ELISA PISTIS, ATTRICE GLOBETROTTER

Elisa Pistis

Ho conosciuto Elisa Pistis nel settembre 2019 durante la rappresentazione di “Mistero Buffo”, organizzata all’interno delle numerose iniziative del Centro Sociale Culturale Sardo di Milano. Un incontro di grande impatto per me, che avevo visto lo spettacolo originale ormai decenni prima (l’opera definita “giullarata teatrale” di Dario Fo e Franca Rame risale al 1969 ed è ormai conosciuta a livello internazionale), mentre qui mi si proponeva una versione “al femminile” e, per di più, con una parte in sardo. Da quell’incontro mi è sempre rimasta la curiosità di conoscerla meglio, e quindi per familiarizzare con lei ho deciso di fare una lunga chiacchierata, partendo proprio dall’inizio, cioè dagli studi intrapresi e dal cambiamento di rotta graduale, successivo, una volta identificati più chiaramente i suoi obiettivi.

Fin dalla prima infanzia Elisa è stata stimolata in famiglia sull’importanza di intraprendere una formazione umanistica significativa per arricchire il proprio background (letteratura, musica, storia) e per poter seguire percorsi diversi da quelli dei suoi genitori, e da quello della madre in particolare che, provenendo da una famiglia povera non aveva avuto la possibilità di studiare perché aveva cominciato a lavorare a 10 anni. Facendo tesoro quindi della “semina” fortemente esercitata come modello di riferimento, Elisa ha frequentato il liceo scientifico, ma il desiderio di iscriversi all’Accademia d’Arte Drammatica ha cominciato a emergere già durante il terzo anno. Ciononostante, Elisa termina il ciclo, consegue la maturità scientifica e, non ancora convinta fino in fondo, si indirizza nel frattempo verso un corso di studi che le fornisca un background umanistico (quello della laurea in Beni Culturali, conseguita nel 2009) e contemporaneamente verso lo studio delle lingue. Tra la fine del corso di laurea e l’inizio dell’Accademia passa un anno durante il quale sperimenta un Erasmus a Barcellona e matura sempre più la convinzione di volere intraprendere la strada del teatro “per la vita”. Naturalmente la sua scelta per i provini si orienta verso le accademie pubbliche, molto selettive, e viene accettata dalla Civica Accademia d’Arte Drammatica Nico Pepe di Udine, città in cui trascorrerà tre anni di studio, lavoro e di vita, che ancora oggi sente come un momento significativo e costruttivo della sua scelta e del suo patrimonio.

Nel corso degli anni studio e ricerca vanno sempre di pari passo e in questo percorso Elisa sviluppa particolarmente anche la sua capacità di scrittura, avendo modo di incontrare personaggi diventati anche mentori, come ad esempio Dario Fo, su cui torneremo più avanti. Tra questi avvenimenti Elisa ricorda anche il felice incontro con la giornalista Maria Francesca Chiappe, dal quale scaturisce la ricerca e la scrittura, nei mesi del lockdown del 2020, di “Articoli per signore”, un testo basato sulla raccolta di 130 anni di cronache del quotidiano l’Unione Sarda, che presenta una chiara mappa della parzialità della presenza delle donne nelle pagine del giornalismo cartaceo italiano. Dopo una fase sperimentale sotto forma di reading, “Articoli per signore” diventa un vero e proprio spettacolo che sta facendo il giro d’Italia.

Gli anni dell’Accademia sono particolarmente significativi perché durante quel periodo molte delle sfide più significative diventano occasione di crescita e di sviluppo di una propria impronta e caratterizzazione anche come autrice di contenuti, riuscendo a coniugare sempre la cultura sarda delle sue origini con un teatro (ma anche con altri ambiti artistici) in grado di fotografare la realtà attuale, come nel caso di “Articoli per signore”. Si tratta di percorsi non necessariamente lineari, durante i quali gli incontri con alcune persone possono anche avere creato qualche difficoltà, trattandosi di una “rappresentazione” concreta delle contraddizioni della condizione umana…ma anche questa è scuola!  E che dire dell’incontro con Dario Fo? L’incontro con Dario Fo rappresenta qualcosa che viene da lontano, perché fin da piccola Elisa ammirava i suoi testi, con i quali si è poi trovata a lavorare concretamente in Accademia e sui quali ha iniziato un approfondimento perché particolarmente interessata all’interazione diretta con il pubblico. Ma prima di arrivare alla rielaborazione al femminile del “testo sacro” di Dario Fo, il “Mistero Buffo”, il suo primo vero investimento da attrice, Elisa per un paio d’anni lavora con Marco Baliani e Lella Costa con  lo spettacolo “HUMAN”, che mette in scena la perdita graduale dell’umanità (originariamente il titolo è rappresentato con una riga che cancella il termine) prendendo spunto dal racconto di aspettative, speranze, paure e soprattutto strappi, dolori e disperazioni delle migrazioni e dei processi di integrazione.

