UNA REGIONE RICCA DI FALDE ACQUIFERE: LE ACQUE MINERALI DELLA SARDEGNA

Acque minerali della Sardegna: Punta Acqua Zinnigas


di Irene Marrosu

Forse qualcuno si stupirà di sapere che la Sardegna è una delle regioni più ricche di falde acquifere. Sono molte le zone dell’isola in cui la presenza di fenomeni carsici favorisce il riempimento perenne di bacini idrici, e tante sono le sorgenti. Una preziosa caratteristica delle nostre acque è quale di essere quasi tutte oligominerali, ovvero povere di sali minerali e a basso residuo fisso. Il residuo fisso, sempre citato quando si parla di acque potabili, non è altro che la sostanza residua da un processo di vaporizzazione che costituisce, per l’appunto, l’apporto di minerali per percentuale. Un’acqua oligominerale (con residuo fisso fino a 500 mg/l), è un’acqua povera di sostanze minerali, altamente digeribile, leggera, particolarmente diuretica e povera di sodio. La Sardegna non esporta le proprie acque, per motivi evidentemente legati non solo a interessi economici e a costi di trasporto ma anche a una certa limitazione volumetrica. Tuttavia fa eccezione l’acqua San Giorgio, proveniente dalle fonti Zinnigas, nel territorio di Siliqua. San Giorgio è un’acqua oligominerale, tra le più pure al mondo e viene esportata da più di vent’anni in numerosi paesi dell’Europa e del Mondo. La Sarda Acque Minerali, azienda produttrice della San Giorgio, è stata negli anni ’80, pioniera nell’utilizzo del PET (polietilene tereftalato) e la prima ad avviare le sperimentazioni su questo materiale.  Agli antipodi della San Giorgio, in Gallura, nel territorio di Codrongianus, troviamo l’acqua San Martino, ricca di sali, effervescente naturale come anche la Santa Lucia di Bonorva. L’effervescenza naturale è la conseguenza di un processo geologico originato dalla conformazione granitica del territorio che, come una spugna, conserva in profondità l’acqua per cicli che possono durare anche 50 anni (come nel caso dell’acqua San Martino), durante i quali uno scambio ionico a livelli profondi, permette di generare un ricco corredo minerale. Una propulsione carica di anidride carbonica, restituisce l’acqua così arricchita, direttamente alla superficie, senza stadi intermedi e senza perdere la peculiare caratteristica di effervescenza.  Le acque ricche di minerali, vengono ingiustamente demonizzate a favore di quelle pubblicizzate come diuretiche e povere di sodio. In realtà l’acqua dovrebbe essere oggetto di più attenzione da parte di noi consumatori che dovremmo cambiarla in base alle esigenze fisiche del momento. Ad esempio è noto che un’acqua sodica, non è adatta ai bambini e a chi soffre di ipertensione. D’altra parte, un’acqua “dura”, ricca cioè di calcio e magnesio può costituire un valido supporto nella dieta di chi ha problemi cardiaci, di aritmie e di osteoporosi, sebbene le acque ricche di sali minerali non siano adatte ad essere bevute in grande quantità. Oltre che produrre acque purissime e dal sapore leggero, le sorgenti di Siete Fuentes di San Leonardo a Santu Lussurgiu (OR) e le cascate di Sadali (CA), sono un vero spettacolo della natura isolana che vale bene una gita in questi due territori entrambi caratterizzati da un verde lussureggiante, raramente associato alla nostra regione. L’unicità della cascata di Sadali, poi, è quella di trovarsi nel centro abitato: un incredibile salto di sette metri, incastonato nel delizioso paesino. Sono infine, molte altre le etichette delle acque sorgive della Sardegna: Giara, Levia, Boschetta, Pura, Sant’Angelo, Federica, Sattai le acque oligominerali provenienti dalla provincia di Cagliari, mentre la Sandalia è l’unica acqua “medio minerale” del Campidano; Funte Fria e Eleonora quelle della provincia di Nuoro; Rocce Sarde, Smeraldina, San Pantaleo le acque che troviamo nella provincia di Sassari. Una ricchezza di ciò che è l’elemento più prezioso in assoluto, sinonimo materiale di Vita, l’acqua è custodita dalle antiche rocce della nostra terra, per noi. La nostra salute e l’economia della nostra regione, senz’altro ne gioverebbero se tutti fossimo più attenti a bere sano, a “bere sardo”.

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2 commenti

  1. ….bell’articolo, con qualche errore di geografia: Codrongianus non è in Gallura mentre lo è il Monte Limbara che fornisce l’acqua Smeraldina. Su altri, eventuali, errori non mi pronuncio, non sono un esperto, come dovrebbe essere chi posta degli articoli su un qualsiasi blog.

  2. E forse L qcqua l elisir di lunga vita degli abitanti dell isola?

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