SCIENZA E SOCIAL: I PROCESSI DI COMUNICAZIONE SCIENTIFICA ATTRAVERSO I SOCIAL MEDIA


di Gian Piero Pinna

“Scienza e social. I processi di comunicazione scientifica attraverso i Social media”, questo il titolo del seminario organizzato dall’Ordine dei giornalisti della Sardegna, svoltosi ieri 27 aprile, ad Oristano nell’Auditorium di San Domenico in via Lamarmora.

 Sono diversi gli interrogativi che si sono posti i due relatori Andrea Mameli e Marco Ferrazoli. Innanzitutto perché in Italia è così difficile giungere a una conoscenza scientifica diffusa e condivisa? e per quale ragione è così facile che tesi prive di attendibilità trovino credito? e anche, che ruolo hanno i mass media in questi processi?

Sono domande di grande attualità, alle quali i due relatori hanno tentato di dare delle risposte convincenti. che però non sono mancate di lasciare enormi varchi aperti, anche in considerazione del fatto che lo strumento da governare è dei più ostici, privi di freni e in continua evoluzione. Tanto è vero che Marco Ferrazzoli, riferendosi a una famosa frase detta da Umberto Eco, in cui affermava che “Facebook ha dato la parola a legioni di imbecilli”, ha aggiunto che “non è vero che Facebook ha dato la parola a legioni di imbecilli, gli imbecilli esistevano già da prima, è solo che ora hanno avuto molto più spazio o più audience”.

Dopo l’introduzione agli argomenti da trattare, fatta dal presidente dell’Ordine dei giornalisti della Sardegna, Francesco Birocchi, è toccato ad Andrea Mameli, responsabile comunicazione del CRS4, parlare di “Scienza e Social Media”, che tra le altre cose, ha affrontato il tema in modo quasi scientifico, spiegando soprattutto la distinzione tra informazioni credibili e “bufale”.

Marco Ferrazzoli, capo ufficio stampa del CNR, saggista e docente di teoria e tecnica della divulgazione all’Università Tor Vergata di Roma, durante il suo intervento, ha parlato molto diffusamente, di un argomento assai spinoso nel giornalismo moderno. “Il giornalista – ha sottolineato – per la limitatezza dei tempi a disposizione e con l’assillo di dare una notizia prima degli altri, spesso non ha modo di verificare a fondo ciò che gli capita sotto mano”. Quindi, ha proseguito sviluppando le problematiche a lui affidate che riguardavano, in modo particolare, “La conoscenza ridotta a opinione”, avvertendo che è molto importante stare attenti alle cosiddette “bufale”, soprattutto a quelle presenti sul Web, spiegando  che il giornalista dovrebbe sempre verificare le informazioni prese online, anche servendosi di siti e blog sulle bufale. “Uno tra i più importanti – ha aggiunto – è www.bufalopedia.it, un catalogo di indagini antibufala compilato da Paolo Attivissimo ed Elena Albertini”. In definitiva, un seminario molto intrigante e interessante.

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