STORIA DI EMIGRAZIONE: DA OLIENA, LE VICENDE DELLA FAMIGLIA PAU GIAGHEDDU, TRA LA SARDEGNA E L’ARGENTINA

Sempre incline al divertimento e ai piaceri della vita, catturato dai sogni di fortuna, nel 1926 Salvatore Giagheddu classe 1889, parte da Luogosanto per l’Argentina lasciando la moglie Maria e i figli Francesco 8 anni, Caterina 6, Tittino 3 e Martina appena nata.  Per circa dieci anni aveva provveduto ad inviare i soldi alla famiglia, poi nessuno seppe più nulla di lui.

A 22 anni, la figlia Caterina, Katalina in logudorese, si era sposata con Lussorio Salvatore (Badore per tutti) Pau, un giovane di Oliena, dove la coppia si era stabilita dopo il matrimonio. Dalla loro unione erano nati 10 figli, una famiglia numerosa e impegnativa da portare avanti, tuttavia Caterina non aveva mai smesso di conoscere la verità su quel padre partito a 37 anni e di cui non aveva avuto più notizie. Animata sempre dalla speranza di poterlo riabbracciare si era attivata presso il consolato italiano, aveva chiesto aiuto a don Buttu e don Calaresu, due sacerdoti partiti missionari in Argentina, senza alcun esito.

Caterina è scomparsa nel 2006 a 86 anni, lasciando ai figli ormai adulti il ricordo del nonno lontano che mai aveva smesso di cercare.

Ma, per un gioco del destino che sempre in agguato tesse le sue trame, nel 2019 attraverso i social media, i figli di Caterina sono venuti a conoscenza che a Buenos Aires risiedeva una famiglia Giagheddu. Tutto questo grazie a Juan Corda, un amico comune che vive nella capitale argentina, parla e scrive poesie in olianese per averlo appreso dal nonno emigrato sardo.

Fra le due famiglie ebbe inizio uno stretto contatto telefonico e uno scambio serrato di foto e informazioni. Erano trascorsi 93 anni da quel lontano 1926.

In Argentina, Salvatore si era creato una nuova vita con una donna molto più giovane di lui dalla quale aveva avuto due figli, una femmina e un maschio. Non aveva mai rivelato il nome del paese di provenienza, diceva di essere sardo di Sassari e aveva taciuto l’esistenza della moglie e dei figli che aveva abbandonato, raccontava solo di avere avuto una figlia di nome Caterina. E forse perché a lei lo legava un particolare affetto piuttosto che agli altri figli, aveva chiamato Katalina anche la figlia nata in quel paese nel 1937.

Katalina, rimasta orfana di madre a 10 anni, oggi è una donna di 86 spesso in giro per il mondo perché ama viaggiare. Sposata con 4 figli, ha sempre desiderato conoscere la sorella e i parenti sardi. Durante i suoi viaggi si era spinta fino a Sassari, ma poiché Salvatore aveva mentito sul suo paese di provenienza non era riuscita a venirne a capo di nulla.

Venuta a conoscenza che i suoi parenti vivevano ad Oliena, voleva subito incontrarli, ma per le misure restrittive del Covid ha dovuto procrastinare il suo viaggio fino al mese di maggio di quest’anno quando, accompagnata dal figlio Luis medico gastroenterologo, ha potuto incontrare la sua nuova famiglia.

“E’ stato un padre affettuoso – ha raccontato la donna-, ma taciturno e impenetrabile. Non ha mai parlato della sua famiglia d’origine. A noi figli diceva solo di essere sardo e di avere una figlia di nome Katalina.

Negli ultimi anni di vita – ha aggiunto-, ho avvertito che qualcosa lo turbasse dal profondo. Certamente sentiva l’enorme peso della sua colpa e in preda al rimorso viveva un forte conflitto interiore”.

Salvatore aveva scelto di tacere fino alla fine perché la morte, avvenuta nel 1956 a 67 anni, seppellisse con lui il segreto del suo inganno.

“Mia madre –  ha ricordato Annuccia figlia di Caterina -, ripensava sempre al padre quando a 5 anni la portava con sé alle feste vestita con un abitino a fiorellini fatto a maglia dalla madre. Lo aveva sempre cercato e non aveva mai smesso di volergli bene, nonostante tutto”.

Ad Oliena, le due famiglie ritrovate hanno vissuto insieme dei giorni inenarrabili. Un emozionante amarcord per la famiglia Pau-Giagheddu e per tutti gli altri parenti giunti da Luogosanto e perfino da Parigi, all’insegna dell’affetto e dell’amore, senza alcun rancore nei confronti di quel padre che li aveva tenuti lontani per troppo tempo, ma con la promessa di tenersi sempre in contatto e di rivedersi al più presto.

