BENTORNATI A CASA! E’ TERMINATA LA MISSIONE DELLA BRIGATA SASSARI IN AFGHANISTAN

nella foto di Manuela Muroni, il Generale Manlio Scopigno, Comandante della Brigata Sassari, al suo arrivo all'aeroporto militare di Alghero


di Maria Adelasia Divona e Manuela Muroni

Metti un’amica che ti viene a trovare..un tramonto in spiaggia a La Pelosa, e poi il maestrale della sera che costringe alla fuga. Abbiamo una serata lunga davanti e ce la prendiamo con calma. Dobbiamo aspettare fino alle 2.30. Cena sul tardi, prolungata dalle chiacchiere. Ci guardiamo: andiamo? Si dai, ma con calma, che tanto c’è tempo. E’ l’una meno un quarto e partiamo. Direzione Alghero…

E’ l’una e venti, sempre molto rilassate arriviamo all’aeroporto Riviera del Corallo. Domanda: ma l’aeroporto militare dov’è? Mah, sarà in zona…nella mail inviata dal Ten. Col. Marco Mele per comunicarci il loro arrivo c’è un numero da chiamare in caso di bisogno. Chiamiamo per farci spiegare come arrivare e ci sentiamo dire: sbrigatevi, perché sono appena atterrati, stanno sbarcando ora.

Panico! Indicazioni accurate del Caporal maggiore Luzzu, ma strade buie e difficoltà a vedere i segnali…ma ecco l’indicazione per l’aeroporto militare, e ci scapicolliamo in un viale pieno di dossi naturali opera delle radici degli eucalipti. Sbarra abbassata, saluto e raccomandazione: “Velocità 20 km/h, sempre dritte e poi a destra”…il primo buco di parcheggio davanti all’ingresso proviamo ad infilarci ma ci stoppano “Stiamo aspettando il prefetto” e allora via di manovra selvaggia per lasciare l’auto in luogo consono a noi comuni mortali.

Dai dai veloce…si si, ma tu aspettami, che con questi tacchi…Già i tacchi! Maledetti tacchi…le uniche due sarde sopra al metro e ottanta nell’arco di chilometri. Attraversiamo la sala transiti, che è bellissima, dedicata ad Antoine de Saint-Exupéry, ma noi ce ne accorgiamo solo quando andiamo via…c’è da tirare fuori la macchina fotografica, montare il flash…ma siamo già in ritardo così! E alla fine siamo sul piazzale. Grande, grandissimo, e loro lì che si disperdono e sembrano così pochi, se pensi che erano in 650 laggiù…poi ti ricordi che, per fortuna, molti di loro sono già tornati e si godono la pace in famiglia.

Autorità schierate che fanno la ruota intorno al Gen. Scopigno, l’Associazione Brigata Sassari con Madrina e patronessa arrivate da Cagliari, i rappresentanti del Gremio dei Viandanti, custodi della Madonna del Buon Cammino che ha vigilato sui nostri soldati, Paolo Vacca del blog “Con la Brigata Sassari in Afghanistan”, i Comandanti del Genio di Macomer, del Terzo Bersaglieri di Teulada e del 151 di Cagliari che sono venuti per salutare la bandiera di guerra e riportarsi a casa i loro uomini e le loro donne.

Il Ten. Col. Marco Mele raggiante, con sorrisi e abbracci per tutti, con Fotzi e Pala che girano con le loro macchine fotografiche, e io che penso che con gli strumenti del loro lavoro ci hanno probabilmente dormito, sempre pronti…che fatica deve essere stata comunicare in real time quello che stava succedendo ad Herat, edulcorando la pillola per noi che siamo rimasti a casa, perché in fondo l’esercito è sempre l’esercito e non è che si può raccontare proprio tutto tutto. Il Generale Comandante che finisce di salutare i VIP, e poi dedica un abbraccio anche a noi, da condividere con tutti quei Sardi che in questi mesi hanno seguito con attenzione le vicende sassarine.

Cerchiamo tra i gruppetti di soldati e delle famiglie le facce degli amici…quelli a  cui in questi mesi siamo rimaste attaccate con quello che avevamo a disposizione: facebook, whatsapp, mail…quando gli chiedevi: allora come sta andando? e loro ti rispondevano rassicuranti come se fossero in gita. Sono magri, sono pallidi, sono tirati, sono stanchi, ma sono felici di essere a casa. Lo vedi negli occhi del Comandante: con i suoi due piccoli attaccati, che non lo mollano un attimo neanche quando è il momento di andare a prendere i bagagli.

Sono le 2.30, ma la notte non è ancora finita per i Sassarini. Quelli che tornato a Cagliari e Teulada vedranno sorgere il sole, per gli altri destinazione Sassari: ci sono da scaricare le armi e poi andare a dormire, magari non ancora nel proprio letto, ma in uno di transito, fino al vero inizio della licenza in cui dovranno pensare a recuperare sei mesi di esistenza e rinsaldare rapporti lasciati in stand-by, perché loro hanno fatto una scelta di vita. Onore a loro, e alle loro famiglie. Bentornati ragazzi. 

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