LA MORTE DI GIANFRANCO PINTORE, "DE SOS MEGIUS IN LIMBA SARDA": DA QUALCHE TEMPO COLLABORAVA ANCHE CON "TOTTUS IN PARI". LO RICORDIAMO CON AFFETTO

Gianfranco Pintore


di Francesco Casula

Muore, dopo una lunga malattia, il 24 settembre 2012 – Giornalista, saggista e scrittore bilingue e identitario (1939-2012) – Zuanne Frantziscu Pintore, iscritore de sos mègius in limba sarda, natzionalista sardu cumbintu, nos at lassadu. Chie in vida non l’at carculadu pro cantu baliat, l’at ostaculadu e l’at fatu sufrire como podet comintzare a l’alabare ca no istrubbat prus cun sa pinna e s’intelligèntzia sua.

Gianfranco Pintore nasce ad Irgoli (Nuoro) il 31 agosto 1939. Nel 1951 lascia la Sardegna. A Firenze frequenta il ginnasio, il liceo classico e si iscrive all’Università. Ha in testa un’idea: la laurea non serve per il mestiere di giornalista che vuol fare e fa gli esami che gli interessano: in Architettura con Ludovico Quaroni, in Scienze politiche con Giovanni Spadolini, di Giurisprudenza. Intanto, a partire dal 1962 fa il “volontario di cronaca” nella redazione fiorentina di “L’Unità” e nel 1965 è chiamato alla redazione centrale a Roma, per la quale lavora prima nella sezione cronaca e quindi in quella degli esteri. È inviato speciale e per un certo periodo corrispondente da Varsavia. Dopo le sue dimissioni da ”L’Unità” in seguito all’invasione della Cecoslovacchia, lavora nel settimanale “Mondo Nuovo” e quindi, a Milano, nel settimanale “Abc” come inviato e infine come redattore capo.

Nel 1973 stipula con la casa editrice Mazzotta di Milano un contratto per la redazione di un saggio che l’anno successivo è pubblicato con il titolo “Sardegna: regione o colonia?”. È lo studio del rapporto conflittuale fra la comunità di Orgosolo e lo Stato, giocato fra storia, tradizione orale, testimonianze, ed è anche la ricerca di quanto Orgosolo rappresentasse lo spirito dell’intera Sardegna, di quanto in altre parole la Sardegna potesse sentirsi rappresentata dal sentimento comunitario del paese, altrimenti e altrove descritto come “il paese dei banditi”.

All’uscita del libro decide di restare in Sardegna, come corrispondente di “L’Espresso” di Eugenio Scalfari prima e successivamente di “Tempo illustrato” di Lino Jannuzzi. Lavora anche per “La Nuova Sardegna” di cui fa l’inviato e conduce una serie di campagne di stampa. Quella per il bilinguismo e quella per la Zona franca gli costerà il licenziamento in tronco per richiesta esplicita di un dirigente di partito decisamente contrario e all’uno e all’altra. Dirige a Nuoro la prima, e per ora unica, radio libera bilingue, “Radiu Supramonte” e fonda a San Sperate il mensile “Sa Sardigna”, anch’esso bilingue.

Nel 1981 esce il suo romanzo in italiano Sardigna ruja, storia della contrastata industrializzazione forzata delle Terre interne della Sardegna che ha come effetto il sorgere di una banda guerrigliera che dà il nome al romanzo. A questo fa seguito, nel 1984, Manzela, romanzo in italiano sugli effetti che il conflitto fra codice italiano e legge consuetudinaria ha sulla vita di un giovane intellettuale e della sua compagna, Manzela (Mariangela).

Dalla seconda metà degli anni Ottanta alla prima metà del decennio successivo a Cagliari dirige il periodico del Partito sardo d’azione “Il Solco”. Nel frattempo, nel 1986, pubblica con Rizzoli Sardegna sconosciuta, un viaggio in cento tappe all’interno della civiltà dei sardi per raccontare a turisti curiosi l’altra faccia, quella più intima e insolita, di un’isola prevalentemente visitata per le sue spiagge (una seconda edizione, riveduta e corretta, è pubblicata, sempre da Rizzoli, nel 2001).

Nel 1989 il suo romanzo Su Zogu ottiene il premio Casteddu de sa Fae di letteratura in lingua sarda : in un futuro non molto lontano, in una Sardegna divisa tra Coste e Terre interne, un gruppo di giovani si ribella alla dittatura paternalistica imposta al centro dell’isola. Nel 2000, con il titolo La caccia, ne esce la traduzione in italiano.

