LA REGINA DEI FASHION MAGAZINES: INTERVISTA ALLA MODELLA SARDA LIDIA COMINI CHE DA TRE ANNI VIVE A MILANO

ph: Lidia Comini


di Arianna Lai

Da sempre la nostra Isola si è distinta per la bellezza mai stereotipabile delle sue donne, dalla mediterranea all’eterea. Noi oggi ne intervistiamo una che della sua bellezza ha fatto una professione: stiamo parlando di Lidia Comini, modella sassarese dal sangue tosco-friulano adesso testimonial del marchio cosmetico Collistar, che la definisce “icona della bellezza italiana”. Capelli raccolti, idratante per le labbra sempre a portata di mano, sguardo vivo e un filo di mascara, Lidia snocciola con una nonchalance disarmante aneddoti che sconcerterebbero qualunque ragazza che sogni un’occasione nel fashion system.

Ci puoi descrivere la tua giornata-tipo a Milano? Cambia sempre tutto in poche ore. I booker mi dicono il giorno prima quello che devo fare il giorno dopo. Se per caso non ho impegni particolari devo comunque andare in agenzia: è li che si fa il punto della situazione. Non posso mai vincolarmi troppo in altre cose, potrebbero chiamarmi anche all’ultimo momento.

E’ come se avessi un lavoro full time.  Sei una modella anche quando sei a casa. Ad esempio non posso mangiare cioccolato come farebbe una ragazza normale, magari capita che ti riempi di brufoli e a lavoro vieni additato come se avessi la lebbra!

Segui una dieta in particolare? Mai fatto diete, se non quelle “ingrassanti”, a base di beveroni proteici, arricchiti anche di carboidrati e grassi, ma ho smesso di usarli perché sono davvero disgustosi. Da quel momento la mia regola è quella di mangiare ciò che voglio quando ne ho voglia. Adesso sta andando di moda il curvy, e il magro continua a non essere contemplato, devi per forza essere malata, se sei magra. Possibile che nessuno abbia parenti e amici con il metabolismo veloce? 

Almeno dedichi del tempo allo sport? Mai, sono andata in palestra per sole due settimane prima di partire per la Cina. Lavoro esclusivamente a livello fotografico e non ho particolare bisogno di essere magra o soda. Non faccio foto di intimo o nudo. Inoltre quando sei adulto e vivi da solo non hai voglia di mangiare equilibrato cinque volte al giorno. Certo, quando torno in Sardegna ci do’ dentro, ma il peso rimane lo stesso. A Milano invece preferisco spizzicare in maniera costante durante l’arco della giornata.

Ti capita di sentire nostalgia di casa? Spesso, ma convivendo con Andrea ho un pezzo di Sardegna sempre con me (il fidanzato, sardo anche lui ndr). Io poi mi sento sarda al cento per cento. Quando ai casting mi chiedono “where are you from?” io rispondo sempre “Sardegna”.

Tornerai mai a vivere in Sardegna? Sì. Non so quando perché non ho davvero idea di come si svilupperanno le cose nel prossimo futuro. Ancora non so dire dove mi troverò tra cinque anni. Al momento stiamo pensando di trasferirci in una casa più grande qui a Milano. Il mio prossimo futuro è qui, dopo si vedrà.

Sappiamo tutti che il lavoro della modella è una professione effimera, che dura finché sei giovane. A questo proposito, hai già un piano b? Non penso mai al dopo. Finché lavoro così bene continuo, quando non andrà più bene e non riuscirò a mantenermi farò qualcos’altro. Ancora non mi voglio dare una data di scadenza. Quest’anno compio ventisei anni, ma al Tabacchi ancora mi chiedono i documenti quando vado a comprare le sigarette. Ricordo di aver formulato davvero tanti piani alternativi in passato, ma li ho tutti dimenticati da quando sono arrivata a Milano. Questo lavoro risucchia tempo ed energie. Non ti puoi nemmeno prendere delle ferie come in un qualunque altro lavoro. Tutte le volte che “mi metto out” (quando la modella comunica all’agenzia che in quella specifica data non è disponibile ndr) arrivano i lavori importanti. Una volta mi sono presa due giorni liberi, e poco dopo mi ha contattato l’agenzia: “ Ha chiamato L’Officiel!”. La mia risposta è stata “Si, ho capito, ma non posso!” (ride divertita ndr).

