IDENTITA’ E PROMOZIONE CULTURALE CON LE ASSOCIAZIONI DEGLI EMIGRATI SARDI: UN VIAGGIO CHE NON SI E’ MAI INTERROTTO

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di ELIO TURIS

Ai primi di marzo, Massimiliano Perlato, direttore della testata “Tottus in pari” ci inviò un messaggio nel quale poneva, per mettere insieme un articolo, una domanda esplicitata come segue: ”Per il mondo dell’associazionismo degli emigrati sardi, dopo questa prolungata pandemia, sarà come guardarsi in giro dopo aver subito un terremoto catastrofico? Alcuni dirigenti non ci sono più, le attività sono ferme da oltre un anno. Come si potrà riprendere un percorso culturale di promozione della Sardegna? Quali sono le premesse?”

Alla domanda, anzi alle domande, vogliamo rispondere, non in prima persona, ma con risposte dettate da una esperienza collettiva.

L’emergenza sanitaria mondiale, che è sotto gli occhi di ognuno di noi, oltre a renderci tutti uguali, e metterci tutti sullo stesso livello, ha sicuramente minato in molti le certezze accumulate con l’età e l’esperienza. Abbiamo avuto dirigenti  e soci, che dopo aver contratto il virus, ci hanno lasciato ; la seconda e terza ondata del contagio, è stata la più forte, la più tragica e la più crudele Su questo non c’è dubbio. Le nostre sedi dal 09 marzo chiuse, se aperte in un continuo apri e chiudi, ma con molte paure e incertezze. E comunque hanno continuato a vivere come centri pulsivi, vivi. Non certo centri chiusi, perché chiusi i portoni. Chiuse le attività in presenza?  Chiudere una porta, non vuol dire che le parole, le idee ,le relazioni  ed anche le attività, intese fino alla soglia dell’emergenza sanitaria,  debbano essere dichiarate  sospese .Le attività viste come promozione della Sardegna, la diffusione e comunicazione dei nostri valori identitari, hanno continuato ad essere presenti e veicolate, se non in presenza attraverso la scoperta di nuovi strumenti di cui ci siamo appropriati.

In nostro soccorso è venuta la tecnologia, che si affacciava in quei momenti in aiuto e sostegno del mondo del lavoro, senza la quale tante attività si sarebbero fermate, e “il lavoro agile” comunemente chiamato “smart working” , non sarebbe decollato in Italia.

Il mondo del lavoro ed il mondo della scuola hanno iniziato ad approcciarsi ad un modo nuovo di comunicare, così come alcuni nostri circoli hanno capito le potenzialità e l’importanza di usare tale veicolo per continuare a tenere legati i dirigenti e i soci. Sono iniziati i primi incontri sulle varie piattaforme, che con il passare dei mesi si moltiplicavano, offrendo dei buoni prodotti a prezzi contenuti, partendo anche da offerte a costo zero.  E si sono moltiplicati i circoli che offrivano proposte di attività in remoto on line per i propri soci.

L’esperienza che viene qui riportata, parte da alcuni circoli della Toscana, a cui si sono aggiunti altri dall’Umbria, Marche Lazio, sino a raggiungere i nostri conterranei nei luoghi più lontani, Cina ,Giappone, Argentina Canada, USA. Cosa ci accomunava se non il valore identitario che ogni emigrato sardo ha dentro di sé? Quella voglia di vivere vicino alla propria Isola e continuare a svolgere e superare, il forte handicap che il momento ci costringeva a subire.

Nonostante la chiusura totale decretata dall’espandersi del contagio da Covid 19, il 28 di aprile del 2020, presente la nostra Presidente FASI, abbiamo avviato una trasmissione su una piattaforma digitale per ricordare, in forma autogestita, il nostro “Sa die de sa Sardigna”, con una forte partecipazione di circoli e soci. Forse un po’ impacciati, ma convinti che quella era la strada da seguire per continuare a essere presenti dirigenti soci e cittadini, e poter offrire eventi,  anche se in modo inconsueto.

Abbiamo così imparato ed iniziato ad organizzare i nostri eventi on line.

Ogni circolo proponeva   un argomento che avrebbe presentato, tutti avevano ed hanno pari dignità nella proposta e nella conduzione. Si sono sviluppati  incontri frequenti necessari per l’organizzazione dell’evento, la stesura del palinsesto, il calcolo dei minuti, la voglia di presentare un evento dignitoso, e nella maggior parte   molto di più. In questo clima si sono create amicizie, relazioni ed empatie tra i vari protagonisti, per cui abbiamo iniziato dall’archeologia parlando di Monte Prama o del SInis, di poesia con “Rimas Nobas”, di muscia jazz e non solo, con il musicista Enzo Favata, per poi tornare all’archeologia con i Nuraghe. Arriviamo a dicembre e concordiamo con tutti i circoli di farci gli auguri, ognuno portando in dote una “performance”. All’evento partecipa anche l’assessora e Vice Presidente della Regione Sardegna Dott.ssa Alessandra Zedda e la presidente F.A.S.I. Serafina Mascia. Si conclude l’anno 2020, con un omaggio ad Orgosolo ed ai suoi murales, avendo come ospite uno dei protagonisti  il Maestro Francesco del Casino e molti dei suoi allievi.
Nel corso dell’anno 2020  sono andati in onda n. 7 eventi, la piattaforma si consolida, così come il gruppo partecipante. Nasce il progetto “Distanti ma uniti.Casa Sardegna on line”.