Nel 1996, pubblica il saggio sul federalismo La sovrana e la cameriera, titolo evocativo del rapporto esistente fra l’autogoverno pieno che avrebbe dovuto realizzare i diritti storici della Sardegna in quanto nazione e l’autonomia storicamente realizzatasi in Sardegna.Tornato a Nuoro, dirige l’emittente bilingue “TeleSardegna”, per la quale cura anche il primo telegiornale in sardo, Telediariu, e fa l’editorialista per il quotidiano “L’Unione sarda”.

Nel 2002, pubblica il romanzo in sardo “Nurai”. Nel 2006, insieme a Natalino Piras e a Giulio Angioni, pubblica il volume Lula. Nel 2007 scrive un altro romanzo in lingua sarda Morte de unu Presidente, un noir che prende le mosse dall’assassinio del Presidente della Regione sarda. Sembra un omicidio a sfondo sentimentale ed è ben altro. Nel 2009 pubblica un altro romanzo in lingua sarda Sa losa de Osana (La stele di Osana).

Aggiungi ai preferiti : Permalink.

10 commenti

  1. Gavino Dobbo (Vigevano)

    Salutiamo un Amico!

  2. Mina Puddu (Grenoble)

    Mi dispiace… riposa in pace

  3. Anna Mandras (Londra)

    riposa in pace… buon viaggio Gianfranco

  4. Ugo Carcassi (Cagliari)

    ne sentiremo la mancanza

  5. Giampaolo Milazzo (Cesano Maderno)

    sentite condoglianze

  6. ciao Gian riposa in pace condoglianze

  7. Gianfranco Pintore, titolare di uno splendido Blog in sardo e in italiano, “gemellato” – grazie all’instancabile lavoro di collegamento in rete operato da Max Perlato – con il “nostro” Tottus in Pari, aveva scritto solo qualche giorno fa, sabato 22 settembre, “UNU MILLIONE. Eris note amus brincadu su millione de bisitas. No isco pro ite, ma so cuntentu” (Publicadu dae zuannefrantziscu a sas 15:09 51 commenti).
    Quell’espressione di contentezza è l’ultimo messaggio di Pintore che resta oggi nel Blog e già questo fatto non ci lascia emotivamente insensibili.
    Sono andato a rileggere alcune pagine del suo volume “Sardegna sconosciuta. Cento itinerari alla scoperta della grande civiltà sarda” (posseggo la prima edizione: Rizzoli, 1986). Mirabili quelle riservate a San Sperate “A Santusparàu, dov’è nato il muralismo sardo” con un incipit che lascia il segno e che fa capire il tono e l’argomento del pezzo: “A rigor di logica, meta di quest’itinerario non dovrebbe essere un paese ma un uomo”. Si tratta ovviamente dell’ex contadino Pinuccio Sciola, già allora (nel 1986) divenuto scultore conosciuto e apprezzato a livello internazionale. Tra i diversi murales Pintore si sofferma su quello, grande, che adorna la parte curva di un edificio: ” ‘Su caminu de s’amarolla’ (il cammino del malvolentieri) dedicato, così come la bella poesia di Nino Landis che lo illustra, all’emigrazione”.
    Tra i tanti lettori di Tottus in Pari ci sarà sicuramente qualcuno che ha la riproduzione di quel murale e che è in grado di fornire il testo della “bella poesia” di Landis. Pubblicando la foto e il testo poetico Tottus in Pari, Blog dell’emigrazione sarda, potrà dare un omaggio simbolicamente significativo alla memoria di un sardo residente che non disdegnava di prendere nella sua “rete”, per valorizzarle, le iniziative degli emigrati sardi nell’ Italia continentale e nel mondo.

  8. Lo seguivo molto quando collaborava negli anni 70 con l’Espresso

  9. Cristoforo Puddu

    ADIOSU ZUANNEFRANTZISCU,
    T’aia connottu a sos tempos de su “Moimentu de su Populu Sardu” e de “Radio Supramonte”… e dae tandho -pro nois zovanos- fis unu Babbai Mannu de sardidade e Mastru lieru de iscrittura. Cristoforo

  10. Unu sintzeru ADIOSU a Gianfranco, omine de cultura e de frontera, chi…, peri si non it fatzile a cundividere carchi pessamentu suo, atta onoratu sa Comunidade de Orosei, chi l’at tentu tzittadinu e amministratore , a difesa de sas costas marinas dae su supravventu de ispeculatziones e cementificatziones mannas.

Rispondi a Anna Mandras (Londra) Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *