quale è intitolato un premio letterario che coinvolge numerosi poeti sardi e che si svolge agli inizi di novembre, proprio in occasione di Autunno in Barbagia.

«Fiero e rude, in mezzo ai castagni secolari,stai o mio paese, affezionato alle usanze di una volta, generoso, ospitale con gli estranei». Con queste parole, il poeta in lingua sarda più importante del Novecento omaggiava il suo paese, il cui nome – in sardo “Esulu”o “Desulu”– è probabilmente di origine preromana. Alcuni studiosi lo collegano al termine fenicio “desce”,ossia “erba o pascolo”,altri, invece, lo legano al termine nuragico “esulue”, ossia “luogo solitario riparato dal vento”.

Il passato di Desulo ha origini antichissime che si raccontano tra storia e leggenda. Interessante è quella che lega la sua fondazione ad un gruppo di esuli calmedi che, fuggiti dalle loro terre poiché perseguitati dai Goti, si rifugiarono sul Gennargentu e diedero origine a una nuova città, chiamandola “Exul”, ossia “esilio”.Al di là del fantasioso racconto, il territorio di Desulo fu davvero un rifugio per l’antico popolo dei Sardi, che si stabilì su questi monti sin dal Neolitico: a raccontarci la vita di questa magica civiltà sono i numerosi ritrovamenti di ossidiana e di ceramica, avvenuti in località “S’Iscra”. Non mancano, poi, le domus de janas, tombe dei giganti, necropoli nuragiche, come quella di “Sa Tanchitta”, e vari nuraghi, tra cui quello di “Urade Sole” che sorge a 1331 metri di altezza e si afferma come il più alto di tutta la Sardegna. Le prime notizie sull’attuale abitato risalgono, però, al Medioevo, quando il centro di “Esule”compare nei primi documenti scritti e fa parte della curatoria del Mandrolisai, all’interno del Giudicato di Arborea (XII secolo). Successivamente, iniziato il governo degli Aragonesi, Desulo fu inserito nel patrimonio regio e gli abitanti mantennero il privilegio di essere amministrati da un rappresentante locale. Tale libertà, tuttavia, si interruppe con l’arrivo degli Asburgo, prima, e dei Savoia, poi, quando anche Desulo conobbe il giogo feudale, da cui si liberò definitivamente nel 1838. Il Novecento apre una nuova fase della storia di Desulo,e specie della sua economia: il fascino delle bellezze naturali, le eccellenti produzioni e la ricchezza delle tradizioni locali sono state il volano per tramutare il borgo in una fiorente meta turistica montana. La montagna come stile di vita,tradizioni ultrasecolari, forte spiritualità e le regioni storiche della Barbagia racchiuse in un bellissimo abito: ecco perché arrampicarci in questo paese, le cui attrazioni sono variegate. Al di là dei numerosi siti archeologici, – tra cui il più interessante e meglio conservato è la tomba dei gigantiSa Sedda ’e Sena” – il fascino di Desulo è principalmente racchiuso nel suo borgo e negli antichi rioni, ognuno dei quali conserva una propria particolarità che sfocia in pregiati luoghi di culto.Ad Asuai potrete ammirare la chiesetta di San Sebastiano, costruita nel XVI secolo in forme tardo-gotiche, le cui tracce sono ben visibili nella cornice ad archetti in cima alla facciata. Ad Ovolaccio, invece, svetta la graziosa chiesa della Madonna del Carmelo, costruita nel 1858, che custodisce una statua di San Basilio del XVI secolo. Nel centro di Issiria, infine, si trova l’antica parrocchiale di Sant’Antonio Abate, una bella struttura del XVI secolo che vanta preziosi arredi e sculture. Tappa obbligata è, poi, la casa – museo Carta che propone un suggestivo percorso alla scoperta delle attività produttive e dei magnifici costumi del paese. Infine, merita una menzione speciale la casa natale del poeta Antioco Casula che oggi ospita il museo etnografico Casa Montanaru, al cui interno si trova la biblioteca – studio e l’archivio con le lettere dello scrittore: l’esposizione si articola in diverse sale dedicate al lavoro dei pastori, contadini,artigiani, all’arte della tessitura e, ancora, alla panificazione e all’abbigliamento tradizionale desulese.

Attrazione regina di Desulo è, però, la sua magnifica natura che offre scorci incantati, dove valli e rilievi si abbracciano.I boschi di noccioli e castagni ammantano le montagne e tra alberi secolari di lecci, tassi, querce e meravigliose specie endemiche, come la delicata rosa di montagna,si snodano numerosi sentieri che dal paese conducono a queste bellezze: qui, si possono incontrare varie specie faunistiche, quali il muflone, il gatto selvatico, l’aquila reale, il falco pellegrino e il culbianco. Lungo i sentieri di montagna,tra i numerosi percorsi di trekking, non è raro imbattersi nelle “pinnettas”,antiche dimore in pietra impiegate come ricoveri dagli allevatori e simbolo della cultura pastorale.Oltre il magnifico valico di Tascusì, nei pressi del quale vi sono un rifugio e la già citata chiesetta della Madonna della Neve, si giunge alla valle del rio Aratu, area di grande interesse naturalistico, che porta alle vette più alte del Gennargentu: passando dal rifugio S’Arena si sale sino al monte Bruncu Spina. Altra per la naturalistica locale è il panorama che si ammira dalla vetta più alta della Sardegna, la punta La Marmora, dove lo sguardo si estende sino al mare: poco più in basso, si trovano i ruderi del rifugio La Marmora, costruito al principio del Novecento in onore del generale Alberto Ferrero La Marmora, che scrisse i famosi resoconti dei suoi viaggi nell’Isola, durante l’Ottocento. Come non menzionare, poi, l’area di “Su Toni de Girgini”,una rupe calcarea ricoperta dalla foresta incontaminata di Girgini, e il magnifico tacco calcareo di “Genna Ergas”.

Desulo attrae anche a tavola, dove i sapori sono quelli genuini dei boschi e della montagna: rinomati sono i salumi, i formaggi, l’arrosto, ma anche i prodotti della panificazione, tra cui spicca il “panecicci”, chiamato anche “spianata di Desulo” o “supane de ’esulu”. Qui, perdurano antiche lavorazioni artigianali, quali il ricamo, la tessitura, l’intaglio del legno, la cereria artigianale, e, ancora,la produzione di scarpe e coltelli, e la lavorazione della pelle: oltre a “su cuguddu”, il famoso copricapo femminile, altro prodotto desulese è “sa bertuledda”, una piccola bisaccia in stoffa.

sul sito https://www.vistanet.it/

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