IL SACRIFICIO DEL DOVERE A VENT’ANNI DALLA STRAGE DI CHILIVANI: UNA PAGINA NERA IN SARDEGNA MAI RISOLTA DEL TUTTO


di Maria Vittoria Dettoto

Il 16 agosto 1995 i carabinieri Walter Frau e Ciriaco Carru, si trovavano in servizio a bordo di una pattuglia nei pressi di Chilivani. Erano alla ricerca di un autobetomiera rubata la notte prima, mezzo ingombrante usato nel banditismo per sequestri e rapine. Giunti sulla statale 597 in località Pedesemene alle ore 15.20, ritrovano l’autobetomiera e comunicano immediatamente al centrale il ritrovamento della stessa e delle armi contenute sul mezzo: un vero e proprio arsenale. Subito dopo si scatena l’Inferno. Da dietro i muretti a secco attorno ai militari, iniziano ad arrivare colpi di pistole e kalashnikov ,sparati dai banditi. Alla fine della strage furono contati sul terreni decine di proiettili.  L’appuntato Carru rispose al fuoco verso Graziano Palmas, ferendolo; si girò poi verso Giua e lo uccise. Palmas continuò a sparare uccidendo Ciriaco Carru, 32 anni di Bitti. Nel frattempo Frau, ossese non ancora trentenne affrontava Gusinu colpendolo più volte ma cadde anche lui ferito dai colpi di pistola di Sebastiano Pirino. Gusinu sparò altri colpi e uno di essi colpi’ Carru alla testa. I banditi si diedero alla fuga passando piu’ volte con le loro auto sul corpo di Frau. Un passante a quel punto chiama la centrale dei carabinieri dicendo: Sono un civile, non so dove mi trovo, non so chi mi stia ascoltando, venite qui perché ci sono due carabinieri morti”. Immediatamente dopo vengono allertati anche i soccorsi e i giornalisti che insieme ai colleghi di Frau e Carru,giungono sul luogo della tragedia.
Nel mentre la banda continua la sua fuga disperata. Gusinu venne fermato la sera stessa a Padru, a bordo di un camioncino guidato da Palmas il quale per evitare l’arresto si suicido’ con un colpo di pistola.
Pochi giorni dopo furono arrestati gli altri componenti della banda: Salvatore Sechi di Olbia, Sebastiano Demontis di Budduso’, Sebastiano Pirino di Arzachena; Cosimo Cocco di Bonarcado e Milena Ladu di Olbia.
Il 26 luglio 1997 Gusinu, Sechi, Demontis e Pirinu vennero condannati all’ergastolo; il Cocco (pentito) a 22 anni; la Ladu a 25. In appello il 27 giugno 1998 furono confermati gli ergastoli.  La pena della Ladu venne ridotta di un anno e quella di Cocco aumentata di 2. Dal 2005 la Ladu è uscita dal carcere.

Questa una rapida ricostruzione dei fatti e della vicenda giudiziaria che è stata seguita dal P.M. Gaetano Cau, sulla quale si è scritto davvero tanto compreso un libro pubblicato nel 2005 scritto da Piero Antonio Cau edito da Redt di Capoterra realizzato con il Patrocinio del Ministero dell’Interno e della Difesa, della Regione Lazio e della Sardegna, i cui diritti d’autore sono stati devoluti ai parenti delle vittime. Il titolo del libro è “Il sacrificio del dovere:quel giorno a Chilivani”. Per quel sacrificio Carru e Frau vennero premiati con la Medaglia d’oro al Valore Militare. Ma resta l’amaro in bocca ancora oggi sia nei parenti delle vittime che in tutti coloro che come me, hanno condannato quel vile gesto che rimarrà nella storia come una delle pagine più del buie banditismo sardo. La madre di Frau in un’intervista rilasciata tempo fa, si sente amareggiata per la leggerezza delle pene inflitte ai partecipanti alla strage, alleggerite grazie all’indulto sopraggiunto qualche anno dopo la strage, risultanti a suo avviso ingiuste. Nella vicenda sono peraltro presenti tuttora diversi lati oscuri che a seguito della chiusura delle indagini, che forse sarebbe il caso di riaprire, non sono mai stati chiariti. Peraltro appare palese che oltre ai banditi identificati, altre persone erano coinvolte nella vicenda e non sono mai state identificate: innanzitutto la persona che ha avvisato i banditi del transito del portavalori della Sicurtrasporti di Cagliari, tra le ore 15 e le ore 17 sulla Sassari-Olbia; risulta tuttora sconosciuto l’uomo che si è recato nell’ospedale nel quale era ricoverato Gusinu con addosso una divisa della Guardia di finanza e che una volta che l’infermiera posta a vigilare il Gusinu ha allertato l’ospedale della presenza del finanziere sospetto, si è dato alla fuga. Chi era costui:un parente di Gusinu? Un killer? Forse non lo sapremo mai. Il Pubblico Ministero in merito alla morte di Graziano Palmas pone il dubbio che il colpo di pistola che ha ucciso il bandito, non sia stato sparato dallo stesso Palmas ma da qualcun altro e che dunque la sua morte non dovesse essere classificata come suicidio ma come omicidio. La strage di Chilivani ha da sempre toccato profondamente gli animi di tutti per l’efferatezza della stessa e il coraggio mostrato dai due militari il cui sacrificio è stato ricordato anche quest’anno nel corso della cerimonia svoltasi il 16 agosto nel luogo della strage, alla presenza dei militari colleghi di Carru e Frau rappresentati in primis dal comandante della Legione Carabinieri Sardegna, Antonio Basile, i parenti delle vittime, gli amministratori locali. Tra essi era presente anche il sindaco di Ozieri Leonardo Ladu, che mi ha rilasciato la seguente dichiarazione:
“Stiamo valutando di far conoscere nelle scuole l’evento alle nuove generazioni, per esaltare i valori che sono alla base del sacrificio di questi militari. Vogliamo sottolineare il gesto eroico, la responsabilità, l’impegno della comunità che li ha portati a sacrificare le loro vite”. Trovo la proposta di Ladu condivisibile.
Penso sia indispensabile tenere vivo il ricordo di questi due eroi anche nelle menti di chi non ha vissuto quei momenti, come i miei concittadini e io stessa. Conoscevo personalmente Frau. Lo ricordo come persona gentile e professionale.  Mi sembrava doveroso scrivere questo articolo in sua memoria, in quella di Carru e di tutti gli appartenenti alle Forze dell’Ordine che ogni giorno tutelano lo Stato ed i cittadini. Spesso percependo stipendi irrisori rispetto al lavoro svolto ed alla pericolosità dello stesso. Carru e Frau hanno deciso di onorare la divisa che indossavano sacrificando la loro stessa vita, affrontando in due sei banditi. Credo che sia uno di quei casi in cui la parola eroi, sia la più adatta per definirli.

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Un commento

  1. Ricordo come se fosse oggi quella tragedia. Onore ai due carabinieri caduti nell’esercizio del loro dovere e massima solidarietà a 20 anni di distanza alle famiglie

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