L'ABBRACCIO AL PALLADIO E AGLI EMIGRATI SARDI DI VICENZA: UNITI DAL DOLORE PER LE VICENDE TRAGICHE IN SARDEGNA

da sx Federico Formisano, Mariano Contu e Serafina Mascia


di Giampaolo Puggioni

La rabbia per la sconfitta di misura è stata in parte smaltita intrappolando le lacrime (virtuali e reali) tra le federe dei cuscini. Il giorno dopo le magie artistiche del padovano Andrea Palladio hanno fatto il resto, con la complicità e l’affetto dei sardi vicentini che, capeggiati dal presidente Luciana Sedda, hanno accompagnato il clan campidanese al Teatro Olimpico. All’interno del Palazzo del Territorio li attendeva il presidente del Consiglio Comunale di Vicenza Federico Formisano: ha mostrato le bellezze architettoniche dell’edificio che il suo ideatore non poté realizzare perché morì lo stesso anno in cui predispose il progetto (1580). Fu il figlio Silla, tre anni dopo, a consegnare l’opera. Durante la visita anche Formisano ha dichiarato che il consiglio comunale destinerà i gettoni di presenza alle vittime dell’alluvione sarda. “È stata una giornata positiva anche dal punto di vista culturale – conferma la bandiera del San Salvatore Selene Perseu – finalmente ho visto dal vivo la grandezza del Palladio. Nonostante l’umore per il risultato, i nostri ciceroni ci hanno dato modo di sorridere e di sbalordirci all’interno del Teatro Olimpico”. Per i soliti motivi legati al volo di rientro, il gruppo si è poi rapidamente trasferito in viale della Pace, dove nella sede del Circolo Culturale Grazia Deledda erano attesi da tanti ed entusiasti sardi vicentini. Infatti nei giorni festivi si fanno vive anche le attivissime forze giovani che durante la settimana non possono frequentare il circolo per ovvi motivi di lavoro. L’integrazione tra i gruppi è stata automatica e come sempre piacevole. Qui è avvenuto il solito scambio di doni con i libri che fanno sempre la parte del leone. Luciana Sedda ha regalato diverse pubblicazioni su Vicenza. Gabriele Cinus ha risposto con volumi sulla nostra isola e l’orologio brandizzato “Sardegna”; a Selene l’onore di consegnare la rinomata confezione a base di capperi selargini. “Presentare qualcosa della mia terra mi emoziona, ma lo sento anche come un dovere” ha commentato la play guardia del San Salvatore. Segue l’assalto al buffet che si è ispirato ad alcune prelibatezze della cucina veneta. Soppressa, formaggio Asiago, stuzzichini di polenta e soppressa, panini, e il dolce vicentino “La Gata” che scoperto da pochi anni si è ritagliato un grande spazio nella tradizione gastronomica vicentina.  Luciana Sedda e soci hanno fatto le cose in grande perché in sede sono stati invitati anche la presidente della Fasi Serafina Mascia (proveniente dalla vicina Padova) e i presidenti dei circoli di Treviso (Adalberto Garippa), Padova (Gianni Mattu) e Verona (Maurizio Solinas). “Si è parlato prevalentemente dell’emergenza alluvione – sottolinea Luciana Sedda – e del tipo di interventi da organizzare. Serafina Mascia ci ha fornito le ultime notizie dalla protezione civile e dal coordinamento del soccorso in Sardegna su come destinare gli aiuti nella maniera migliore, sia per non disperderli, sia perché rispetto ai primissimi giorni, c’è bisogno di qualcos’altro”.

Mentre i rappresentanti dei circoli si consultavano tra loro e con Mariano Contu, anche il resto degli invitati conversava sullo stesso tipo di problematiche: “Ha dominato l’argomento alluvione – ribadisce Selene Perseu e ho percepito un grande spirito di collaborazione dai vari circoli. Si è parlato di intervento e aiuti concreti; di fatti insomma che rispecchiano il carattere di noi sardi anche se trapiantati nel continente”. E come sempre accade in occasione delle visite alle associazioni dei sardi, il dirigente Gabriele Cinus si è commosso e ha fatto commuovere tutti i presenti: “Ci ha fatto sentire diversi – commenta la presidente Sedda – perché lui si sorprende quando scopre che da parte dei sardi residenti oltre Tirreno rimanga l’attaccamento alla terra d’origine e alle persone. La condizione da emigrato può sembrare normale; come però è normale mantenere il legame e il rapporto con l’isola. Riflettendoci bene non mi sembra che esistano delle entità simili ai circoli dei sardi; per esempio gli emigrati calabresi, che qui a Vicenza sono tantissimi, non hanno un’associazione che li rappresenti”.

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