LE SORELLE PES MAESTRE DI TESSITURA E DI BISSO: LA PASSIONE DI ASSUNTINA E GIUSEPPINA


di Claudio Moica

Se è vero che, come dice Paolo Crepet noto psichiatra, “Un maestro non ammaestra ma educa, eleva” allora le sorelle Pes, Assuntina e Giuseppina, sicuramente hanno tutti i requisiti per essere dei maestri della tessitura e del Bisso. “La passione per la tessitura nasce da bambina  – dice Assuntina – quando andando a scuola osservavo le donne anziane che lavoravano al telaio. Questo sogno si è potuto realizzare intorno agli anni ‘80, quando nacque il progetto pilota patrocinato dalla Regione Sardegna e abbiamo, così, potuto frequentare i corsi.” I centri pilota gestiti da I.S.O.L.A. (Istituto Sardo Organizzazione Lavoro Artigiano) vengono finanziati con contributi della Regione Autonoma della Sardegna e della Comunità Europea e hanno molteplici funzioni: laboratori di produzione supportati dall’Istituto dal punto di vista tecnico-artistico; sedi di corsi di formazione organizzati dall’Istituto stesso e dalla Regione Autonoma della Sardegna; sale espositive e punti vendita per la commercializzazione diretta dei manufatti artigianali. “La nostra prima insegnante è stata Leonilde Mereu – prosegue Assuntina – e ci ha trasmesso tutti i segreti della tessitura, dalla montatura dei telai, alla messa in opera degli elaborati e alla tessitura con la tecnica a punto, a pibiones e da mustra de licciu.In quel periodo eravamo circa una quindicina di ragazze, ma non tutte proseguirono nell’apprendimento di questa bellissima arte.”  Al termine del corso, nel 1984, insieme ad altre ragazze, costituiscono la cooperativa “Sant’Antioco Martire” prendendo in affidamento il centro Pilota. “Nell’arco di questi anni – asserisce Giuseppina – oltre a produrre e partecipare a mostre, abbiamo fatto vari corsi e quindi insegnato ad altre ragazze l’arte della tessitura.” Intorno alla fine degli anni ‘90 le sorelle Pes conoscono la signora Efisia Murroni maestra di bisso, (allieva del maestro Italo Diana) che amorevolmente e desiderosa di tramandare il suo sapere le ha insegnato, con impegno e cura,  tutti i segreti di questa antichissima arte. “Essendo proibita la raccolta delle nacchere da dove vengono estratti i bioccoli, il bisso a nostra disposizione era poco,- continua  Giuseppina -, e con quel poco , abbiamo realizzato dei piccoli lavori , tra cui uno per la nostra maestra, uno per la chiesa in onore del nostro Santo Patrono Antioco a cui siamo molto devote.” A novembre del 2000, in occasione dell’anno giubilare, venne realizzato un arazzo di mt 2,50×80 donato durante l’udienza generale al Papa Giovanni Paolo II, cerimonia fedelmente riportata dal quotidiano “L’osservatore Romano” dell’epoca. ”Per ricordare le nostre tradizioni di tessitura – interviene Giuseppina – abbiamo deciso di donare al Santo Padre un arazzo intitolato ”L’albero della vita”, riportando i colori della nostra Regione e raffigurando l’importanza di Dio nelle famiglie. A causa della crisi e  dell’abbandono delle socie abbiamo portato avanti l’arte della tessitura in tre, con tanti sacrifici sino al 2006, anno in cui a malincuore la cooperativa venne chiusa.” La Regione Sardegna nel 2006, a seguito del consistente curriculum acquisito dalle Pes,  le interpella per partecipare, assieme ad altri esperti, in qualità di insegnanti  al corso per ”Tecnici di tessitura tradizionale con moduli specifici tessitura del bisso e manufatti antichi” della durata annuale di 600 ore da cui usciranno formati 15 frequentatori (corso Regionale nr 060022). “Non ci siamo risparmiate – ribatte Assuntina – trasmettendo ai corsisti tutte le tecniche di lavorazione a partire dalla costruzione del telaio fino alla tessitura e cardatura del bisso, dove in occasione venne realizzato un piccolo manufatto in bisso che oggi viene custodito in regione. Nell’esame finale, teorico e pratico, abbiamo dato, assieme al collegio dei docenti, l’abilitazione alla tessitura.”  Nel 2013 vengono invitate a Lecce al 1° Congresso Internazionale sul bisso marino e la porpora dalCentre for Textile Research dell’Università di Copenhagen evento organizzato insieme al Dipartimento di Beni Culturale dell’Università del Salento, dove riscuotono vivo interesse per la loro professionalità. Il workshop ha focalizzato l’attenzione sulle problematiche relative alla produzione e alla lavorazione della porpora e del bisso marino nel mondo antico, attraverso un approccio multidisciplinare che mira al confronto tra documentazione archeologica e metodologie di indagine scientifica, finalizzato a chiarire le dinamiche produttive legate a questi due tesori del mare. L’intervento delle sorelle Pes e degli altri relatori saranno pubblicati nel 2015 dalla casa editrice Oxbow di Oxford (GB) nella collana Ancient Textiles Series. “Dopo la chiusura della cooperativa – ribadisce Giuseppina – nonostante fossimo state contattate da altri comuni abbiamo deciso di portare avanti la nostra passione nelle nostre case perché non avrebbe senso esporre le tradizioni di Sant’Antioco in un altro paese. Noi proseguiamo umilmente il nostro lavoro – conclude Giuseppina – , e abbiamo molte idee da sviluppare e speriamo di riuscire a realizzarle.” Si respira tanta passione nel laboratorio delle sorelle Pes ma anche molta esperienza frutto di anni dedicati allo studio e al lavoro. Di certo non si fermano alle nozioni acquisite nel 1980 perché le sorelle amano sperimentare tecniche nuove, costruendo telai di varie misure a partire da quello di piccole dimensioni per dimostrazioni alle scolaresche fino a quelli di dimensioni regolari. La cosa che stupisce è che l’amministrazione comunale di Sant’Antioco non tuteli la professionalità di Maestri come le sorelle Pes che potrebbero essere un valore aggiunto per la città lagunare; infatti avvalendosi delle loro idee si potrebbe dare una connotazione specifica e duratura. Ci sarebbe da chiedersi: ma quanti locali inutilizzati ha il comune? Probabilmente tanti. E allora perché non darne in comodato d’uso alle Pes che hanno una preparazione sulla tessitura riconosciuta in ambito nazionale dalle Istituzioni? Se questo si facesse, probabilmente tutto il lavoro fatto da Italo Diana non andrebbe perso!

