IL BLOCCO DEL PORTO DI OLBIA. BATTISTA CUALBU, PRESIDENTE DI COLDIRETTI: “IN QUATTRO GIORNI DI FERMO, PERDITE PER DUE MILIONI DI EURO”. I MANIFESTANTI: “NON CE NE ANDIAMO”

di MARIA VITTORIA DETTOTO

Al porto Isola Bianca di Olbia si conclude il quinto giorno di blocco, con le navi Grendi, Tirrenia e Grimaldi ferme ed alcune tra le più grosse aziende di logistica italiane, che hanno sospeso le consegne da e per la Sardegna. Mentre i manifestanti nonostante la pioggia battente di oggi proseguono il blocco e non hanno intenzione di andarsene, il presidio di Porto Torres si è sciolto questo pomeriggio a seguito anche dell’incontro avuto ieri con il prefetto di Sassari Paola Dessì e ad alcuni eventi accaduti questa mattina nei parcheggi del porto.

A chiedere l’intervento del prefetto erano stati i vertici di Confindustria che lamentano i gravi problemi che questo sciopero sta creando alle aziende sarde, non ultime quelle edili, bloccate a causa dei rincari dei prezzi dell’energia e dell’irreperibilità delle risorse.

Ma, il comparto che più pare fare le spese del blocco è quello ortofrutticolo e legato al settore primario in generale, che secondo Battista Cualbu, presidente di Coldiretti, in quattro giorni ha subito perdite per due milioni di euro: “Siamo a fianco di chi protesta, ne comprendiamo le ragioni, ma occorre avere la testa e far passare le materie prime. Gli animali hanno bisogno di mangiare, non si può creare una guerra tra poveri. Anche chi produce ad esempio asparagi, carciofi o cozze, ha diritto ad andare avanti. Ci appelliamo alla politica, affinché dia delle risposte quanto prima ed al buonsenso dei manifestanti per non passare dalla ragione al torto”, conclude Cualbu.

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