Il suo progetto di adattamento di “Mistero Buffo” con una versione al femminile, realizzato nel 2018 e che ancora oggi funziona, è stato il prodotto di una lunga “trattativa” iniziata con i collaboratori di Dario Fo nel 2015, poi conclusa direttamente con lui che al momento dell’incontro ha compreso il vero significato del suo lavoro e l’ha incoraggiata e sostenuta in pieno, anche sulla parte sviluppata in lingua sarda. Purtroppo la morte di Dario Fo nel 2016 ha interrotto quella combinazione magica nata tra loro, anche se il suo sentirsi “figlia di Dario Fo e Franca Rame” è stato poi premiato con il patrocinio del 2021 da parte della Fondazione Fo-Rame.

Pur essendo isolana e amando la sua Sardegna, Elisa, come tutte le persone giovani, si sente cittadina del mondo avendo vissuto per la maggior parte degli anni, dopo la maturità, fuori dall’isola e riuscendo a integrare nella sua ricerca artistica i valori dell’umanità nella sua universalità, grazie al linguaggio. L’avere vissuto per motivi di studio e lavoro per circa 13 anni fuori dalla Sardegna e in tantissime città diverse non la fa sentire stretta nella storia di uno specifico territorio, anzi, come nella ricerca artistica, anche nella vita di tutti i giorni Elisa sente di potere ogni giorno aggiungere contenuto e valore al proprio lavoro che tocca contenuti universali.

Da questo punto di vista, dunque, anche incontrare la cosiddetta “provincia” durante le tournée degli spettacoli, rappresenta motivo di arricchimento e di confronto con le diversità, le specificità che rendono belli i racconti rappresentati dagli spettacoli, i quali, a loro volta, possono trasformarsi in potenti strumenti educativi. Poiché il teatro rappresenta per Elisa un atto civile e politico che si realizza proprio attraverso il rapporto diretto con il pubblico e il pregio della sua attività è rappresentata dal lavorare in piccoli teatri, il che non esclude, ovviamente, l’obiettivo di poter rappresentare le proprie opere anche nei grandi teatri, quelli frequentati dal grande pubblico. E ricorda Elisa «L’incontro diretto con gli spettatori, con le comunità locali, a fine spettacolo per me è sempre fonte non solo di soddisfazione come attrice, ma soprattutto come persona, perché mi rendo conto che una delle mie maggiori soddisfazioni è quella di sentirmi completamente libera di esprimermi».

Però, in questo magnifico lavoro, esistono anche degli aspetti “spinosi”, uno dei quali è rappresentato dalle possibili collaborazioni con soggetti ed enti – privati e/o pubblici – per avere sostegno e, perché no, forme di finanziamento, un fattore che, a volte, può cozzare con il concetto di indipendenza, soprattutto quando l’attività di scrittura, produzione e recitazione si concentrano su un’unica persona, come nel caso di Elisa. Su questo piano, ci ricorda Elisa, «non sono moltissime le possibili collaborazioni, difficile oggi avere un sostegno anche dal punto di vista di forme di mecenatismo, ormai sempre meno utilizzate per favorire la realizzazione dell’espressività artistica». Oggi ci si muove con sempre maggiori difficoltà e c’è una riduzione dei sostegni alla produzione e anche quando si presentano occasioni di partecipazione a dei bandi, si possono trovare meccanismi poco invitanti e, anzi, demotivanti.

Il curriculum di Elisa in più di 10 anni di attività è già molto ricco di esperienze in tutti gli ambiti possibili (incluse la radio e la TV “educativa”), il suo impegno è notevole e, come già accennato, Elisa è oggi una globetrotter, continuamente in viaggio con i suoi progetti, sempre più diversificati. Per questo è stato naturale chiederle se tutto questo, dal suo punto di vista, è sufficientemente ripagato. «Dal punto di vista economico», afferma Elisa, «la mia attività è ripagata in maniera dignitosa, anche se sono consapevole che operare in questo ambito, senza considerarmi ovviamente una star, non mi potrà portare ad arricchirmi né, tantomeno, a poter far conto su una lauta pensione, a fine carriera. Ma questa è la grande scommessa».

Dal punto di vista artistico, invece, Elisa è fortemente consapevole di aver voluto perseguire, nella maggior parte dei casi, la propria coerenza con i suoi valori, riuscendo a mantenere fede alla sua cifra stilistica, senza venire meno ai propri principi, evitando di prendere parte a progetti che non le interessavano o che le davano la sensazione di porre delle limitazioni.  La sua scelta prevalente è stata sempre quella di proporre progetti suoi o di partecipare a progetti in cui si è sentita coinvolta, anche mettendosi al servizio di altri per arrivare a un buon risultato. A fianco ai progetti teatrali ci sono stati anche altri progetti con la radio e la TV: bellissimo il programma in sardo sui libri e la lettura, “Il libro del cuore”, realizzato con Rai Regione Sardegna e con il coinvolgimento dei ragazzi, che vedrà una seconda edizione nel 2024.

