INIZIATIVA DEL CIRCOLO CULTURALE SARDO “LOGUDORO”  COME  APPORTO ALLE CELEBRAZIONI PAVESI DELLA RICORRENZA DEL 1300° ANNIVERSARIO DELLA TRASLAZIONE DELLE SPOGLIE DI SANT’AGOSTINO  DA CAGLIARI A PAVIA

evento segnalato da PAOLA PISANO

Il Circolo culturale sardo “Logudoro” ha programmato – come propria iniziativa specifica di apporto alle celebrazioni pavesi (coordinate dal comitato “Pavia Città di sant’Agostino”) della ricorrenza del 1300° anniversario della traslazione delle spoglie del santo da Cagliari a Pavia –   la presentazione di due libretti e di un opuscolo che riportano in italiano e in sardo gli avvenimenti  1) del trasferimento dei sacri resti del santo e 2) della biografia  di  sant’Agostino. In particolare le ultime due pubblicazioni propongono due raccolte di “Gosos”*, canti devozionali della tradizione sarda, che gli sono stati dedicati.

Si tratta nello specifico:

1) del volume (pubblicato nel dicembre 2019 dal Circolo) di Attilio Mastino “L’arrivo e la permanenza del corpo di Agostino in Sardegna …”  che comprende la Cronologia, a cura di Paolo Pulina, delle iniziative promosse dal Circolo in onore di sant’Agostino, co-patrono della città di Pavia insieme a san Siro, a partire dal 1990; 2) della ristampa, con nuova prefazione dell’autore, di un volumetto di “Gosos” in lingua sarda, dedicati a S. Agostino, raccolti dallo studioso Adriano Pilia. L’opera, in italiano e in sardo, racconta anche l’itinerario spirituale di Agostino sino alla conversione. Si ricorda che il battesimo del santo avvenne a Milano nella Pasqua dell’anno 387: precisamente nella notte tra il sabato 24 e la domenica 25 aprile;

b) pubblicazione di un opuscolo di “Gosos” in onore di sant’Agostino riuniti nel 1892 da un sacerdote di Abbasanta (paese in provincia di Oristano di cui Agostino è il santo patrono) e di altri canti devozionali trovati da Paolo Pulina in altri volumi di poesia religiosa.

La presentazione delle tre pubblicazioni, coordinata dalla presidente Paola Pisano, sarà svolta dal vicepresidente vicario Paolo Pulina.

Nel dettaglio, la giornata di martedì 25 Aprile avrà per i soci del Circolo “Logudoro” il seguente svolgimento.

-Ore 10,45: arrivo staffetta da Cagliari alla Basilica di San Pietro in Ciel d’Oro nell’omonima piazza;

-Ore 11,00, messa solenne in onore di S. Agostino;

-Ore 14,00, visita alla mostra “L’Arca Perduta” presso il Castello Visconteo;

1) Ore 15,00, presentazione delle tre pubblicazioni realizzate dal Circolo “Logudoro” presso la sala conferenze del castello Visconteo.

*Gosos: I gosos o gòccius (nel sud Sardegna), sono dei canti devozionali e paraliturgici, di provenienza iberica, diffusi in Sardegna e composti in lingua sarda. La parola gosos e le sue varianti gotzos, cotzos (logudorese), gosi (gallurese) usate nella Sardegna centro-settentrionale derivano dal castigliano gozos, mentre al sud dell’isola le varianti goggius, goccius, coggius (campidanese) derivano dal catalano goigs (in algherese si chiamano allo stesso modo). E sia gozos che goigs derivano dal latino gaudium «gioia, allegrezza».

2) A seguire:  Cerimonia di consegna al Circolo di una statua della Madonna di Bonaria

Nell’occasione anche: cerimonia di consegna al Circolo di una statua della Madonna di Bonaria da parte del socio Roberto Tilocca, consigliere comunale e presidente della Commissione Cultura del Comune di Pavia. La leggenda relativa all’intitolazione alla Madonna di Bonaria della capitale dell’Argentina Buenos Aires sarà illustrata dal donatore della statua. Si è scelta questa data per essere in linea con una delle tre grandi feste (quella del 24 aprile; le altre sono il 25 marzo e la prima domenica di luglio) che si tengono in Sardegna e in particolare a Cagliari in onore della Madonna di Bonaria.

La leggenda della Madonna di Bonaria (testo da Internet)

C’è un antico aneddoto che lega la Sardegna all’Argentina ed inizia nel 1370, quando alcuni marinai spagnoli di ritorno dall’Italia vengono colti di sorpresa da una terribile tempesta mentre navigano nelle acque sarde. Per evitare il naufragio gettano tutti i bagagli in mare. Finita la tempesta, tentano invano di riprendere la rotta per la Spagna, ma la nave segue inspiegabilmente la direzione di una voluminosa cassa rimasta a galla, che entra nel golfo di Cagliari e la guida sino al borgo di Bonaria. Nel borgo trovano rifugio in un piccolo convento dove, spinti dalla curiosità, aprono la misteriosa cassa. All’interno c’è una statua della Vergine, che tiene un cero acceso nella mano destra e col braccio sinistro sostiene un bambino Gesù sorridente.

Da allora fu venerata come la Madonna dei navigatori e la si chiamò Bonaria, o della “Buona Aria”. Nel tempo della dominazione catalana della Sardegna divenne ben conosciuta dagli spagnoli.

È il mare e una Madonna invocata e amata dai marinai ciò che lega il santuario cagliaritano di Bonaria alla capitale argentina, Buenos Aires,  la quale si chiama  così per la devozione del fondatore, Pedro de Mendoza, a Nostra Signora di Bonaria, venerata nel santuario di Cagliari.

De Mendoza, fondando la città il 2 febbraio 1536, dedicò il sito a Nostra Signora Maria del Buon Aires per mantenere la promessa che fece alla Patrona dei Navigatori che si trovava nella confraternita dei Mareantes di Triana e della quale era membro. Anche nella rifondazione della città, fatta da Juan de Garay nel 1580, il nome definitivo è “Ciudad de la Santissima Trinidad en el Puerto de Santa Maria del Buen Aire”. In effetti “Buen Aire” era la castellanizzazione del nome della Madonna di Bonaria, cioè della Madonna della Candelaria (la Candelora), a cui i padri Mercedari avevano edificato un santuario per i navigatori di Cagliari, e che era venerata anche dai navigatori di Cadice, Spagna.

Il legame atavico tra Buenos Aires (e in generale l’Argentina) e la Sardegna si rafforza ancor di più grazie alle esperienze dei migranti sardi, dai racconti dei quali emerge un profondo senso di gratitudine per l’aiuto, la solidarietà e il sostegno ricevuto dal giorno del loro arrivo in Argentina fino al momento in cui hanno capito di avercela fatta. «Mamma Argentina, grazie per averci accolti come tuoi figli e per averci permesso di realizzare i nostri sogni e le nostre speranze. Ci hai dato pace, lavoro e protezione».

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4 commenti

  1. Giovanni+Asole

    Sempre grato alla Madonna di Bonaria ci tengo a ricevere una copia dei libriccini come ricordo

  2. Ho letto con interesse.
    È una ricorrenza importante, che alimenta fede e desiderio di conoscenza, nello spazio concreto di una dimensione socio-culturale straordinaria…sarà una bella giornata.

  3. Iniziativa molto interessante lungo il solco dell’impegno pluriennale del Circolo di Pavia di valorizzare gli infiniti aspetti della cultura sarda, soprattutto quelli che superano i confini della Sardegna.

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