“ILIENSES” DI MAURO MEDDE E NATASCIA TALLORU: LA BARBAGIA COME FONTE DI ISPIRAZIONE

Le immagini che ritraggono Natascia Talloru e Mauro Medde sono di Gianfranco Delussu. Il trucco e l’abito femminile dello stilista Giuseppe Satta

di MASSIMILIANO PERLATO

La Sardegna è terra di contrasti e di storia, crogiolo di diverse civiltà che ne hanno influenzato i costumi, le usanze, la lingua, con degli aspetti di originalità che rendono ancora più affascinante la scoperta e l’approfondimento. Nell’entroterra dell’isola, è  palpabile la sua anima. Cospicua di memoria e fascino, ha come cuore pulsante la Barbagia. Un territorio che ha l’orgoglio della sua popolazione come peculiarità principale, come emblema distintivo ed ostinato che riecheggia nei secoli. Luoghi di una bellezza inconsueta dove spesso il tempo sembra essersi fermato. Il silenzio delle montagne e la poliedrica contaminazione di flora e fauna rendono unico questo particolare anfratto di Sardegna, forse ancora sconosciuto ai più, salvo i classici stereotipi  poco convenzionali che riecheggiano al di là del mare.

Ed è con questa prerogativa che è nato un sorprendente lavoro musicale e audiovisivo denominato “Ilienses”, un excursus storico, in chiave fantasy, in terra di Barbagia, fra le Civitates Barbariae, attraverso un mosaico interagente fra musica, archeologia, linguaggio, leggende e tradizioni. In un contesto dove tutto pare essere collocato alla perfezione: macigni corrosi dal vento millenario che sembrano prendere le parvenze più svariate, vette addolcite dalle intemperie fin dal tempo dei nuraghi. E gli stessi nuraghi emblema misterioso di una delle più arcaiche terre emerse e civiltà organizzate.

La pregevole intuizione è di Mauro Medde e Natascia Talloru, giovani barbaricini che, ispirandosi alla Barbagia, hanno dato concretezza all’idea, per rilanciare attraverso la musica, la narrazione e la suggestione delle immagini elementi basilari del territorio, con un  approccio diretto  che si collega alle proprie radici.

Mauro, musicista gavoese, bassista, polistrumentista e compositore, attualmente ha all’attivo due progetti: il primo SVM, band emergente vincitrice di Umbria Jazz 2014. L’altro è proprio  Ilienses col disco  “Civitates Barbariae” in uscita nel 2019.

Natascia, operatrice culturale di Tonara, redattrice e Social Media Manager di FocuSardegna, collabora con diverse testate giornalistiche locali. Da anni è impegnata nella promozione territoriale della Sardegna ed è un’instancabile ricercatrice di medicina tradizionale, culturale, e musicale.

Il progetto Ilienses, nome che si riferisce ad antiche tribù della Sardegna, ha come obiettivi: la valorizzazione degli strumenti musicali tradizionali (nel filmato si può rimanere incantanti ascoltando i campanacci di Tonara o gli antichi congegni di Gavoi inseriti armonicamente nella musica moderna); valorizzare il canto a tenore;  la promozione turistica della Barbagia anche attraverso il suo inimitabile carnevale con i suoi paramenti animaleschi che celano la personalità talvolta impetuosa degli abitanti locali. La Sardegna è una regione che ha sempre attribuito una grandissima importanza alla conservazione delle proprie tradizioni, difendendole dal tempo e dagli attacchi della modernità. Fra gli aspetti più significativi della tradizione e della cultura sarda, va sicuramente considerato il carnevale, interpretato come rito collettivo e come evento propiziatorio, in cui si mescolano misticismo e devozione a momenti liberatori dalle ansie del quotidiano.  Quello di Barbagia, fatto di maschere cupe dalle movenze ritmate ed inquietanti, negli ultimi anni ha peraltro conosciuto una forte rivalutazione. Con Ilienses ci s’immerge in una cultura antica, sospesa in un tempo mai conosciuto, ascoltando delle armonie nuove ma che sanno di passato,  lasciandosi trascinare dal ritmo degli strumenti arcaici e dalle voci gutturali del tenore,  riempiendosi lo sguardo di paesaggi  oscuri e misteriosi.

