CHIUSURA DEL FESTIVAL CON INTERVISTA AL REGISTA GIOVANNI CODA: VENEZIA CONSACRA LA VITALITA' DEL CINEMA SARDO


di Bruno Culeddu

La settantesima edizione della Mostra del Cinema di Venezia ha sancito il buon momento del cinema sardo con la proiezione di tre opere made in Sardegna.Il festival è partito con la proiezione de ”L’arbitro” di Paolo Zucca e chiuderà con il ”Rosa Nudo” di Giovanni Coda.Inoltre Salvatore Mereu è stato scelto tra gli autori del collettivo ”Future Reloaded” realizzato in omaggio ai settant’anni della kermesse  cinematografica più antica del mondo. Nel collettivo figurano maestri “sacri” quali, Monte Hellman, Julio Bressane, Atom Egoyan, Amos Gitai, Amir Naderi, Pablo Larrain, Todd Solondz, Edgar Retiz e Paul Schrader, unitamente a una selezione ristretta di cineasti italiani tra cui spicca la figura di Bernardo Bertolucci.Il corto “Transumanza” gestito in stretta lingua sarda, mostra un anziano Peppeddu Cuccu, l’attore di ”Banditi ad Orgosolo” e un giovane, suo nipote, che conducono un gregge di capre sulle alture del Corrasi. A un certo punto il ragazzo si ferma, concedendosi una pausa per guardare qualcosa sul proprio cellulare. Il vecchio gli si accosta e osserva insieme a lui alcune immagini dell’indimenticato film di Vittorio de Seta.Sarà Giovanni Coda a mettere il sigillo finale sulla rassegna con ”Il Rosa Nudo”.Il film del regista cagliaritano, ispirato alla vita di Pierre Seel (deportato dai tedeschi e internato nel campo di concentramento di Schirmeck dove subì torture e violenze a causa del suo orientamento sessuale) avrà quindi l’onore di “chiudere” la 70ma Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica – La Biennale di Venezia.La cornice è quella della settima edizione del Queer Lion Award, premio collaterale riconosciuto ufficialmente dalla Biennale di Venezia quale tributo al miglior film con tematiche GLBT.“Il Rosa Nudo” precederà, quale evento speciale, la cerimonia di premiazione che attribuirà il Queer Lion Award 2013 al miglior film con tematiche GLBT individuato tra quelli presenti nelle varie sezioni del festival della 70ma Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica.La proiezione avrà luogo alle 16.00 presso il Cinema Astra Sala 2 al Lido di Venezia. In questa occasione Giovanni Coda presenterà al pubblico i trailers dei suoi due prossimi lungometraggi che con “Il Rosa Nudo”  costituiscono la Trilogia “Appunti, storie, parole, immagini: ricerca e visioni sulla violenza di genere”. Si tratta di due titoli: La donna di carta” attenti a denunciare la violenza sulle donne con sceneggiatura di Francesca Falchi e ”It gets better” sceneggiato dallo stesso regista.Alla proiezione de “Il Rosa Nudo” seguiranno, alle ore 17.30, la consegna del Queer Lion 2013 ed un incontro pubblico dal titolo ”Lotta all’omofobia: quali strumenti?” con la partecipazione della senatrice Josefa Idem, dell’onorevole Alessandro Zan e di Franco Grillini.Giovanni Coda è in partenza per la Mostra del Cinema con il cast del film: Sergio Anrò, Gianni Dettori, Antonio Catalano ed il giovane Francesco Ottonello, il produttore Emilio Milia per la Reindeercatsolution e con Francesca Falchi e Giuseppina Pisu, rispettivamente sceneggiatrice e costumista de “La donna di carta”.Giovanni Coda vive questa esperienza come un riconoscimento importante del suo lavoro ormai ventennale come autore e regista. Emozionato e disponibile ha, per gli amici di ”Tottus in pari” risposto ad alcune domande.

Coda, lei è il terzo regista sardo presente alla Mostra. Una bella responsabilità. Un bel traguardo direi. Io e l’intera produzione siamo molto orgogliosi di questo risultato e del fatto che il nostro film abbia trovato riscontri positivi sia fra i critici sia fra il pubblico. Un film realizzato con un budget ridottissimo ma che ha ottenuto grandi conferme. E l’invito alla Mostra all’interno del Queer Lion Award lo dimostra.

Un film concluso, uno in corso e uno da girare.  Un’altra sfida. Portiamo avanti la trilogia sulla violenza con il film attualmente in produzione “La donna di carta” scritto da Francesca Falchi  ed interpretato da Noemi Medas, Antonello Pisu e Jole Serreli.  Una storia importante per una produzione forse più sperimentale rispetto a quella de “Il Rosa Nudo” realizzato con il sostegno dell’associazione Donna Ceteris. Un argomento tristemente attuale e sul quale è importante tenere sempre desta l’attenzione con ogni mezzo possibile. E quello cinematografico è senza dubbio quello più immediato, popolare e di sicuro impatto. “It gets better” sarà il film di chiusura della trilogia e verrà realizzato nel 2014.

Una considerazione sullo stato della cinematografia sarda La cinematografia sarda richiederebbe un coordinamento più attento e competente di quello finora messo in campo. Fare cinema non è un gioco e nemmeno un hobby: il cinema è arte e per affrontare certi discorsi bisogna essere anche preparati e non solo appassionati. Io personalmente affronto le difficoltà di chi fa cinema sperimentale e frequentemente mi capita di non avere interlocutori istituzionali con cui condividere le mie idee. Questo è un aspetto che va assolutamente modificato, così come deve essere modificato tutto il sistema produttivo e distributivo in un’ottica cinematografica sempre più democratica e culturalmente “aperta”. Il cinema sperimentale, sicuramente particolare nel suo genere ma non elitario come erroneamente si pensa, trova un sostegno ed un contributo fattivo, istituzionale e non, soprattutto all’estero mentre in Italia, e ancora di più in Sardegna, non viene neanche preso in considerazione se non in rare occasioni. Ma sono comunque fiducioso e questo invito alla Mostra di Venezia, che ha addirittura quest’anno ammesso un documentario in concorso, è sintomo non solo di apertura ma di lungimiranza.

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