VENDITA TIRRENIA: UNA VIOLAZIONE COSTITUZIONALE E DISCRIMINAZIONE COMUNITARIA. DA FERMARE LO SCIPPO DELLA CONTINUITA' TERRITORIALE

Mauro Pili

Mauro Pili


di Mauro Pili

Le convenzioni allegate al contratto di vendita di Tirrenia sono uno schiaffo alla Sardegna e ai sardi. E’ semplicemente impensabile che i sardi debbano pagare più dei non residenti per un servizio di continuità territoriale che anziché avvicinare la Sardegna al resto del paese l’allontana inesorabilmente. Tutto questo mentre il parlamento aveva, su mia proposta, all’unanimità chiesto l’introduzione della tariffa unica residenti – non residenti. Da mesi chiedevo la trasmissione ufficiale al Parlamento delle convenzioni allegate al contratto di vendita senza ottenere nessuna risposta. Ora che si è in procinto di firmare tale atto di vendita sento il dovere istituzionale, politico e morale di chiedere al Governo di fermarsi. La convenzione di cui informalmente sono venuto in possesso è l’esatto contrario di un contratto di servizio pubblico e rappresenta un grave e lesivo atto contro il diritto alla mobilità non solo di un intero popolo, quello sardo, ma di un intero territorio regionale. Mi domando come sia possibile che nessuno abbia sentito il dovere di trasmettere alle Camere e analizzare quelle convenzioni che riservano clausole vessatorie e discriminatorie gravissime come ad esempio il costo superiore del trasporto passeggeri per i residenti in Sardegna sulla principale tratta Olbia – Genova.  Basterebbe questo dato per comprendere che chi ha redatto quelle convenzioni niente conosce del significato di continuità territoriale e tantomeno conosce le norme relative al diritto alla mobilità, alla libertà di movimento e alle pari condizioni per tutti i cittadini europei. E’ da mesi che ribadisco un concetto elementare: ai sardi non deve interessare di chi è la Tirrenia, ma ciò che importa è scrivere e imporre le regole della continuità territoriale che chiunque sia il gestore deve rispettare. Lo Stato e la Regione devono esercitare la funzione e il dovere di controllo e indirizzo. E’ grave che coloro che avevano il compito di scrivere,  imporre  e controllare le regole lo ha fatto omettendo le più elementari norme. E’ fin troppo chiaro che se la Tirrenia verrà venduta senza regole capaci di tutelare i sardi e la Sardegna la continuità territoriale sarà finita. Ed è per questo motivo, ben sapendo che l’Unione Europea ha sostanzialmente vietato la partecipazione pubblica nel settore del cabotaggio marittimo, che risulta indispensabile dare il tempo ai soggetti istituzionali di introdurre le correzioni necessarie per evitare che tali atti siano dichiarati illegittimi sia sul piano comunitario che costituzionale. Ci sono troppe ombre e troppe incongruenze nelle clausole della continuità territoriale – afferma il parlamentare sardo-  e non vorrei che ci si concentrasse su assetti azionari piuttosto che sulle questioni decisive e rilevanti  come appunto la convenzione allegata all’atto di vendita. Entrare nel capitale azionario non solo non serve a nulla ma si rischia di diventare complici di tale situazione. Non sono i soci che devono scrivere le regole, ma lo Stato e la Regione. Sono lo Stato e la Regione che devono imporre la bandiera della Sardegna sulle navi, e lo devono fare con regole chiare e precise. La strada, dunque è duplice : o imporre le regole a tutela della Sardegna oppure impugnare tutto davanti alla Commissione Europea e alla Corte Costituzionale. E anche sul percorso di modifica delle convenzioni da farsi nelle prossime ore non precluderei la possibilità con rigidità burocratiche. Tutti sanno che quella di Tirrenia non è stata una vera e propria gara, ma si è sostanzialmente trasformata in una trattativa privata. In quell’ambito negoziale va inquadrata la modifica delle convenzioni da farsi direttamente oppure con un esplicito e puntuale impegno nelle clausole di vendita.

Nel testo dell’interrogazione sono riportati le principali clausole che violano i principi e le norme che devono regolare la continuità territoriale.

1.     la tratta Genova – Olbia risulta essere la più rilevante sia per i passeggeri che per le merci: risulta inspiegabile e incomprensibile una frequenza limitata rispetto a quella quotidiana per la Civitavecchia-Olbia, Civitavecchia – Cagliari;

2.     risulta incomprensibile e ingiustificato il quadro tariffario proposto per la Olbia – Genova che prevede che per due terzi dell’anno un costo dei biglietti più oneroso per i cittadini sardi residenti piuttosto che per i non residenti;

3.     la previsione di un costo maggiore per i sardi nella tratta prioritaria risulta contraddittoria rispetto a tutte le altre rotte e pertanto tale previsione di costi risulta essere inaccettabile sul piano della razionalità e del buon senso, oltre a celare il sospetto che tale previsione possa avvantaggiare altri operatori privati, coincidenti con gli acquirenti della Tirrenia stessa; 

4.     un cittadino residente in Sardegna nella tratta Olbia genova dovrà pagare, nei quattro mesi di media stagione, per un posto in una doppia cabina esterna 85,30 euro, mentre un cittadino non residente 63,02;

5.     nei tre mesi di alta stagione un cittadino sardo dovrà pagare 105,75 mentre uno non residente 73,39; 

6.     risulta inspiegabile per quale motivo, nonostante un preciso indirizzo della Camera in tal senso, non si sia provveduto a modificare preventivamente le convenzioni stesse nella direzione della Tariffa unica tra residenti e non residenti, posto che sia in un caso che nell’altro, un divario costituisce una chiara ed evidente discriminazione una volta a favore dei residenti e un’altra a favore dei non residenti;

7.     i codici di adeguamento tariffario ex art.6 previsti nello schema di convenzione appaiono frutto di alchimie di calcolo che generano i più svariati coefficienti dal 17,1% del Cagliari-Palermo, al 26,3 del Cagliari-Trapani, al 36,7 del Civitavecchia- Cagliari, al 59,8 del Genova-Olbia;

8.     coefficienti di adeguamento che dovrebbero essere applicati bimestralmente come se l’oscillazione dei costi del carburante dovesse essere applicato come se si trattasse di un normale rifornimento in una stazione di carburante;

9.     appare evidente che tale previsione di adeguamento tariffario interpolato con diversi elementi non prende in considerazione  l’opportunità delle compagnie di acquistare rilevanti stock di carburante nei periodi di basso costo per poi generare un vantaggio qualora questo subisse degli aumenti;

10.    la tratta Olbia – Genova nessun traffico esclusivo per le merci privando il principale porto della Sardegna di un elemento che dovrebbe calmierare e garantire la concorrenza del mercato.

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