PRIMA PARTE DEL RESOCONTO DEL CONVEGNO SU “DUE PADRI DELLA PATRIA: EMILIO LUSSU, SILVIO TRENTIN” TENUTOSI A SAN DONA’ DI PIAVE (VENEZIA)


di Paolo Pulina

Il progetto FASI “Centenario della Grande Guerra nei luoghi della Memoria” nei comuni della Battaglia del Piave è stato avviato nel 2008: nei giorni 20-24 giugno di quell’anno, nel novantesimo anniversario della Battaglia del Solstizio (o seconda Battaglia del Piave), grazie all’intervento della FASI, in collaborazione con il Comitato di 131 Comuni della Sardegna (cioè dei luoghi d’origine delle 138 vittime sarde di quella battaglia),  furono collocati  cippi commemorativi nei comuni di Fossalta di Piave e di Musile di Piave e fu eretto un monumento ai caduti della Brigata “Sassari” a Losson della Battaglia, frazione del comune  di Meolo.

Il progetto è idealmente proseguito sabato 16 aprile 2016 con il convegno su “Due padri della  patria: Emilio Lussu, Silvio Trentin”, tenuto a San Donà di Piave (Venezia), presso l’Auditorium Centro Culturale “Leonardo da Vinci”,  per  l’organizzazione  della FASI, dei Comuni di San Donà di Piave, di Musile di Piave, di Fossalta di Piave e di Meolo; in collaborazione  con il Centro  Documentazione e Ricerca Silvio/Beppa/Giorgio/Franca/Bruno Trentin  e con i Musei Civici Sandonatesi; con il patrocinio della Regione Veneto, della Regione Autonoma della Sardegna, del Comitato regionale  veneto  e  del Comitato  regionale sardo per il Centenario della Grande Guerra.

Davanti a un folto pubblico (erano presenti anche gli studenti e i docenti di alcune classi dei due  Licei cittadini: scientifico “Galileo Galilei” e  classico “Eugenio Montale”), ha aperto i lavori Aldo Accardo, Ordinario di Storia Contemporanea nell’Università degli Studi di Cagliari ma anche  presidente della Fondazione Istituto Storico “Giuseppe Siotto”, presidente del Comitato Sardo Grandi Eventi; presidente del Comitato Sardo per il centenario della Grande Guerra (in quest’ultima veste ha coordinato 10 corsi di storiografia e didattica della storia, rivolti ai docenti delle scuole medie superiori, su come “insegnare la Grande Guerra”, confrontando i diversi manuali e argomentando soprattutto questioni che i manuali danno per scontate: quando è  cominciata e soprattutto quando è finita la Grande Guerra? Chi l’ha vinta e chi l’ha persa?). 

Accardo ha avuto parole critiche nei confronti della «retorica della memoria» che fa comodo a un «ceto politico inadeguato», poco incline a confrontarsi seriamente con la storia e con le domande  

tipiche dell’ “educazione problematizzante” che egli ha posto al centro dei suoi saggi e delle sue lezioni nelle scuole. Ancora una volta, contro una «sardità mitica» ha citato le parole  di Emilio Lussu: «Noi sardi non siamo né migliori né inferiori rispetto agli abitanti di altre regioni». Il convegno offre l’opportunità di ragionare sulle tematiche dell’autonomia e del federalismo approfondite  sia da Lussu sia da Trentin sia pure con visioni diverse.

Il coordinatore dei lavori Marzio Favero, presidente del Comitato scientifico della Regione Veneto per il Centenario della Grande Guerra, sindaco di Montebelluna, ha dato quindi la parola ai vari  rappresentanti istituzionali.

Serafina Mascia, presidente della  FASI, ha rievocato le iniziative organizzate  dalla  FASI nel 2008

in collaborazione con 131 Comuni sardi (onorati di poter tenere vivo il ricordo dei loro giovani morti, 90 anni prima, per la patria, e di poter conoscere la collocazione delle loro  tombe), con sette circoli della  Circoscrizione Nord Est e con la partecipazione attiva delle comunità dei paesi della Battaglia del Piave dimostratesi “custodi” di  un forte legame affettivo per quegli eroici  “ragazzi di Sardegna”, usciti  dall’isola per la prima volta per essere  mandati a difendere dal  nemico territori sconosciuti  e per questo inquadrati in una Brigata di corregionali come la “Sassari”, che attutì i problemi di acclimatamento ma che li spinse a competere negli atti di valore, a rischio, quasi sempre, della vita. Dopo il convegno (al quale hanno plaudito, per la Regione autonoma della Sardegna, il presidente del Consiglio, Gianfranco Ganau, e l’assessore alla Cultura, Claudia Firino)  il legame di   gemellaggio storico-culturale fra le regioni Veneto e Sardegna potrà  continuare con gli scambi di studenti. Lodevole la presenza di tre insegnanti sarde al convegno: Lucia Cocco e Vincenza Senette del Liceo scientifico “Enrico Fermi” di Nuoro; Cinzia Giovenali,  dell’ ITCG “Falcone-Borsellino” di Palau.

