I SARDI EMIGRATI IN TERRA DI SPAGNA: DA MADRID E BARCELLONA, UNO SGUARDO AL 2013 IN TEMPO DI CRISI DA AFFRONTARE CON SERIA PROGRAMMAZIONE


di Gianni Garbati e Claudia Loi

La crisi economica mondiale che sta interessando in particolare l’Italia e la Spagna, vede la nostra regione in una profonda e delicata situazione, in attesa che nuove politiche la dirigano verso differenti e positivi orizzonti, con la ferma convinzione però, che l’isolamento che attanaglia la nostra economia, non sia pagato da coloro che, primi fra tutti, e da tanti decenni, la rappresentano come ambasciatori naturali, che la fanno conoscere, costituendo un importante veicolo commerciale e culturale; queste sono le “associazioni dei sardi nel mondo”. Il sardo che viaggia, si trova spesso e volentieri, presentando la propria terra di origine, a dovere illustrare e spiegare, per “localizzare” la Sardegna, questo perché, nella maggior parte dei casi, agli occhi dello straniero, la nostra isola è pressoché sconosciuta. Allo stesso tempo conoscere un “sardo” è come avere a che fare con un vero e proprio ambasciatore, proprio perché, sardo, è, Sardegna. Noi, sardi in terra iberica, che viviamo da anni fuori dell’Isola, ne sappiamo qualcosa, nonostante i 400 anni vissuti sotto la Corona di Spagna, una nebbia continua dovuta alla scarsa informazione, non permette la localizzazione della seconda terra più grande del Mediterraneo, ai nostri amici spagnoli. Ed è per questo, e per diffondere sempre di più il nome della nostra isola, che lavoriamo per moltiplicare gli sforzi, affinché non venga interrotto questo collegamento che unisce l’Europa continentale e il resto del mondo, alla Sardegna. La politica delle nostre associazioni è rivolta dunque, da anni, a proporre per far conoscere, non solo i prodotti della tavola, le bellezze naturali e la cultura millenaria, ma anche, e sopratutto, la Sardegna di oggi, ovvero, la produzione culturale ed artistica, letteraria, musicale, le nuove tendenze di oggi, importante stimolo quindi, per i sardi nell’Isola. I Circoli come supporto logistico e base per la diffusione di tali proposte, fuori. Veicolo economico e distributivo, in tutto il mondo, un biglietto da visita di grande effetto, e cassa di risonanza per far conoscere fuori dell’Isola, le nostre proposte e le nostre culture antiche ed odierne. Non chiudere, ma aprire, non limitare, ma estendere, non disgregare ma unire, queste le linee che chiediamo siano disposte e stimolate dall’Assessorato che ci rappresenta, siamo in prima linea, siamo stimati dai connazionali italiani per la passione nel lavoro che realizziamo e la qualità delle attività che, costantemente, proponiamo, e attraverso il quale, diamo lustro al nome della terra da cui siamo partiti e con cui abbiamo un legame indissolubile. Proponiamo quindi, di continuare a vedere e a scommettere nei sardi nel Mondo, i migliori ambasciatori in assoluto, affidandoci ancora una volta il compito di contribuire alla diffusione della nostra cultura fuori dell’Isola, dandoci quindi una maggiore libertà di scelte e di proposte. Un Circolo Sardo crea attività e lavoro ed un aiuto per tanti conterranei partiti un tempo, e ai tanti che partono oggi, e, purtroppo, partiranno domani, in cerca di un futuro migliore. Dunque, aprire all’oggi con la flessibilità nelle scelte organizzative e logistiche (una sede legale ridotta, semplicemente come supporto burocratico / organizzativo, riducendo al minimo il costo dell’affitto), utilizzo dei mezzi telefonici mobili / internet, oramai alla pari del mezzo telefonico fisso, utilizzo delle tecnologie più avanzate anche per trasmettere e per comunicare (come, video conferenze), stimolare e creare nuove sinergie, creando circuiti culturali e di proposte espositive, per abbattere costi, tra circoli, dare insomma, il ruolo effettivo, quale in effetti siamo, di “manager” fuori dell’Isola, per continuare, infine, a far progredire la nostra, Sardegna.

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