SATTA, NEL SEGNO DEL GIUDIZIO: NEL 40° ANNIVERSARIO DELLA PUBBLICAZIONE UN SAGGIO DEDICATO ALLE COPERTINE DEL VOLUME

Immagine di Marco Oppes sulla presentazione del saggio di Manola Bacchis a Nuoro

di Lucia Becchere

Nel quadro delle celebrazioni del 40esimo dalla pubblicazione del capolavoro di Salvatore Satta Il giorno del giudizio, il 24 ottobre scorso presso la biblioteca Sebastiano Satta di Nuoro è stato presentato il libro Nel segno del giudizio (edizione Condaghes) di Manola Bacchis, sociologa, pedagogista e docente. Ha coordinato l’evento Leonardo Moro. L’opera analizza le 41 copertine del capolavoro sattiano e si arricchisce della testimonianza di Filippo Satta figlio di Salvatore che ricorda il momento in cui il padre gli disse «quasi parlando con se stesso» che avrebbe scritto la storia di Nuoro, della prefazione del giornalista scrittore Tonino Oppes, di un vasto questionario attestante le motivazioni del gradimento delle copertine e infine della postfazione di Leonardo Moro.

Autore di numerosi libri su Satta, il professore Ugo Collu intervenuto dopo i saluti dell’assessore alla cultura di Nuoro Sebastian Cocco, ha definito il lavoro della Bacchis «un saggio che soggioga come un romanzo». Trattasi per lui di un viaggio attraverso la sottile trama pubblicitaria la cui elaborazione dei segni si comprende appieno solo dopo aver letto la prima parte del libro dove l’autrice offre al lettore gli strumenti per una migliore comprensione dell’opera. «Un lavoro che mancava e che Satta merita per il suo riscatto letterario » – ha detto Collu ripercorrendo il lungo e travagliato cammino del capolavoro sattiano verso la pubblicazione. Ha ripercorso i dibattiti mai sopiti, le difficoltà che hanno incontrato familiari ed amici, gli errori di trascrizione che hanno alterato il significato del testo rendendone irriconoscibili luoghi e persone, insomma «una gestazione laboriosa e sofferta».

Collu ha sottolineato quanto «il problema copertina » sia delicatissimo, in particolare nei romanzi perché «trasmette significati e suscita emozioni tali da turbare le superfici piatte della nostra affettività». Per lo studioso tutte le copertine contengono un codice iconico e narrativo non facile da interpretare, affermando tuttavia come le copertine analizzate dalla Bacchis abbiamo riscontrato «un diffuso responso di gradimento».

Leonardo Moro che ha collaborato all’analisi delle prefazioni e postfazioni delle 41 edizioni de Il giorno del giudizio, ha ricordato il pensiero di Bernardo Albanese espresso nella prefazione della Cedam (1977): «La portata universale dell’opera di Satta sarà un altro segno della sua vittoria sulla morte». Nell’edizione olandese del 1982 si fa il parallelismo fra Il giorno del giudizio Padre e padrone di Gavino Ledda. I due autori hanno sofferto della propria condizione sociale e per questo entrambi si sono voluti affrancare dal proprio contesto. Ledda ha trovato il riscatto con un nuovo codice linguistico, Satta con la scrittura. L’edizione greca del 1989 definisce il libro un raro «contributo alla comprensione della storia degli uomini». Se nell’edizione Eolo 20 del ’96 l’ironia dei personaggi di Pirandello viene accostata a quella dei personaggi sattiani, nell’edizione Illisso 1999 George Steiner segue il filone della geografia culturale, il senso dei luoghi, dei personaggi e il radicamento alla propria terra che accomuna Salvatore Satta alla Deledda e a Sebastiano Satta.

Moro ha voluto ricordare anche la prefazione dell’edizione catalana del 2009 in cui si coglie un travaglio di sentimenti e un marcato senso identitario dell’autore che sprigiona un riscatto sociale e culturale dell’intero contesto isolano. Infine nell’edizione inglese Apollo del 2016 è presente il riferimento allo spirito religioso dei sardi che considerano la stessa vita come un giudizio che va oltre la fede e che condiziona ogni iniziativa del popolo sardo.

«Nella copertina del mio libro – ha detto l’autrice Manola Bacchis nel suo intervento –, la cui grafica è stata curata da Giuseppe Carta, la memoria è rappresentata dal filo che unisce la storia, il segno è storia e l’arte siamo noi perché l’uomo nasce col segno, non con la parola».

La Bacchis si è soffermata sul disegno di copertina che rappresenta tutto il mondo interiore di Satta, la saggezza, la giustizia ma anche la morte sottolineando come dietro l’immagine che veicola messaggi ci sia tanto lavoro, risorse umane ed economiche. «È lo studio dell’uomo che suscita il mistero della vita, mistero che Satta ha sempre cercato». Per l’autrice il connubio fra titolo e copertina, grazie anche al lavoro dei sociologi della comunicazione, provoca la curiosità e scatena l’emozione del lettore. Per una sola opera 41 copertine, e tutte evocano il mondo del grande scrittore. Dunque «copertine come opere storiche e come fonte di domande », le cui interpretazioni per l’autrice sono infinite e creano un circuito di comunicazione senza parole. La Bacchis ha sostenuto che dai risultati dei questionari la copertina della prima edizione Cedam è quella che ha riscosso un numero maggiore di preferenze perché ha provocato molte emozioni ma il questionario, seppur rappresentativo di un pubblico vasto e variegato, non è tuttavia assoluto.

La copertina, ha chiosato ancora l’autrice, deve trasmettere emozioni e suscitare curiosità, deve interessare e rilassare, piacere ed appagare sostenendo che anche tramite i colori l’immagine dialoga con il lettore. Nell’edizione francese Gallimard del 2008 foto e dipinti assurgono a simboli e sono rappresentativi di Nuoro. Il Cristo rappresenta il Redentore, la bambina l’umanità e gli angeli la chiave della conoscenza che apre le porte del Paradiso. Nelle due edizioni inglesi del 2016 la stessa casa editrice ha inteso rappresentare il sacro con la processione a cavallo che richiama i pastori di San Pietro e il profano con il carro che riconduce ai contadini di Seuna. «Quale scelta migliore per ricordare Salvatore Satta»!».

«La memoria è un albero che da frutti solo se ci ricordiamo di innaffiarlo – sono state le parole di Tonino Oppes, giornalista scrittore autore della prefazione al testo – e il libro della Bacchis ha il merito di portare acqua. Occorre investire nella cultura, unico strumento per la salvezza dell’uomo». Le letture di Pino Porcu attore e curatore di diverse trasmissioni radiofoniche hanno impreziosito la serata.

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Un commento

  1. grazie Lucia Becchere per l’articolo. Grazie di nuovo a tutti. Bob in primis “che naviga nell’ oceano della letteratura su un aereo di carta Vergato dall’inchiostro che resiste nel tempo perché costruito con le pagine de il giorno del giudizio. Un capolavoro eterno e universale,insieme” (Cit. Nel segno del giudizio )

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