Il maestro Francesco del Casino, ci fa dono di tre bozzetti per un logo del nostro progetto. Democraticamente viene messo “a gara” la sua scelta e adottato quello più votato.

La pandemia non ci separa, ci unisce. La pandemia offre anche qualche opportunità, fra cui quella delle relazioni, della conoscenza con altre persone che forse in presenza non avremo mai fatto, ci scopriamo capaci di fare e produrre attività che in momenti “normali” forse, non avremo fatto.

Con l’esperienza aumentano anche i canali di diffusione degli eventi, non solo più la piattaforma, i nostri siti, i nostri social, ma si crea il gruppo Facebook “Distanti ma uniti casa Sardegna on line” che replica le dirette degli eventi; contribuisce ad ottenere ottimi indici di presenza e di ascolto la collaborazione con la  piattaforma TV AJO’ NOAS. Continua il sostegno da parte delle testate giornalistiche sempre vicine alla emigrazione sarda nel mondo, anzi troviamo un maggior e pronto sostegno nella comunicazione, in particolare ci piace ricordare “Tottus in pari” ed il suo editore, sempre a fianco della diaspora dell’emigrazione sarda, e che ci auguriamo a breve di avere nostro ospite in evento, interamente dedicato alla testata, per raccontarci questi oltre 24 anni di “uscite” .

L’avventura sta continuando, abbiamo spento la “candelina” del primo compleanno.

E’ già trascorso un anno e lo sanciremo con l’evento “Sa die de sa Sardigna”, che andremo a celebrare sabato 8 maggio, con il solito “rito” degli spazi autogestiti.

Questi mesi del 2021 sono stati intensi di eventi: per due volte abbiamo ricordato Antonio Gramsci in occasione del 130° anniversario della sua nascita, parlando delle fiabe e delle “sue” donne. Abbiamo parlato del Cagliari con il giornalista Luca Telese e raccontato alcuni  dei carnevali in Sardegna. Abbiamo mostrato la Sardegna al femminile, dove le donne raccontano il loro lavoro creduto prerogativa solo degli uomini, discusso di arte, ricordando Bonaria Manca, di cucina con lo scrittore e chef Giovanni Fancello, di scienza con le onde gravitazionali e di chiacchere con il giornalista Luca Urgu con il suo nuovo libro “Storie da bar”. Abbiamo visto l’attenzione crescere, soprattutto su certi argomenti, abbiamo così imparato anche a verificare i contatti di quanti ,numericamente ci seguivano: dall’inizio del 2021 si sono svolti 10 eventi, con una media di presenza, sulle tre piattaforme di 762 persone.

Per cui dovendo sintetizzare una risposta, dopo quanto sopra esposto, ci sentiamo di confermare che il percorso culturale non si è fermato; a quello in presenza si è sostituito, surrogando certo, quello in remoto, ma ha portato a governare azioni e strumenti in maniera nuova, ad abbattere i muri delle distanze e avvicinando esperienze in paesi diversi e lontani. Un domani tornando alla “normalità”, questi strumenti usati per necessità, diventeranno strumenti integrati e necessari per le attività di ogni circolo, e difficilmente saranno abbandonati.   Quello che è mancato, forse  è l’aspetto più “folclorico” e “folclorizzante”, che se non prevalente, interagisce i modo positivo, come completamento e complemento delle attività di un circolo. Sicuramente è mancato la socialità che spesso si trasforma in convivialità, che contribuisce alla costruzione e a rafforzare l’unità. Alcuni nostri amici non sono più fra noi, questo è l’aspetto triste di questi mesi, a loro deve andare il nostro pensiero, il ricordo e la memoria.

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Un commento

  1. Un tributo al lavoro e alla dedizione dei Circoli alla Sardegna. Grazie Elio per aver sintetizzato il percorso culturale e aggregativo di “Distanti ma Uniti. Casa Sardegna online”. Un anno di eventi, di prove, di idee, di progetti ma soprattutto un anno di relazioni e di incontri che, ci auguriamo tutti, possano proseguire e sfociare nel breve periodo in un grande incontro dal vivo!
    Un ringraziamento particolare a Massimiliano, per l’instancabile lavoro che porta avanti con Tottus in Pari.

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