Il sindaco di Fossalta di Piave, Massimo Sensini,  ha auspicato che si lavori per far venire alla luce la «miniera di informazioni» depositata presso la comunità locale e si è augurato che il ricordo  valorizzi le testimonianze “fossaltine” lasciategli da personalità come Ungaretti e Hemingway.

La sindaca di Meolo, Loretta Aliprandi,  ha messo in evidenza che Lussu e Trentin, che avevano combattuto valorosamente durante la prima guerra mondiale, furono tra i pochi intellettuali italiani che scelsero l’esilio volontario (nel loro caso, in Francia), rinunciando quindi a una tranquilla vita “borghese”,  per affermare il valore della libertà, conculcata da un regime come quello fascista.  

Alferio Persico, assessore del Comune di Musile di Piave, ha sottolineato che Lussu e Trentin dedicarono la loro vita alla causa democratica, a quell’idea di federalismo che a loro appariva la via più giusta per contemperare le esigenze di uno Stato nazionale e i diritti delle comunità locali.

Gianluca Forcolin, oggi vicepresidente della Regione Veneto, nel 2008 sindaco di Musile di Piave, contro coloro che  criticano il notevole investimento della  Regione Veneto  (20 milioni di euro) per le iniziative di commemorazione del centenario della Grande Guerra, ha ripetuto che sono nate durante le Grande Guerra molte invenzioni tecniche e tecnologiche che la grande massa ignora anche se sono alla base di molti “confort” moderni e attuali. Ha citato Guido Ceronetti: «La Grande Guerra non è finita». In Veneto ci sarà nel 2018 il raduno nazionale dei bersaglieri. Da “Un anno sull’Altipiano” ha citato il passo in cui Lussu descrive il momento in cui i soldati dovevano abbandonare la “sicura” trincea e gettarsi all’attacco dello sconosciuto nemico: «[…] tutte le mitragliatrici ci stanno aspettando». Di Lussu e Trentin non si può dimenticare l’invito a “rimboccarsi le maniche” rivolto rispettivamente al popolo sardo e al popolo veneto.

(Nota. Per la  Regione Veneto era presente anche la consigliera  Francesca Zottis).

Il sindaco di San Donà di Piave, Andrea Cereser, ha raccontato il gustoso episodio del suo primo incontro ad Arborea con un discendente, parlante veneto, della ampia comunità di veneti lì stabilitisi al tempo della costruzione della città durante il fascismo (non a caso il nome originario era Mussolinia) che fu concepita come centro urbano della bonifica della piana di Terralba. Nel suo percorso sardo ha visitato anche Fertilia, luogo anch’esso “bonificato” da migranti veneti. Nell’isola dell’Asinara ha appreso che, durante la prima guerra mondiale, vi furono rinchiusi 23mila prigionieri austriaci (per tifo e colera ne morirono oltre 7.000).

In chiusura sono da citare le persone che, oltre i sindaci dei Comuni, hanno produttivamente collaborato per  l’organizzazione e la realizzazione del convegno a San Donà: l’assessore comunale alla Cultura Chiara Polita; la direttrice dei Musei Civici Sandonatesi, Sara Campaner; Oliviero Pillon (ex sindaco di Meolo, ex presidente della Provincia di Venezia; dirigente dell’Istituto Comprensivo “Lucia Schiavinato” di San Donà di Piave); i docenti dei due Licei cittadini “Galileo Galilei” (Massimo Baldo e Stefania Sari) ed  “Eugenio Montale” (Michele Marangon); Luisa Bellina,  responsabile del Centro di  Documentazione e Ricerca Silvio/Beppa/Giorgio/Franca/Bruno Trentin.

Nella seconda parte di questo resoconto riferirò delle relazioni presentate al Convegno. “Diversamente Combattenti” (Mario Isnenghi, Università degli Studi di Venezia Ca’ Foscari); “Il discorso di Lussu sull’Autonomia” (Gian Giacomo Ortu, Università degli Studi di Cagliari); “Silvio Trentin e il federalismo tra crisi del diritto e crisi dello Stato” (Fulvio  Cortese, Università degli Studi di Trento); “Uso delle risorse e socialismo in Lussu”  (Giuseppe Caboni, Istituto Sardo per la Storia della Resistenza e dell’Autonomia); “L’interventismo democratico di Silvio Trentin”  (Cesare De Michelis, Università degli Studi di Padova); “Lussu nella diaristica della Grande Guerra” (Aldo Maria Morace, Università degli Studi di Sassari);  “Memoria, narrazione e mito della Grande Guerra in Lussu scrittore e politico (Aldo Accardo, Università degli Studi di Cagliari).

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