IL SENSO DEI RICORDI: LA SCRITTRICE CARMEN SALIS E LE RICORRENZE CAGLIARITANE SUI BOMBARDAMENTI DI SETTANT'ANNI FA

Carmen Salis con Giorgio Binnella


di Alberto Banchero

 

In occasione del settantesimo anniversario dei bombardamenti su Cagliari numerose le manifestazioni: tra queste il reading “Di Parole”. Ce ne parla Carmen Salis, scrittrice  cagliaritana.

Domenica 17 febbraio cadeva l’anniversario dei bombardamenti che Cagliari subì durante la seconda guerra mondiale. Una serie di manifestazioni, con filmati, foto, testimonianze con chi quei giorni li aveva vissuti, ha fatto da cornice ai ricordi. Nel cercare una chiave di lettura possiamo intuire, tra le righe, lo scopo di queste giornate. Non  tanto il ricordare, quanto mettere sotto esame la “storia”, e di come sia stata capace di trasmettere, alle generazioni lontane da quei giorni, l’assoluta tragedia vissuta. Ricordandoci che nulla è scontato, e le sirene, presagi di distruzione e morte, non sono poi tanto lontane da casa nostra. Può sembrare retorico, ma ci vuole un esercizio giornaliero da parte di tutti noi, e un attento vigilare di tutte quelle regole e comportamenti che impedisco il ritorno di momenti così terribili nelle nostre città. La manifestazione tenutasi a Palazzo Siotto nel cuore di Castello, quartiere duramente colpito dalle bombe, ha avuto, con un metro di lettura quanto mai efficace, il merito di cogliere e trasmettere “il senso dei ricordi”. Carmen Salis con Giorgio Binella hanno  letto brani da loro scritti, accompagnati alla chitarra da Nino Cerolini, stimolando  il nostro esercizio quotidiano con il Reading “Di Parole”.

Carmen come è nata questa collaborazione? Era da tempo che pensavo ad una formula del genere per poter mettere insieme poesia e prosa; “Di Parole” è nato perché mi piaceva l’idea di poter salire su di un ipotetico palco insieme ad altri autori e alla chitarra di Nino Cerolini. Mi piaceva l’idea di  poter formulare tra l’altro, ogni volta una nuova versione adattandolo a vari argomenti. In questo caso, era la guerra, la polvere e i dolori che questa aveva lasciato. Ho proposto  allo scrittore Giorgio Binnella di partecipare, in virtù anche del fatto che  l’anno passato pubblicò un romanzo  emozionante ambientato proprio nel 1943 – Nobile Verrisi (La Riflessione Davide Zedda Editore) –  in cui si narrano il dolore e la difficoltà di risollevarsi dalle macerie che la guerra provocò.

L’idea di coniugare il ricordo attraverso il vivere quotidiano? Noi siamo il passato e anche il futuro in un certo qual modo. Quello che è rimasto, quello che è stato ricostruito è il nostro vivere quotidiano. A parte quello che può esserci stato raccontato dalle nostre famiglie, dai nonni, da chi era bambino allora, ci sono ancora  resti di macerie che ogni giorno ci ricordano che è successo, che non è solo una “storia” lontana. Ed è bene  ricordare che la guerra è morte, dolore e disfatta, per sperare di non viverla mai più.

Il coinvolgimento di Giorgio Binnella con il testo tratto dal libro “Nobile Verrisi”  ha centrato la memoria. Sì. Giorgio è stato bravissimo in “Nobile Verrisi”. Ha saputo raccontare, documentandosi come un vero storico, su avvenimenti, luoghi, costumi e addirittura espressioni gergali di un periodo che non solo non ha conosciuto, ma che fanno parte di una cultura, di una terra che in fin dei conti lo ha adottato per amore, essendo  lui, romano.

La tua “Ninnita e l’uomo nero”  tratta dalla tua ultima pubblicazione “I Racconti di Carmé” riporta la vita di una  Castellana doc a cui la vita ha tolto ogni ricordo. Si parlava di passato, di memoria. Ninnita era una Castellana pura, una gran Donna. Una Donna semplice e forte che da bambina avrà raccolto i frutti di quella terribile guerra. Ma soprattutto Lei rappresenta tutte le persone che non hanno più un passato; tutte quelle persone che son state defraudate dei loro ricordi. Perché il nostro tempo non viene offeso solo dalle guerre, ma anche da malattie come l’Alzheimer.

La chitarra di Nino Cerolini  ha tolto un po’ di dramma o lo ha accentuato? Con Il Maestro Nino Cerolini siamo amici da moltissimo tempo. Ha la musica nel cuore, e questo puo’ solo impreziosire le nostre parole.

Poesia e prosa insieme. Cinquanta minuti di parole e musica, credi che possa essere un’idea vincente anche in futuro? Me lo auguro e ci credo. E spero di riuscire a portarlo ovunque ci possa essere qualcuno che vuole sentire “Di Parole” raccontare, io sono disposta ad arrivarci…

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