Fammi capire bene, tu dici no a L’Officiel, una delle più grandi riviste di moda esistenti al mondo?  Ho il diritto di avere i miei impegni, anche se cerco sempre di organizzarmi. Per esempio una volta dovevo andare ad un matrimonio, e ho chiesto un giorno di pausa ben un mese prima, per essere sicura di potervi partecipare. Era un matrimonio di amici e non potevo assolutamente mancare. Andrea era persino testimone e si sarebbero accorti della mia assenza. Quel giorno, nonostante avessi specificato con largo anticipo di non essere disponibile, mi hanno confermato un servizio per Vogue. Alla fine ho ceduto, sono andata la mattina a scattare, la sera è venuto lo sposo a prendermi in auto. Siamo arrivati a destinazione giusto in tempo.

Da queste ultime parole, si potrebbe dire che tu sia all’apice della carriera.  No non ancora, almeno secondo me. Ricordo che all’inizio l’agenzia non mi prendeva troppo sul serio, i booker mi assegnavano solo test fotografici con fotografi emergenti. Al principio ero distratta, stavo sempre per conto mio, svolgevo il mio lavoro senza badare troppo a ciò che facevo. Si può dire che questa mancanza di fiducia nelle mie capacità fosse anche colpa mia. È stato Andrea a dirmi: “il primo cliente è il book, poi devi piacere all’agenzia”. Adesso non mi propongono più lavori da new faces (modelle esordienti ndr), credono in me, sto facendo tanti passi avanti.

Hai scattato per la campagna Collistar, Marie Clair, Vogue, girato uno spot con Tornatore. Nel mondo reale, sopratutto nella dimensione isolana, è già il massimo.  Ho raggiunto oggi gli obiettivi che mi ero prefissata in passato. Avevo come massima aspirazione il rivedermi in un cartellone pubblicitario. Ora che è successo, sento che posso ancora andare oltre, e magari arrivare ad una campagna mondiale per un marchio prestigioso.

Si parla tanto del “ripiego” della modella nel mondo del cinema. A te piacerebbe? Sinceramente no. Non credo di essere portata per la recitazione.

Non si direbbe. Per ricollegarci alla tua esperienza con Tornatore, devo dire che eri piuttosto credibile pur essendo alle prime armi.  Perché non dovevo parlare! Ho persino chiesto al regista se avessi dovuto farlo per eventuali esigenze di copione: il solo pensiero mi terrorizzava. Lui mi rispose che nel caso sarei stata doppiata. Ho tirato un sospiro di sollievo. Persino quando devo partecipare a dei casting-video sto male, figurarsi recitare con una telecamera puntata addosso mentre le persone presenti sul set ti osservano.

Ultima domanda. Tanti anni fa, quando ancora vivevi a Sassari, ti saresti aspettata tutto questo successo?  E’ da quando avevo 14 anni che sentivo dentro di essere una modella. Sfogliavo i giornali per ragazzine e quando trovavo delle pubblicità mi fermavo ad osservare le modelle pensando perché non potessi essere io una di quelle ragazze. All’inizio proprio non sapevo a chi rivolgermi, e per questo motivo ho iniziato a fare concorsi di bellezza. Errori di gioventù. Ho scoperto solo dopo che non avevano niente a che vedere con quello che volevo fare. Mi chiamavano come tappabuchi a delle serate quando magari mancava qualche partecipante. Un giorno un concorso nazionale l’ho addirittura vinto. Mi è servito per capire che era una strada inutile, che neppure la vittoria mi avrebbe aiutata a raggiungere il mio obiettivo. Quasi subito dopo quell’esperienza ho aperto il mio profilo Facebook, e i primi fotografi mi hanno contattata per propormi dei test shooting. Dopo le prime foto mi sono sentita una super professionista (ride di gusto ndr). Poi ho iniziato a lavorare come free lancer in giro per l’Italia, facevo dei piccoli cataloghi. Infine, sono andata a Milano con due amiche per presentarmi alle agenzie, ma in concomitanza è arrivata una proposta esterna per la Cina, che ho deciso di cogliere. Prima della Cina non avevo un vero book, lì ho scattato per tanti magazine, ancora tengo alcuni scatti nel mio portfolio attuale, all’agenzia piacciono tanto. Adesso sono qui a Milano da tre anni, e mi auguro possa andare sempre meglio.

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