Un viaggio parsimonioso in questo straordinario territorio, che vuole mettere in evidenza gli accadimenti e le peripezie che ne hanno contraddistinto la storia, giunta a noi spesso solamente attraverso le leggende, dove si celano i malesseri, le speranze, i disagi e gli aneliti di una comunità che ha vissuto, forse, il senso di esclusione e di non appartenenza ad un mondo dai troppi volti contraddittori.

Ilienses è anche un lavoro di ricerca per far riaffiorare l’indole dei suoi abitanti in virtù di un passato a cui ha dovuto far fronte e concentra la sua attenzione nell’epoca  in cui ci furono delle presunte opposizioni alla dominazione romana, seguite dalle opere di cristianizzazione della Chiesa.

Uno dei nostri obiettivi era appunto quello di stimolare interesse nei confronti del nostro passato e di alcuni luoghi dislocati nel territorio – evidenzia Natascia Talloru – che spesso passano inosservati e non se ne percepisce il significato e l’importanza storica.”

La voce narrante è proprio la sua, in italiano e in sardo, che si inserisce nella musica  a menzionare fatti collegabili ad avvenimenti storici o alle tematiche affrontate dalle tracce del disco, estrapolati da testi e poesie sulla Sardegna.

Lo studio sulla musica e sul ritmo degli strumenti tradizionali, quelli  tribali, come tumbarinu, pipiolu, tumborro, triangulu, sonaggias e altri, sperimentati all’interno di una musica composta da basso elettrico, pianoforte, tastiere e batteria è principalmente opera di Mauro Medde, compagno nella vita di Natascia.

“A monte vi è uno studio della storia della Sardegna per l’appunto e un’accurata selezione dei testi ritenuti da noi più idonei al disco – sottolinea con passionalità Mauro -. Si tratta di un concept album nel quale tutte le tracce sono congiunte. Si intraprende con una prima pagina del libro musicale che introduce la storia per poi concludersi con l’ultima traccia. In tutti i brani la voce narrante e i suoni corali accompagnano una musica inedita, con richiami di tenores e suoni tradizionali, rivisitati in chiave moderna e originale, differente dal folklore. L’idea del cortometraggio nasce dall’esigenza di voler realizzare un classico videoclip musicale per lanciare il disco, il cosiddetto singolo.”

“In seguito però abbiamo maturato una storia – aggiungono all’unisono – è nata nella nostra testa e l’abbiamo scritta sotto forma di sceneggiatura. Si è passati dunque al cortometraggio con l’incontro del regista nuorese Davide Onnis, che ha accettato l’incarico con molto entusiasmo.”

Alle registrazioni, insieme a Mauro e Natascia, hanno partecipato i musicisti Fabio Perra (batteria) e Alessio Zucca (piano), con la partecipazione di Daniele Soru (bassu tenore).

Il cortometraggio invece  ha visto la partecipazione di diversi volontari della comunità di Gavoi come comparse, ma anche per supportare gli aspetti più tecnici legati  alle location e al backstage, dove erano presenti truccatrice, fotografo e diversi collaboratori che hanno fornito pelli, tamburi e altro materiale che occorreva durante le riprese.

“Persino il logo Ilienses – aggiunge Natascia – è stato disegnato appositamente da Ignazio Cuga, artista e grafico di Ovodda”

Questo lavoro, di cui per il momento è disponibile online solamente il teaser, finanziato dal Comune di Gavoi e dalla Prociv Arci Gavoi e presentato a Gavoi in occasione della rassegna estiva Festival del Cinema in Barbagia – CINETumbarinu, è ancora agli inizi. Mauro e Natascia lavoreranno senza sosta per concludere il disco, preparare i live per l’anno prossimo e per realizzare altri videoclip/cortometraggi. “Perchè – sostengono –  la Sardegna ha ancora tanto da raccontare”.

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2 commenti

  1. Grandi! Un progetto meraviglioso ❤️
    Gestire

  2. Questo vuol dire raccontare la Sardegna con la ricerca! Bravissimi ragazzi, super progetto! <3

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