LA MATEMATICA OPINABILE DI ABBANOA


di Chicco Fresu

In Abbanoa anche la matematica è un’opinione. Venti meno tredici dà tre. E sono affari tuoi se pensi che faccia sette. Il tempo si misura a discrezione dei geometri, anche se c’è scritto altro sulla Carta dei servizi della società, quella Spa che aveva un buco di 800 milioni di euro ed è stata salvata dalla Regione con una paccata di soldi (dei sardi eh). Ora, scrivo per sfogarmi, perché questa mattina ho già fatto le mie partacce e dietro Abbanoa sto perdendo un mucchio di tempo. Scrivo, perché la voglia di prendere a calci le scrivanie c’è, ma ormai sono un padre di famiglia e non voglio finire (ancora) in tribunale. Ecco la storia, se la legga chi è interessato.

Il 13 agosto presento la domanda per avere un contatore dell’acqua nella nuova casa. Ho perso tempo a fare una marea di file precedenti per racimolare i documenti necessari. Mancavano solo le impronte digitali che mi hanno preso per la vista di leva. Breve coda. L’impiegata: «Daremo priorità, visto che lei non ha acqua, ma sa, è quasi Ferragosto».

Domanda: a Ferragosto uno non si depiri sciacquai? Vabbè, aspettiamo. Passano i giorni. La priorità non è una priorità, a quanto pare. C’è Ferragosto, eh. Chiamata al call center lunedì scorso, voce registrata “lei è l’undicesimo cliente”. Bona. Attesa. Il mio turno, spiego la situazione. Risposta: “Non dipende da noi, inoltriamo il sollecito”. Impossibile sapere quando e se arriverà il contatore. Ma viene fornita un’informazione: servono nove giorni lavorativi. Minchia. Torno a casa, c’è un contatore laddove non c’era. Figo, me l’hanno installato senza chiamare. A casa però non c’è acqua. Nuova chiamata al call center. “Lei è il quattordicesimo cliente”. Cazzo. pazienza e poi: «Sì, risulta un intervento, la pratica è stata presa in carico dal geometra Tal dei tali». Ma io non ho acqua. Non solo: in quel contatore, che a quel punto penso abbiano installato a me (non ne capisco una mazza, mica sono giometra io) segna un consumo di 683 metri cubi. E l’indomani di 723. E siccome la piscina non l’ho ancora riempita (così come non ho fatto il pieno allo yacht ormeggiato a Porto Rotondo) temo che ci sia un errore. Oggi, 20 agosto, vado in via Is Cornalias. Primo incontro: la receptionist. Che anche lei «non dipende da me» e mi gira a uno dell’ufficio tecnico. Almeno così credo. Invece è uno che non c’entra niente «che non dipende da me» e mi manda da un altro. Che è gentile, prova a chiamare i colleghi che installano i contatori, ma non se ne cava piede. Mistero. Poi mi dice: «Io con Cagliari non c’entro niente, mi spiace». Acciderbolina, esclamo, è possibile ricevere la grazia di interloquire con un responsabile di settore così che si possa raggiungere una pacifica e definitiva soluzione per questa anzichenò incresciosa situazione? (Forse non ho detto proprio così, ma il senso era quello). Uno mi dice: vada in viale Diaz, chieda del giometra (eja, così) Tal dei tali. E via in viale Diaz. Attesa. Ecco il giometra. Che si incazza. Perché lui non è tenuto a ricevere gli utenti. E io che ne sapevo che c’avevo a che fare con il cheghebè. Alza la voce. Anche io. Tralascio l’elenco dei tagazzu. Alla fine della fiera cerca di liquidarmi, dicendomi che la carta dei servizi parla chiaro e loro hanno venti giorni lavorativi di tempo, quindi non devo e non posso rompere i coglioni. Un signore grosso grosso si frappone tra me e lui: oh, io sono quello che ha ragione, mica uno venuto qui a chiedere un favore. Lo scazzo continua, fastidioso e inutile. Poi a casa. Quella carta dei servizi me la sono letta: per l’intervento richiesto servono MASSIMO cinque giorni. Quindi mi ha detto una cosa non vera, mi sa. Torno da Abbanoa, ma all’ingresso hanno l’ordine di non farmi rientrare. Non c’è una mail a cui inviare le proprie doglianze. Vale solo se ci sono problemi in bolletta. Per il resto: cazzi tuoi. Ah, la domanda l’ho fatta il 13, oggi è 20. Il giometra: «La matematica non è un’opinione, sono passati tre giorni (quante domeniche ci sono??). E’ lei che pretende il servizio in fretta». Mah.

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