UN SARDO COSMOPOLITA E LA START-UP ICNODENT: CHRISTIAN MULAS, NATO A LONDRA, CRESCIUTO IN GALLURA, STUDI IN SPAGNA

ph: i fratelli Mulas


Christian Mulas scorrendo la tua biografia notiamo che hai 23 anni, sei nato a Londra, cresciuto in Gallura e hai scelto la Universidad Alfonso X El Sabio per il percorso universitario, sei insomma un sardo cosmopolita. Come si vive, con un percorso di questo tipo, il senso di appartenenza e identità? Possiedo un passaporto Britannico, una carta d’identità Italiana e una patente di guida Spagnola…sulla carta sono un cittadino del continente europeo, ma il mio cuore è Sardo. Nonostante abbia avuto la fortuna di viaggiare molto e vivere diverse culture, ho sempre ritenuto la Sardegna la mia base, il mio porto, l’unico posto al mondo che mi sento di chiamare casa. Il luogo dove ci sono la famiglia e gli Amici (quelli veri), le tradizioni e la natura che amo. Con i suoi pregi e i suoi difetti rappresenta una parte importante di chi sono oggi. Avere delle radici forti è ciò che permette agli alberi di crescere ed espandersi verso il cielo e sono convinto questo sia una verità anche per l’uomo.

Avendo una esperienza diretta, parlaci della tua visione di come studio e lavoro dovrebbero coordinarsi. Quali, secondo te, i punti di forza e quali le criticità di essere imprenditore e studente? Personalmente trovo che uno studente universitario si incorpori troppo tardi al mondo del lavoro. Per come è strutturata oggi l’istruzione di grado superiore gli studenti non hanno i mezzi necessari per complementare la formazione accademica con esperienza lavorativa di alto livello e questo è penalizzante. Fare impresa giovane è una valida alternativa. Senza dubbio essere imprenditore e studente significa sacrificare ogni ritaglio di tempo per la propria causa e a primo impatto sembrerebbero due mondi incompatibili. Intraprendere questo percorso ha fatto si che imparassi fuori dalle aule universitarie come relazionarmi al mondo del lavoro, l’importanza del networking, come gestire meglio il tempo e come portare avanti tante operazioni distinte di pari passo e con un obiettivo comune:passare da un idea ad un progetto concreto e realizzabile. Questo percorso mi ha dato modo di conoscere tantissime persone e per ogni volta che ho provato ad aprire una porta, anche la più buia, se ne sono aperte altre 3 di cui ignoravo l’esistenza. Parola d’ordine FARE ed inseguire i propri sogni.

Come è nata l’idea di fondare una start-up e di chiamarla Icnodent? Durante il percorso Universitario molti studenti si rendono conto che possono apportare valore al settore in cui si stanno specializzando. L’Empatia di mio fratello Jonathan verso il paziente odontoiatrico è stato il vero fattore scatenante della nostra startup. Siamo convinti che la tecnologia odierna possa fare molto per migliorare l’esperienza dei pazienti dal dentista. Io personalmente sono sempre stato incline a risolvere problemi attraverso soluzioni pratiche ed il mio hobby preferito è da sempre assemblare componenti elettronici per creare nuovi oggetti. Il fatto che siamo fratelli e comunichiamo alla perfezione, il fatto che complementiamo molte delle nostre abilità e che insieme ci siamo appassionati al settore odontoiatrico ha scaturito un “mix letale” che ha portato alla creazione di Icnodent e del sistema Icnos: un video-occhiale di realtà aumentata che permette ai pazienti di distrarsi e comunicare con il dentista senza interrompere il trattamento. Il nome Icnodent proviene dalla parola greca “ichnos”( impronta) e la parola latina “dens” (dente). La nostra startup pretende lasciare un’impronta differente nel modo in cui le persone vivono il trattamento dal dentista. Ad un qualsiasi sardo non può sfuggire che sia nella parola Icnodent che nel sistema ICNOS (Intraoperative Communication Non Obstructive System) c’è un riferimento voluto alla Sardegna ed al suo antico nome Ichnusa. Chiamare il tuo prodotto come il posto che consideri la tua casa nel mondo è senza dubbio un’arma vincente. Fa risultare impossibile non esserne orgoglioso quando lo si presenta al pubblico e il 100% delle persone rimane totalmente affascinato. Tutti vogliono sapere di più sul nostro prodotto, su di noi e sulla nostra terra.

Girando per il mondo, capita che i nostri interlocutori ci chiedano da dove vieni? Tu cosa rispondi e quali le reazioni suscita in te e nei tuoi interlocutori la tua risposta? Durante le presentazioni ufficiali è una delle mie domande preferite. Spesso io e mio fratello rispondiamo involontariamente in coro: “Somos de Cerdeña”. La maggior parte delle persone qui in Spagna conoscono la Sardegna e la associano a quella settimana fantastica di relax di cui hanno goduto durante l’estate. Noi cerchiamo di dare un motivo in più per apprezzarla.

A tuo avviso, le future generazioni sarde sono pronte a implementare azioni cooperative e sinergiche? Come ci vedi da Madrid? È giunta l’ora che tramonti l’odioso luogo comune “pocos, locos y mal unidos”. In un epoca in cui la tecnologia e internet connettono più del 50% della popolazione mondiale, le nuove generazioni sarde non hanno scuse per non collaborare. Il fattore chiave sta nello sviluppare una visione globale della propria situazione nel mondo. È inutile continuare ad incentivare rivalità tra centri urbani limitrofi piuttosto che lavorare in sinergia e valorizzare le nostre risorse. Siamo sulla stessa barca e penso che i giovani se ne stiano rendendo conto a spese della propria pelle. Da Madrid vedo una comunità che con il passare degli anni è esponenzialmente più curiosa, creativa, attiva ed informata. Bisogna solo fare in modo che questo trend continui e migliori.

Il debito pubblico italiano ha raggiunto livelli record, quasi tripli rispetto al PIL nazionale. Saremo un popolo sempre più indebitato e anziano, nei prossimi decenni. Da giovane imprenditore che ha tutta la vita davanti, con quali occhi e sentimenti guardi al futuro? È impossibile trovare la motivazione per provare a fare impresa, se non si intravede nella situazione grigia che ci viene presentata quotidianamente uno spiraglio di opportunità. “Opportunità e Competenza” sono le parole su cui mi voglio soffermare. Mi piacerebbe ricordare a tutti i lettori che ogni qualvolta ci viene presentata una situazione negativa, realmente ci troviamo di fronte ad una grande opportunità, basta solo strizzare un po gli occhi e cambiare punto di vista. La competenza è invece la chiave per ribaltare le sorti del nostro futuro. Sono fermamente convinto che ci sia un numero elevato di “improvvisatori” che si lancia in attività per le quali non dispone della preparazione adeguata. Quando questi ricoprono posizioni di rilievo nella gestione della “res publica”, sia a livello nazionale che locale, causano imperizie e diventano un pericolo per la società. Sostituire nel sistema italiano il nepotismo con la meritocrazia e l’improvvisazione con la competenza è fondamentale per poter competere in una economia globale. Solo così potremmo assicurarci che le nostre migliori menti si mettano al servizio della collettività.

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