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21 commenti

  1. Aver coronato il sogno ed il desiderio di mia madre che per tutta la vita ha cercato di conoscere le sorti del proprio padre Salvatore emigrato in Argentina nel 1926 ed avendo dopo tanti anni scoperto l’esistenza di una nuova zia che porta lo stesso nome Catalina, oltre che della sua bellissima famiglia, è stato per me un onore ed un’emozione unica ed irripetibile.
    Un doveroso e caloroso ringraziamento a Juan Corda il vero artefice di questo meraviglioso evento e a Lucia Becchere che attraverso la sua penna ha saputo rievocarlo con la giusta enfasi .

  2. Mille grazie a te Graziano e alla tua adorabile famiglia, persone davvero preziose e dal cuore d’oro. La mia famiglia di Oliena mi apprezza e vuole davvero che tu ci aiuti poiché quest’altra sponda dell’Oceano significa enorme orgoglio e onore poter aiutare e dare una mano ad una famiglia Ulianesu, Deus bos vardet a tottus sempes.
    Allegria, pahe e sereneidade. In salude

  3. Grazie di cuore saremmo sempre riconoscenti nei tuoi confronti per quello che hai fatto e per le belle parole che ci riservi . È stato un vero onere averti conosciuto su Facebook e mi auguro un giorno poterti conoscere di persona.🥰🥰🥰

  4. Grazie di cuore a tutti voi, una famiglia meravigliosa che potremo riunire e, soprattutto, riconnetterci con i legami familiari. Grazie per aver potuto condividere questa tua infinita emozione con la famiglia da questa sponda dell’oceano.
    Ricordiamo che in qualche modo lo spirito e l’educazione di Oliena ci permettono di conoscere che nostro nonno Pasquale era un pastore sardo che dovette emigrare nel 1907 dal suo paese ad Oliena anche a causa della confisca di tutti i suoi figli e di difficoltà economiche. tempo atmosferico.
    A Buenos Aires hanno formato un’associazione per generare uno spazio di aiuto e collaborazione per tutte le persone che sono venute in questo luogo e per tutti i connazionali italiani che hanno chiesto una mano a un altro italiano, per accompagnarci, per cercare un posto dove vivere. , un lavoro, una venuta, un futuro.
    Insieme ad altri italiani hanno formato la Società Fratellanza Italiana che ha aiutato e creato uno spazio per gli italiani nel territorio in cui attualmente viviamo. Un modo per mantenere vive le radici.
    il sangue non è acqua. Deus lu vociada. Ulìana sempes!!!!

  5. In Sardegna si racconta che all’inizio dell’Ottocento il Governo decise di confiscare dal continente gli animali dei pastori sardi (con l’obiettivo di annientare le truppe che si trovavano nel Nord Africa in missione di occupazione militare).
    Queste decisioni del contesto e dell’ambiente dell’epoca costrinsero molti a unirsi con versetti obbligatori per forgiare un futuro in altre terre.
    Ma il cuore sarà sempre Ulianesu. L’anima di tutte le famiglie sarde è preservata ovunque nel mondo.

  6. ❤️bellissima storia mi sono commossa.Zia Caterina sarà felicissima..

  7. Che storia emozionante Graziano, una storia con un bel lieto fine, grazie per averla voluta condividere con tutti noi ♥️

  8. Angela Puligheddu

    Grazie Graziano e Caterina. Per la condivisione della storia emozionante un caro saluto a Juan Corda. 👋

  9. unu abbrazzu, in salude. Gratzias sempes

  10. Emozionante, cari cugini non sapevo di questa vicenda un forte abbraccio a tutti voi

  11. Che bella storia, mi avete fatto emozionare.💕

  12. Una storia emozionante x Graziano e famiglia un forte abbraccio a tutti voi

  13. Angiolina Secchi

    Queste sono le belle storie che sempre vorremo sentire… Dio vi benedica e vi dia la possibilità di incontrarvi❤️❤️❤️❤️❤️🎉🎉🎉🎉

  14. Luis Manuel Reboredo

    Hermosa nota y feliz de haberlos conocido.
    Abbraccio a tutti la famiglia

  15. Nicola Tosadori

    Che storia emozionante…complimenti Juan…

  16. Nicola, un abrazo grande. Realmente muy emocionante, se ha reunido la familia. Un gran orgullo.
    Y nosotros desde éste otro lado del Océano poder dar una mano a nuestras raíces. Un honor infinito.

  17. Nicola Tosadori

    me imagino cuantas veces esa nena habrà pensado a su papà…y cuantas veces habrà contado sus recuerdos de el a sus hijos. Historias de tiempos que no existen mas.

  18. Exacto . Una immensitá. Orgoglio infinito Nicola, commovente. Molto toccante, davvero emozionante.

  19. Maria Antonietta Manca

    Bellissima storia♥️

  20. Gratzias, TOTTUS IN PARI , unu piaghere. Meravigliozo !! Gratzias mannos sempes. Unu abbrazzu, in salude

  21. Maddalena Tupponi

    Che bella storia.

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