FOCUS SU GRAZIA: SERATA DEDICATA ALLA DELEDDA A VERONA CON L’ASSOCIAZIONE “SEBASTIANO SATTA”

Francesca Sanna nella foto di Andrea Zonca

La Sebastiano Satta, associazione dei sardi di Verona, ha riaperto le attività dell’anno 2023-2024 dedicando una serata a Grazia Deledda.  

Tanti soci e simpatizzanti dell’associazione hanno scelto di partecipare all’ evento, per ascoltare e ripercorrere i momenti salienti della vita della celebre scrittrice isolana.

La Presidente Francesca Sanna, adiuvata da Maria Teresa Garagnani, che ha arricchito la descrizione con la lettura di brani tratti da alcuni romanzi dell’autrice, ha ripercorso la vita e i principali eventi che hanno riguardato questa protagonista della letteratura sarda e universale, inserendoli nel contesto territoriale, geografico e culturale in cui Deledda è cresciuta. 

La serata è iniziata con l’ascolto della stessa voce della scrittrice: la registrazione del discorso da lei tenuto in occasione della consegna del Premio Nobel a Stoccolma, il 10 dicembre 1927, premio assegnatole nel 1926. In quell’occasione la Deledda, prima donna italiana ad essere insignita del celebre riconoscimento, tenne un discorso non lungo, ma pregnante, in cui parlò delle sue origini e della sua vera e propria “vocazione alla scrittura” che si è alla fine prepotentemente imposta, malgrado le resistenze della sua famiglia e della sua città natale.

Francesca Sanna si appassiona parlando della scrittrice e ne offre un’immagine viva e umanissima, grazie al racconto di aneddoti e particolari della sua vita personale e familiare, molti di questi tratti dagli scritti della stessa Deledda.

I presenti possono così immaginarsi la madre di Grazia, donna molto triste e schiva, preoccupata principalmente dell’educazione dei figli e del rispetto delle convenzioni sociali e il padre, che si adopera per far studiare i figli maschi e far sposare le figlie femmine, i 6 fratelli e sorelle della scrittrice e il rapporto significativo di Grazia con una delle sorelle.

Le descrizioni di alcuni particolari spaziano dalle persone ai luoghi cari all’autrice e sono resi più concreti attraverso le immagini proiettate in sala e commentate da Francesca Sanna: foto storiche di luoghi che hanno segnato momenti intimi della sua vita. In primis la sua casa a Nuoro, con la  cucina e  la finestra da cui poteva  ammirare il Morte Ortobene e “perdersi” nei pensieri che in parte avrebbero dato origine ai suoi romanzi.

Alle immagini di questi luoghi corrispondono le descrizioni precise che ne fa la stessa Deledda, soprattutto quelle del suo romanzo autobiografico , pubblicato postumo:  “Cosima”,  dal nome completo della Deledda:  Grazia Maria Cosima.

Maria Teresa Garagnani legge i brani che descrivono quegli spazi, ascoltando la sua voce sembra di stare dentro quegli ambienti insieme alla scrittrice e osservare il mondo da quel suo nascosto e privilegiato punto di vista. 

Sanna inserisce i particolari narrati nel contesto della Sardegna di fine ‘800. Descrive come era la Nuoro ai tempi della Deledda: un piccolo centro con non più di 6000 abitanti, molto chiuso nelle tradizioni e diffidente, se non giudicante, nei confronti di quella ragazza indipendente che sfidava le convenzioni sociali, scostandosi dal modello femminile dominante.

Donna indipendente, dunque, ma non priva di fragilità, la Deledda. Sanna racconta delle sue insicurezze: Grazia non si sentiva sicura come artista, sapeva di provenire da una cultura dialettofona, di essere un’autodidatta, né si sentiva sicura come donna, si considerava brutta di aspetto e poco desiderabile.

Nella realtà aveva tanti ammiratori e di sicuro sapeva parlare dei sentimenti umani come se li avesse provati tutti personalmente e intensamente.

La Sanna ricorda alcuni tra i più significativi romanzi della Deledda, dal primo “Fiore di Sardegna” ai più celebri: Elias Portolu, Canne al vento, Edera… sono tantissimi, e leggendoli si trovano dei temi ricorrenti: il peccato, il senso di colpa,   il riscatto e  la purificazione delle passioni.

La natura, poi, nelle sue opere è sempre coprotagonista: la natura di una Sardegna conosciuta e amata, descritta con un’attenzione magistrale. 

Dalla narrazione di episodi della vita in Sardegna della scrittrice, Francesca Sanna passa poi a descriverci la seconda parte della vita dell’autrice, che vede allargarsi pian piano i suoi confini: a 28 anni a Cagliari Grazia conosce il suo futuro marito, Palmiro Madesani, che la sosterrà sempre nella sua vocazione di scrittrice e dopo due mesi di matrimonio va a vivere con lui a Roma.

Nella capitale, ci spiega Francesca Sanna, la Deledda inizia a respirare aria di libertà: ha fatto il grande salto e vivere nel “continente” e in quell’ambiente cosmopolita le permette di mettersi in contatto e interagire con altri grandi donne: la scrittrice Matilde Serao,  la poetessa Ada Negri, la pedagogista Maria Montessori. 

Questa sinergia di donne che si ritrovano e si confrontano affermando, ognuna nel suo campo, la loro arte o visione del mondo, le fa sperimentare un concetto prezioso: il concetto di sorellanza o “sororità”. 

E Francesca Sanna termina questa serata  proprio con questo concetto prezioso di sorellanza che diventa un  auspicio per il  futuro: Deledda , afferma la presidente del circolo, continua a parlarci e lo fa   sicuramente attraverso i suoi romanzi , ma anche attraverso la sua vita e il suo  percorso personale di conquista di  autonomia come donna e  come scrittrice: dobbiamo quindi augurarci che  sia di ispirazione alle giovani generazioni, soprattutto  alle   ragazze perché, come lei, recuperino l’esperienza di sorellanza, capace di creare  legami e sinergie  per combattere ogni forma di  pregiudizio, di esclusione o, peggio, di violenza e sopraffazione sulla donna. 

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2 commenti

  1. Francesco Casali

    Grazie.
    Bella sintesi della sua relazione.
    Tratteggiata una figura di grande rilievo del nostro primo ‘900.
    Chissà perché: Verga ancora è d’obbligo nella nostra Scuola. La Deledda non sempre ( anzi assai poco).
    Il pregiudizio di genere è duro a morire.

  2. Francesca Sanna

    È ancora questo il motivo…ora come allora.

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