LA POESIA E LA LIBERTA’: FABIO STRINATI, ANIMA E MENTE DALLE ORIGINI SARDE NELLE MARCHE

ph: Fabio Strinati
di MASSIMILIANO PERLATO

 “La poesia è come un’orchestra in cui centinaia di sinfonie e suoni s’intrecciano, dando forma alla perfezione dell’anima e della mente”.

Così si introduce Fabio Strinati, poeta, pianista e compositore. Nasce a San Severino Marche nel 1983 e vive ad Esanatoglia, un paesino della provincia di Macerata. Ha origini sarde con legami affettivi in Barbagia e nel sassarese. Molti dei suoi interessi culturali sono profondamente legati alla Sardegna. All’isola, ai suoi paesi e personaggi ha destinato diversi poemi. Da piccolo ha coltivato la passione per la musica trasmessagli dal padre. Rilevante per la sua formazione è l’incontro con il pianista Fabrizio Ottaviucci, grande interprete della musica contemporanea. Aderisce a diverse edizioni di “Itinerari D’Ascolto”, come interprete e compositore, nonché a numerosi festival e manifestazioni musicali. Partecipa nell’ottobre del 2015 alla mostra di arte visiva “movimento suoni idee” come artista musicale e al Caffè Concerto di Modena con Amos Amaranti e gli Arcadia Meccanica all’XI edizione della Giornata del Contemporaneo. “Senza la musica non sarei mai nato. Tutto quello che tocco è melodia. Tutto ciò che ascolto, quello che osservo e anche quello che vorrei esaminare. Il suono viaggia su frequenze diverse dalla poesia: anche la poesia è suono, ma deve condividere lo spazio con la parola. Il suono è protagonista assoluto del suo spazio infinito”.
Fabio Strinati inizia nel 2014 a dedicarsi alla scrittura, con uno studio sviscerato dei grandi della letteratura italiana. “Montale mi ha arricchito tanto: quel suo ‘attraversare’ gli autori, quella sua formazione, tipica dell’autodidatta, ancora oggi mi affascina in maniera impressionante. Mi piace molto anche Vincenzo Cardarelli: la sua vita vagabonda, solitaria, molto severa e austera. E i suoi temi: l’adolescenza, il viaggio, la perdita della dignità”.
Ha pubblicato nell’ottobre dello stesso anno il suo primo libro di poesie, “Pensieri nello scrigno. Nelle spighe di grano è il ritmo”, che è stato trasposto anche in spettacolo teatrale. Seguono “Un’allodola ai bordi del pozzo”, che si è aggiudicato alcuni premi nazionali ed internazionali. “Dal proprio nido alla vita”, un poemetto ispirato a un romanzo di Gordiano Lupi. “Miracolo a Piombino”, poi ancora le raccolte poetiche “Al di sopra di un uomo” e “Periodo di transizione”. “La scrittura, come forma di espressione, mi rende una persona libera. La mia anima è uno scrigno pieno zeppo di pensieri, una bolla d’aria parecchio tormentata, che ha bisogno di esprimersi perché la sua struttura, essendo complessa o alquanto complicata, riesce a emergere in maniera del tutto naturale. La poesia, così come la musica, aiutano ad aprirmi. Tendo a essere una persona isolata, ma non è una mia scelta. Tutto ciò che conta, è far emergere un sentimento, in un determinato momento. Vivo d’intuizioni: non ricordo con precisione quando ho iniziato a scrivere, ma quando questo è avvenuto, ricordo lo sguardo dei miei occhi impressi sul foglio di carta”.
Fabio è presente in diverse riviste ed antologie letterarie. Da ricordare “Il Segnale”, rivista letteraria fondata a Milano dal poeta Lelio Scanavini. La rivista “Sìlarus” fondata da Italo Rocco, l’Osservatorio Letterario-Ferrara e “L’Altrove”. E il bimestrale di immagini, politica e cultura “Il Grandevetro”.  È stato immesso da Bonifacio Vincenzi nell’opera antologica “I poeti del centro Italia volume primo” dedicata al poeta, scrittore e saggista Rodolfo Di Biasio. Inserito nel volume collettaneo “Ti sogno, terra” ideato e curato dalla poetessa e scrittrice Laura Margherita Volante ed introdotto all’interno delle note e prestigiose pubblicazioni dei Quaderni del Consiglio Regionale delle Marche. Alcune sue poesie sono state tradotte in romeno, in bosniaco, in croato, in spagnolo, in albanese, in francese, in inglese e in turco. Mentre in lingua catalana è stato tradotto da Carles Duarte i Montserrat.

Scrive regolarmente testi poetici per Etnie, rivista di culture minoritarie ed è collaboratore della rivista di letteratura della migrazione “El Ghibli”, diretta dallo scrittore senegalese Pap Khouma. È inoltre il direttore della collana poesia per le Edizioni Il Foglio e cura una rubrica poetica dal nome Retroscena sulla rivista trimestrale del Foglio Letterario.

Di seguito una sua poesia “Soffia nel vento” tradotta in catalano (“Alena al vent”) da Carles Duarte i Montserrat.

Oltre una frontiera forgiata dal sole

vagano le ombre, le sagome

e quel respiro del vento assiduo

che soffia sulle fronde di alberi

antichi vessati dal tempo. Vagano

nei fiumi, le sostanze fertili al di là

del mare quand’è sera e penetra

così informe alta marea

che tutto sembra

nascere e tacere nell’inchiostro

a poco a poco, modulato in un sentiero

la scalinata di un addio.                           

*

Sotto il cielo esteso di Barcellona

navigano luci e scorribande. Soffia nel vento

una parola nata da un foglio bianco

sopra uno specchio le immagini stanche…

il volto di una donna

d’istinto e d’eleganza si cela sguardo

puro nel cerchio assorto di una danza

l’attimo che si dilata, oltre un ricordo

indelebile intravedo abile tramonto,

guerriero ed immortale.

*

Els immortals sogni sbucano nel buio

della notte ascoltano storie di vecchi

rantoli e fantasmi avvolti dal sonno

e dal catrame. Foreste nascoste

moltitudine di schiere, soldati vestiti di terra

umida coltivata con le sofferenze

di gabbie e filo spinato: soffia nel vento

il suono di rivoluzione!

Enllà d’una frontera forjada pel sol

vaguen les ombres, les siluetes

i aquell respir del vent constant

que alena damunt del fullatge d’arbres

antics vexats pel temps. Vaguen

pels rius, les substàncies fèrtils més enllà

del mar quan arriba el vespre i penetra

tan informe marea alta

que tot sembla

néixer i callar a la tinta

a poc a poc, modulat en un sender

l’escalinata d’un adéu.

*

Sota el cel estès de Barcelona

naveguen llums i incursions. Alena al vent

una paraula nascuda d’un full blanc

damunt d’un mirall les imatges cansades…

el rostre d’una dona

per instint i elegància s’amaga esguard

pur dins el cercle absort d’una dansa

l’instant que es dilata, més enllà d’un record

indeleble entreveig hàbil ponent,

guerrer i immortal.

*

Els immortals somnis sorgeixen dins la foscor

de la nit escolten històries de velles

raneres i fantasmes embolcallats pel son

i el quitrà. Boscos ocults

multituds de rengles, soldats vestits de terra

humida conreada amb patiments

de garjoles i filferro espinós: alena al vent

el so de la revolta!

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