RITMI FRENETICI, TANTA NOSTALGIA E LE DIFFICOLTA’ INIZIALI: L’ESPERIENZA FANTASTICA A LOS ANGELES PER LA BIOLOGA CARLA COSSU

ph: Carla Cossu

di Salvatore Stella

Cambiare vita. Approcciarsi a nuove scelte e a decisioni complicate. Sardi all’estero: oggi parliamo di Carla Cossu, attualmente biologa presso la Scuola di Specializzazione in Patologia Clinica presso il dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale di Sassari, ma con un recente passato in terra americana.

Carla, raccontaci un po’ la tua storia: dalla Sardegna all’America. Cosa ti ha spinto a dire sí a questa affascinante esperienza? L’America è stata un’ opportunità alla quale non avevo mai pensato prima, è capitata e l’ho colta al volo. Sono partita mediante la mia scuola di specializzazione di Sassari. Il giorno in cui le mie professoresse R.M Pascale e M.M Simile ( che ringrazio), mi hanno proposto questa avventura, non ho esitato un attimo a dire sí.

Non hai avuto paura nell’abbracciare un mondo totalmente diverso dal nostro? Lingua, usanze, abitudini, ritmi…spiegaci un po’. Sapevo che non sarebbe stato facile, ma sapevo anche che un’ esperienza lavorativa e di studio all’estero, soprattutto negli States, è l’ambizione più grande di chi lavora in questo ambito. Ripeto, tanta paura, ma la mia determinazione ha avuto il sopravvento su di essa. Una scelta che rifarei. Una scelta che mi ha aiutato a crescere sia a livello lavorativo, ma anche a livello umano e caratteriale. Trasferirsi da Silanus (piccolo paese del centro Sardegna) a Los Angeles, è una situazione che spiazza completamente, ma l’ho gestita nel migliore dei modi.

Come è stato il tuo primo approccio alla nuova vita? Parlaci un po’ del viaggio e dell’arrivo a Los Angeles. Un viaggio interminabile, circa 12 ore di volo. Il 3 ottobre del 2015 sono atterrata negli USA. Li ha avuto inizio la mia nuova avventura. Sono partita da sola, ma ad accogliermi c’era la Dott.ssa nonché  “Assistant Professor” Maria Lauda Tomasi (anche lei formatasi nel medesimo dipartimento di Sassari) che ringrazio per avermi introdotto nel suo team presso il laboratorio di ricerca, affiliato al noto ospedale di Los Angeles “Cedars Sinai Medical Center”. L’impatto è stato complicato nella sua quotidianità. E’ stato difficile integrarmi. Non conoscevo alla perfezione l’inglese. Diciamo che l’inizio mi ha decisamente spaventato e colpito moralmente. Los Angeles, però, è una città bellissima, questo va detto.

Di cosa ti sei occupata esattamente durante la tua esperienza in America? Quali sono i tuoi ambiti di ricerca? La mia/nostra linea di ricerca verte sempre sullo studio molecolare delle patologie del fegato, ma con particolare interesse sui danni  indotti dall’abuso d’alcol, fino alla progressione dell’epatocarcinoma, al fine di individuarne i bersagli terapeutici. Ed e’ per questo che lavoriamo, e abbiamo lavorato, sodo ogni giorno, sperando di poter dare una migliore prospettiva di vita a tutti coloro afflitti da queste patologie. Stesso discorso per quel che riguarda il nostro laboratorio di Los Angeles. Ritmi di lavoro frenetici, dai quali però ho appreso e imparato tanto.

E’ stato complicato stare lontano dall’Italia, dalla tua quotidianità e dai tuoi affetti? La mancanza degli affetti ha giocato un ruolo importante, e purtroppo, per motivi di visto, sono potuta tornare  a casa solo una volta in due anni. Devo dire grazie alla mia famiglia, la quale mi ha sempre supportata e incoraggiata, e  soprattutto il mio ragazzo Alessandro, che non mi ha mai fatto sentire sola venendo a trovarmi diverse volte. Nonostante alcune problematiche e paure, consiglio a tutti un’esperienza di questo tipo. Un’esperienza che potrà solamente arricchirvi a 360 gradi. Esperienze di questo tipo servono anche per conoscersi personalmente nel proprio profondo.

Ora hai fatto ritorno in Italia: quali sono i tuoi progetto in ottica futura? Il prossimo  obiettivo è conseguire il tanto atteso titolo di specializzazione. Poi qualunque cosa accada, e comunque vada, credo e spero che questa esperienza americana mi possa esser d’aiuto, sia in ottica presente, sia in ottica futura.

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