LA MOTIVAZIONE DEL PREMIO “OTTOBRE IN POESIA” AD ITTIRI AL POETA GIOVANNI FIORI

Giovanni Fiori

Giovanni Fiori, pro sos amigos Giuanne Fiore, è poeta e scrittore di elevato spessore umano e civile, culturale e artistico, in grado di confrontarsi con i maggiori poeti in Limba sarda del presente e del passato e di legare il suo nome al nome di Ittiri quale luogo di grande poesia. Bonorva vuol dire Paulicu Mossa e Peppe Sozu, Villanova Tulo uguale Benvenuto Lobina, Villanova Monteleone significa Remundu Piras, Siligo vuol dire Gavinu Còntene e Maria Carta… Ittiri è Giuanne Fiore! 

 Particolarmente raffinato e dotato nel verso libero, riesce perfetto e insuperabile nei testi in rima, di cui è anche abile sperimentatore di metriche insolite. Ogni suo componimento è un fiore, che-i su sambinadu chi hat in sorte, per sentimento, per tematica e per ricchezza di vocabolario.  Su questo versante ha anche l’enorme merito di aver riportato in vita termini e modi di dire che altrimenti sarebbero andati irrimediabilmente perduti, corredando spesso i suoi scritti di ampi ed utili glossari.

 Ha vinto i più importanti premi di poesia della Sardegna, fra i quali il prestigioso Premio Ozieri, assegnatogli anche di recente, grazie ad una lirica stupenda che origina dal suo ambiente giovanile e familiare: In su montiju meu, da cui ha spiegato il suo volo umano e artistico, collina dalla quale consegna al suo Paese il suo lascito poetico […] tue già l’ischis chi m’has immannadu, e m’has bidu gioghende a pe’ isculzu []  

 La sua opera s’è dipanata nel tempo della sua vita, distillandone le stagioni, riassumendone i passaggi fondamentali, le gioie, i dolori, la famiglia, le ricorrenze, il paese, le sue esperienze intellettuali in Sardegna e all’estero, l’impegno civile, politico e sindacale verso le classi sociali più disagiate e bisognose.

  Ricordiamo, a partire dalla prima splendida raccolta nel 1986 dal titolo suggestivo e visionario “Camineras”, per proseguire con Terra mia, istanotte mi ses cara, una sorta di lunga lettera d’amore per la Sardegna […] E cun tegus in coro a dogni alenu, poetende ispampàrrio su mundu,  ancora  Bisos e Chertos, e poi  Tempos Sos sonettos e in ultimo, ma la parola non si addice ancora al nostro Poeta, il romanzo Sas primas abbas ove si  narra, con una prosa poetica e una trama coinvolgente, di un mondo contadino  fatto di sofferenza e duro lavoro, di soprusi e angherie padronali, sos canes de isterzu, ma anche di lotta morale e civile, e di riscatto sociale ed economico. 

 Leggere Giovanni è un vero conforto spirituale, è come immergersi nel sogno che abbiamo dentro, il sogno continuo della nostra Terra, della nostra identità, ma senza vanagloria o sensi di superiorità o inutile orgoglio. Tanti significati, tante metafore, tanti simboli, il tutto espresso con un livello di ispirazione e di lirismo che non vedono mai cadute di tono di musicalità e inventiva, e mai viene meno l’interesse e l’emozione che suscita la sua lettura.

 La lingua sarda ha verso Giovanni Fiori un debito indelebile!

 In occasione della quarta edizione del 2005 del premio letterario di Ittiri Limba e Ammentos rivolse alla Comunità, tramite la giuria di cui ha sempre autorevolmente fatto parte, questa riflessione che facciamo nostra: “Solo attraverso la cura, l’amore pro sa limba e sos ammentos della propria terra e la dedizione alle proprie radici si mantiene e si preserva nel tempo la cultura e l’integrità di un popolo e di una nazione”.   

 Il Poeta ci indica dei traguardi, lo fa con il nettare delle sue parole, due delle quali risuonano forti e dolci, quasi in ossimoro: attarzu e lizu, acciaio e giglio, lo fa con la tenacia di quell’antica saggezza millenaria sarda che si traduce in ammonimenti appassionati e mai dottrinari, in memorie, ricordi e immagini indimenticabili.

Ittiri e la Sardegna ti sono profondamente grati e riconoscenti.

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Un commento

  1. Quanto accaduto non è soltanto un atto di stima e d’amore alla grandezza di un poeta. E’ un giusto e doveroso riconoscimento attribuitogli in vita. A che gioverebbe, domani, il suo nome in una via, una piazza, un premio di poesia, se lui non può avvedersene di quanto l’amore della gente sente di donargli? E dunque, bene. Giusto l’omaggio di questa comunità di persone, adesso, ora che è in vita. E che in vita possa ancora stare lungon congiunto dal mio abbraccio fraterno. Vincenzo Pisanu.

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