«Ciò di cui vado veramente fiera», ribadisce Elisa, «è il fatto di non stancarmi mai, come per esempio per Mistero Buffo, che porto in giro ormai dal 2018, avendo totalizzato 150 repliche durante le quali non mi annoio mai, anche se delle mie ‘creature’ seguo tutte le attività che riguardano lo spettacolo, incluse le questioni gestionali a volte piuttosto impegnative».

Tra i nuovi progetti di cui Elisa ci ha parlato troviamo quello dal titolo “S’Unda Manna”, in scena proprio in questi mesi. Si tratta di un monologo che narra un pezzo della storia del territorio di Elmas, dove il 26 ottobre 1946 era avvenuta un’alluvione che ha coinvolto anche la famiglia di Elisa. Ci ricorda Elisa «Lo spettacolo, pur riguardando la mia famiglia, non è però un racconto autobiografico. Il progetto era nato nel 2021 e avrebbe dovuto essere realizzato nel maggio 2022, quando però è venuta a mancare la figura estremamente importante per me personalmente e per il mio teatro, l’attore e regista Eugenio Allegri, con il quale sarebbe stato possibile avviare una vera nuova stagione, più in generale».

Così si è espressa, a fine 2023, sui social Elisa in merito a questa perdita «Chi mi segue da tempo sa già che in questo progetto c’è una persona (perché io so e sento che C’È!) che avrebbe dovuto avere un ruolo importante ma così non è stato, un regista, un VERO uomo di teatro, che non si perdeva in chiacchiere ma si metteva a lavorare, un Maestro, un amico. Non è in prova con noi, ma Lui c’è! Eugenio non abbandona mai le persone che aveva scelto».

Infatti, malgrado questa grave perdita, lo spettacolo è stato portato avanti con Annalisa Bianco, la regista di “Articoli per signore”, che si è messa a disposizione per realizzare una versione più ridotta e snella, e il debutto è avvenuto in Toscana lo scorso 12 gennaio, permettendo così di affrontare la nuova sfida della ricerca di spazi e partner adeguati per poterlo rappresentare in tutta Italia. E sottolinea sempre Elisa «Ho incontrato una regista che ha altrettanta esperienza e meriterebbe la stessa fama, con una storia personale e artistica pazzesca, ma il teatro è spietato e le logiche di mercato non sempre premiano i meritevoli, e lei si meriterebbe molto di più. Senza far prevalere il suo ego, si è volentieri inserita nella scia di un progetto già iniziato, che ha già una storia. Siamo all’inizio, nelle prossime settimane sarà un tassello, un primo studio. Sono felice e sono triste. È giusto così. Siamo umani, contraddittori, conflittuali, come il teatro. Ci manca chi non c’è più. È giusto così».

E poiché sono state molte le riflessioni a cavallo tra la fine del 2023 e l’inizio del 2024, Elisa ci ha parlato anche dei cambiamenti avvenuti in lei, che l’hanno portata a guardare con occhi nuovi e fuori dagli schemi al suo futuro, che riguarda nuovi inizi, anche in ambiti finora mai considerati: uno riguarda un corso online di podcasting, public speaking e comunicazione, l’altro, particolarmente innovativo per un’attrice (che usa il corpo come “strumento” di lavoro) riguarda l’ambito nutrizionale-benessere con un percorso di coaching di cura di sé. Sostiene Elisa «È molto importante prendersi cura di sé, investendo sul nostro corpo e sulla nostra mente, sulla nostra salute più in generale. Sono molto fortunata e la fortuna bisogna restituirla e metterla in circolo: la mia mission si conferma sempre di più, anno dopo anno, quella di contribuire a far vivere alle persone la loro vita migliore, lo faccio da anni con la mia arte e, da alcuni mesi, con il progetto benessere».

Elisa ha lavorato per tutto il 2023 (ma anche prima!) con grande intensità e forza di volontà – anche contro le evidenze e le ingiurie della vita – per portare avanti i progetti vecchi, programmare quelli nuovi, e pianificare nuovi orizzonti – soprattutto perché è consapevole che in altri periodi questa semina le permetterà di rallentare i ritmi, di avere più tempo libero e di non avere sempre le giornate così piene e programmate, obiettivo fondamentale per chi come lei è curioso di fare tante cose in questa vita.

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6 commenti

  1. Clelia Atzori Uras

    Articolo molto interessante.

  2. Graziella Falaguasta

    Clelia Atzori Uras merito di Elisa Pistis che ha raccontato di sé e del suo lavoro 👏🏼👏🏼👏🏼

  3. Graziella Falaguasta merito di chi ha ascoltato e posto domande interessanti..ovvero tuo ! 😃

  4. Grande Elisa,chi semina,miete.Articolo interessante e completo

  5. Giovanni Delogu

    Anch’io nel 2019 avevo conosciuto Elisa Pistis durante la rappresentazione di “Mistero Buffo” al Civico, Sassari.. 👍

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