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12 commenti

  1. Carissimi Amici.
    Confesso di essere veramente molto confuso. Qualche giorno fa ho partecipato alla presentazione di un libro nel quale viene riportata questa preziosa arte, un libro unico nel suo genere affascinante e misterioso così come lo è la protagonista la Signora Chiara Vigo un’anziana donna che risulta essere l’unica al mondo a detenere il segreto del Bisso. Ora leggo questo articolo e sinceramente non riesco più a capirci niente. Ma queste signore Pes perchè non sono citate nel libro? Mi rivolgo all’autore del contributo che ha sviscerato l’argomento in maniera lineare, ma non è che a Sant’Antioco hanno le idee confuse di come si valorizzano questi patrimoni? Mario Saiu Frosinone

  2. Non c’è dubbio alcuno che un maestro ha un unico dovere .trasmettere il sapere .Questo ha fatto il Maestro Italo Diana.Chi pretende di tenere per se,il sapere a sua volta acquisito e magari usarlo per scopi personalistici.A mio avviso in primis tradisce l’etica morale del maestro trasmettitore di sapere ,ma!! si pone in una dimensione di alterigia presunzione con l’unico obbiettivo di nutrire il personale ego smisurato.e tornaconto economico.”Tottus in pari” rivendica e fa suo il moto.” Maestro Italo Diana fedele trasmettitore di una eredita che le sorelle Pes hanno accolto con esemplare umiltà e disinteresse verso tutto ciò che sa di mercificazione.

  3. Hai proprio ragione ad essere confuso Mario Saiu ,io credo che non abbiano le idee confuse ,ed a senso unico , in paese son completamente nel pallone nel gestire questo grande patrimonio ,grande merito va alla Signora Chiara Vigo ,che ha saputo far parlare di se , e far conoscere questa grande arte ereditata dalla nonna Leonilde Mereu , ed altrettanto merito andrebbe riconosciuto alle sorelle Pes ,anche loro maestre del bisso , non riesco a capire ( o forse si ) perche dire sempre e solo unica maestra al mondo ,forse come chi mi a preceduto c’è chi sa gestire il sapere ed insegnarlo , e chi va piu verso la mercificazione ,spesso personale . per quanto riguarda il libro ,bella domanda , un buon giornalista e scrittore se vuol essere tale dovrebbe essere un pò piu informato .

