La Maddalena e la sua storia: unico centro abitato di un piccolo regno di isole

di Salvatore Tola

 

Capitale e unico centro abitato di un piccolo regno di isole, La Maddalena non può vantare una storia molto lunga: le ripetute incursioni dei pirati nordafricani hanno impedito a lungo che si potesse formare su questi litorali un nucleo duraturo di abitanti. La storia della città ha inizio nella seconda metà del Settecento, quando la casa Savoia inviò le sue truppe, preoccupata per il contrabbando con la Francia e la crescente presenza di pastori che venivano con le loro greggi dalla vicina Corsica. Il piccolo abitato crebbe rapidamente come centro d’appoggio della Regia Marina, impegnata a controllare le acque circostanti: fu così respinto, nel 1793, il tentativo di invasione da parte della Francia rivoluzionaria, capitanata da un ancora sconosciuto Napoleone Bonaparte. La Maddalena è cresciuta poi con questo ruolo militare, che è stato confermato nell’ultimo dopoguerra con l’insediamento della base per i sottomarini americani. Ora, dopo una lunga serie di polemiche e di proteste, la base è stata eliminata. In prospettiva si immagina che le possibilità che si aprono per il futuro si possano incentrare in una ripresa e rafforzamento della forte vocazione al turismo, favorita non solo dalle caratteristiche dell’arcipelago e del mare che lo circonda, ma anche da quelle della sua piccola capitale. A partire dal viaggio per raggiungerla, che può avvenire soltanto servendosi dei piccoli traghetti che partono da Palau, al centro di un altro tratto incantevole della costa sarda. A un primo colpo d’occhio la cittadina ricorda, nelle piazze che apre sul mare, i grandi spazi di altri insediamenti coloniali. Un tono solenne viene anche dalle costruzioni maggiori, soprattutto quelle sorte per ospitare l’Ammiragliato e altri organismi della Marina. Solo in qualche stradetta interna si possono riconoscere le piccole case dei pescatori, che espongono a volte una nassa, una rete messa ad asciugare. La visita essenziale tocca la piazza Umberto, o Comando, dominata appunto dall’Ammiragliato e da altre palazzine militari, ornate di poggioli in granito; nell’ampio spazio ospita il monumento ad Anita Garibaldi e quello a Giovanni Battista Culiolo, il "Maggiore Leggero", leggendario seguace del generale. Di qui la vista si apre sul mare, sino all’isola di Santo Stefano e, a sinistra, Caprera. Il percorso nell’abitato segue via Garibaldi e via XX Settembre, entrambe lastricate in granito e riservate esclusivamente ai pedoni. Vi si affacciano belle costruzioni a più piani che ospitano al piano terra bar e negozi. S’incontra poi la piazza Garibaldi, dove il Palazzo del Comune conserva la bandiera di Domenico Millelire, che comandò nel 1793 l’azione contro i francesi, e le palle di cannone sparate da Bonaparte. A breve distanza la chiesa parrocchiale di Santa Maria Maddalena; nell’attiguo Museo si possono vedere il crocifisso e i candelieri d’argento donati dall’ammiraglio inglese Nelson, che incrociò a lungo in queste acque, convinto che La Maddalena avrebbe potuto costituire un’ottima base militare per il suo paese. Intorno alla parrocchiale si diramano le vie del centro storico, lungo le quali è più facile cogliere tra i passanti qualche battuta in isulanu, il linguaggio locale nato dall’incontro del gallurese con il dialetto della vicina Bonifacio. Riprendendo il percorso dal Comune si giunge infine al porto di Cala Gavetta, che offre attracco sia alle imbarcazioni da pesca che a quelle da diporto. Vi si affaccia la piazza XXIII Febbraio con una colonna in memoria di Garibaldi. Non è lontano da qui il punto in cui attraccano i barconi che conducono i turisti a visitare le altre isole dell’arcipelago. Con l’automobile si può invece imboccare la strada panoramica che segue il litorale di questa isola maggiore, offrendo scorci su quelle minori, sulla Corsica e la Sardegna e, naturalmente, su calette, insenature, scogliere e magnifici tratti di mare. Lungo il percorso si incontra, a breve distanza dalla città, il Museo navale "Nino Lamboglia", nel quale è esposta una nave romana, recuperata col suo carico presso l’isola di Spargi. Inevitabile poi, nel corso dell’escursione, la deviazione per l’isola di Caprera – collegata con un istmo e un ponte – che oltre alle bellezze di un’isola mediterranea in mezzo al suo mare offre la forte suggestione del compendio garibaldino, con la tomba dell’eroe e soprattutto le abitazioni che eresse con le sue mani e i campi che seppe pazientemente coltivare, negli intervalli tra le sue imprese e negli ultimi anni della vita.

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