L'ULTIMO SALUTO A JOSE' CARLUCCIO, L'ARGENTINO DI ORIGINE SARDA

nella foto Maria Eugenia Scoleri- Norberto Carluccio e Josè Carluccio.


di Roberta Murroni

Qualche settimana fa ci ha lasciati improvvisamente un caro amico, Josè Carluccio. Josè era argentino, ma di origine sarda, nato in Argentina da madre di Calasetta e padre di Castelbottaccio. Ho incontrato Josè nel 2010, durante i miei mesi di permanenza in Argentina, e questo grazie a suo figlio Norberto. Grazie a Norbi, come lo chiamo io, ho imparato ad amare i conitos Havanna, ed ho potuto conoscere la famiglia. Questo è per Josè, per la bella persona che è e sempre sarà, per la sua ospitalità,la sua gentilezza, per sua moglie Maria Eugenia, per i suoi figli Norberto e Julieta. Vi voglio bene!

José Carluccio, secondogenito della famiglia Pusceddu-Carluccio, è nato a Buenos Aires  il 19 luglio 1955 ed ha nazionalità argentina. Ha studiato a San Miguel, lavora come impiegato ed è sposato con una argentina di origine calabrese, Maria Eugenia Scoleri, da cui ha avuto due figli: Julieta, la figlia minore, e Norberto, il figlio maggiore,  colui che ha permesso il contatto con la famiglia. I giovani, pur essendo nati in Argentina, sentono fortemente l’origine italiana e dicono che, qualora avessero la possibilità di recarsi nei paese d’origine dei nonni, andrebbero sicuramente. Maria Eugenia parla italiano, così come Norberto; José  capisce  la lingua d’origine dei genitori, ma non la parla perché questi comunicavano in dialetto abruzzese; il dialetto di Calasetta non si utilizzava, essendo solo la madre  nativa del paese sardo. <<Lei era sola, in un paese totalmente sconosciuto. L’ unica cosa che la univa alla sua patria era il marito >>, ricorda l’uomo.  La vita dei genitori, racconta José, non ebbe grosse difficoltà e questo fu possibile solo grazie all’appoggio dei familiari di Antonio; tuttavia. Buenos Aires restava una città  sconosciuta e alla donna mancava molto la famiglia. Rimase sempre in contatto con la famiglia; quando arrivò in Argentina i contatti si mantennero attraverso le lettere, e ogni 15, 20 giorni..un mese a volte!  riceveva una lettera della madre, o delle sorelle! Quando poi si utilizzò il telefono… I genitori di José tornarono tre volte in Sardegna La prima volta ebbero la fortuna di trovare mia nonna ancora viva, la mamma di mia madre, credo che fosse il 1966. Il secondo viaggio, la nonna non c’era più, ma c’erano le sorelle ed era il 1987. L’ultimo viaggio mi pare fosse negli anni Novanta José afferma che i genitori hanno trasmesso ai loro figli gran parte della cultura italiana, ma la moglie, con noi al momento dell’ intervista, prontamente controbatte «No, la madre no, pochissime cose!» e  José ammette mia madre no, perché il cibo di Calasetta era molto diverso da quello del resto d’Italia, però… uno quando viene in Argentina è circondato da europei, per cui in un modo o nell’altro mantiene molto della cultura del proprio paese , anche attraverso gli altri, i loro racconti, la loro cucina. Chiedo a José se abbia mai sentito il desidero di  andare in Sardegna, e lui risponde di si, che la sua intenzione è di andare a Calasetta e Castel Bottaccio a conoscere le proprie origini e i parenti rimasti in patria: il luogo di cui mi han parlato per tanto tempo…. Mi dicevano di quello che era il paese, dell’abitudine di poter comprar il pesce fresco al porto, all’arrivo dei pescatori… José è argentino; si definisce tale perché è nato in questa terra Però, se torniamo indietro nel tempo, io sarei dovuto essere italiano perché i miei furono obbligati ad andare in Argentina per la situazione economica.. Nosotros no somos argentinos porque quisimos nacer aquí, somos argentinos porque nuestros padres se vieron obligados a irse, porque habia mucha hambre en Italia. Andare in Italia sarà completare qualcosa, la mia origine José non ha la doppia cittadinanza, vorrebbe chiederla ma questa, dice,  ha un costo elevato e la trafila burocratica richiede molto tempo. E’ in contatto coi parenti italiani, che però non sono mai stati in Argentina; non è in contatto con i circoli culturali sardi, pur essendo a  conoscenza della loro esistenza, ma gli impegni quotidiani gli hanno sempre impedito un diretto contatto.  Anche José, come il fratello Salvatore, non è a conoscenza della possibilità di recarsi nell’isola per le elezioni politiche.

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Un commento

  1. Norma Racciatti de Carluccio

    He leido este artículo muy emocionada porque en él se habla de quien fuera mi cuñado José Carluccio fallecido hace apenas hoy dos semanas. El era hermano de mi esposo Salvador. Fue una excelente persona siempre dispuesta a yudar a quien necesitara. Buen esposo y ejemplar padre.Debo agregar a tan preciso informe que mi suegra Maria (nacida en Calasetta, Serdeña) siempre hablaba de su tierra a la que recordaba con mucho amor. Hablaba de sus hermanas y su madre. Conoci a través de ella una pasta llamada "cavatielli con ragú di pomodoro" que eran algo asi como pequeños ñoquis con un rico estofado. Ella contaba de los tiempos de la guerra en que conoció a Antonio quien luego sería su esposo, originario de Castelbottaccio (provincia de Campobasso). Ninguno de los hermanos pudo conocer la tierra de sus padres por diversos motivos (principalmente económicos). Sería muy interesante que de existir la posiblilidad de que a traves del Comune di Calasetta pudieran gestionar alguna forma de regresar a su tierra (Salvador y su sobrino Norberto) se lo hicieran saber ya que seria la recompensa a tantos años de lejania de la patria.Atentamente. Norma Racciatti de Carluccio

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