  4. Per chi non lo avesse ancora capito non e’solo una persona a saper tessere con maestria il bisso , mi fa ridere chi x ignoranza o chi sa tace perche’ preferisce malgrado tutto tacere per i suoi piaceri personali e politici ,tutto questo non puo’ piu’ essere sopportato e ancora una volta chiediamo e pretendiamo che l’aministrazzione faccia una vokta per tutte chiarezza su questa farsa ,perche’e’ da li che e’ cominciato ,!!!!@@

  5. Mah…io sono un po’ ignorante in materia…ma mi chiedo….se l’interesse x il bisso …la tessitura fosse così importante come qlc vuoi far credere…il turismo x ammirarlo sarebbe più numeroso e nn solo nei mesi estivi…và da sé che il turista che viene qui ci và xche’ é una delle attrazioni del paese e basta….nn credo ci sia tutta qst voglia d sapere e conoscere quest’arte…quindi….????

  6. è ora di finirla copn le storielle che a sant’antioco ci sia solo una a tessere il bisso , basta favolette la storia parla chiaro , e noi siamo grandi per credere ancora alle favolette !!!!!!!!!!!!!!!!

  7. sarebbe ora che chi di dovere fermi questo farsa

  8. In comune sanno di quello che fa la Signora Vigo, ma non se ne interessano

  9. ho sempre saputo che Chiara Vigo non è l’unica maestra del bisso, ho avuto il piacere di apprendere l’arte di tessere gli arazzi da queste sorelle che mettono tanta passione in quello che fanno. Quindi è giustissimo smentire questa distorta informazione!

  10. antonella senis

    Mario Saiu
    Le signore Pes non sono citate nel libro perchè il libro non racconta la vera storia del bisso a Sant’antioco ma celebra una persona che, a torto, viene presentata come l’unica persona al mondo a detenere "il segreto" di questa lavorazione. In realtà non esiste nessun segreto come non esiste nessuna unicità. Assuntina e Giuseppina Pes non solo sanno lavorare il bisso (e non da oggi) ma è stata loro affidata dalla Regione Sardegna la gestione di un corso sulle tecniche antiche di lavorazione, compreso il bisso. E sempre le sorelle Pes sono state invitate al workshop internazionale, organizzato dal Centro di ricerca tessile dell’ università di Copenhagen in collaborazione con l’università del Salento, che si è svolto a Lecce a maggio del 2013 e al quale hanno partecipato i maggiori esperti del settore venuti da tutto il mondo. In questa occasione Assuntina e Giuseppina Pes hanno illustrato le diverse fasi della lavorazione del bisso, dalla pulitura alla tessitura. Nella basilica di Sant’Antioco Martire in occasione delle solennità viene esposto il bellissimo arazzo, che le sorelle Pes hanno realizzato e donato alla basilica in segno di devozione, il cui grande inserto centrale è interamente tessuto in bisso marino.
    Negli anni ’20 il maestro Italo Diana aprì una scuola dove si insegnava a lavorare il bisso (ma non solo). La scuola era frequentata da una decina di allieve, fra queste Leonilde Mereu ed Efisia Murroni. Entrambe hanno imparato a lavorare il bisso nella scuola di Italo Diana. In seguito Leonilde Mereu lo ha insegnato a sua nipote, Chiare Vigo, ed Efisia Murroni lo ha insegnato ad Assuntina e Giuseppina Pes. Credo che la politica si sia resa conto dell’assurdità della situazione che si è venuta a creare, a mio avviso non è un caso che da ben due anni non sia stata rinnovata alla signora Vigo la concessione in comodato dell’immobile Montegranatico, e come lei stesso ha potuto vedere nè il sindaco nè l’assessore hanno presenziato alla presentazione del libro.

  11. Mia nonna Assunta Cabras era una allieva della scuola di Italo Diana, la prima a destra nella famosa foto anche copertina di un libro di immagini di Fabrizio Steri, e raccontava che tessitrici erano diverse. Firmò insieme Italo Diana il famoso tappeto in bisso da donare a Mussolini che poi non fu mai donato. Grande merito a Chiara Vigo per aver dato la visibilità internazionale a questa arte ma io e tanti altri sapevano che lei non era l’unica. Grande merito comunque alle sorelle Pes e a tutte quelle persone che tramandano tradizioni uniche e bellissime.

  12. grazie mille per questo articolo. Sono una studetessa abruzzese a circa un anno conduco ricerche su bisso, Pinna Nobilis e sui suoi lontani parenti nordamericani Zebra e Quagga Mussels, e questo è uno dei pochissimi, e sottolineo più unico che raro, che parla delle Sorelle Pes.
    Grazie
    Lorena

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