ESCLUSIVA "TOTTUS IN PARI": LA LETTERA DI DIMISSIONI DI FRANCESCA FAIS DALLA PRESIDENZA DELLA FEDERAZIONE DEI CIRCOLI SARDI DELLA SVIZZERA

Francesca Fais, originaria di Sindia, vive a Losanna

di Francesca Fais

Dopo 5 anni alla guida della Federazione dei Circoli sardi in Svizzera, durante l’ultima riunione di Consiglio Nazionale, il 23 settembre, ho annunciato la mia intenzione di dimettermi per il 31 dicembre 2012.

Nonostante il mio annuncio sia stato definito “un fulmine a ciel sereno”, durante una riunione di esecutivo, il 27 ottobre, i rappresentati di 3 Circoli (sui 6 che aderiscono alla Federazione) hanno riferito che le mie dimissioni sarebbero state accettate.

Il 9 dicembre prossimo quindi, la Federazione svizzera eleggerà il suo nuovo presidente, cui formulo fin d’ora i miei migliori auguri.

Questa mia decisione non è frutto di priorità personali che cambiano, o d’impegni lavorativi che non permettono più un onere di tale portata, né tanto meno della situazione economica nella quale versano le associazioni sarde nel mondo e che vede profilarsene la fine all’orizzonte, bensì di una lucida riflessione sui 5 anni trascorsi e una proiezione sulle prospettive per eventuali altri 5 anni a venire.

E siccome in molti potrebbero pensare che ancora un giovane se ne và, adesso che i  tempi si fanno più duri, proprio per evitare strumentalizzazioni, mi preme esprimere a fondo il mio pensiero.

La situazione economica attuale, seppur con tutte le difficoltà che implica, non ha inciso in nessun modo sulla mia decisione.

Se è vero che non possiamo risolvere la crisi, è anche vero che possiamo cercare e percorrere altre strade, che permettano il prosieguo della nostra attività, rivedendo il tutto nel contesto attuale. Non sono decisioni che si prendono a cuor leggero ma la dura realtà, e oserei dire anche il nostro senso di responsabilità civica, ci impongono di fissare delle priorità.

Con un monitoraggio accurato e la conseguente priorizzazione a attività intese a creare un chiaro vantaggio competitivo (per non dire introito, diretto o indiretto che esso sia) per le nostre organizzazioni e per la Sardegna, faremmo già un passo in avanti, in attesa di quei cambiamenti strutturali che solo una nuova legge ci può dare.

Direi che sarebbe proprio questo il momento di pensare questi nuovi percorsi e quindi, il momento in cui le idee portate avanti al Congresso di Lucerna del 2009 sono piu’ attuali che mai !

Invece, nonostante il nostro sia stato a detta di tanti un Congresso forte e innovativo, nonostante tutti abbiano detto essere convinti che in questa situazione si puo’ appena “sopravvivere ( per quanto ancora ?), nel concreto non c’è nessuna volontà di fare “il passo”, facendosi portavoce di un cambiamento che sarebbe l’unico modo per ridare slancio a tutto il nostro mondo.

Si preferisce non smuovere troppo le acque: tanto in un modo o nell’altro riusciamo a ridimensionare i tagli e a tirare a campà …

Non c’è volontà di far seguire alle parole e alle idee, fatti concreti e adesso che sarebbe il momento di fare proposte oltre che di alzare la voce, stiamo zitti.

Questa resistenza alla novità e al cambiamento, quest’ostinazione a pensare che non ci sia niente di meglio di quanto già abbiamo, questo rifiuto a voler anche solo prendere in considerazione forme alternative di associazione, questa paura di espressioni come “attività diversificate” o “autofinanziamento”, e tanto altro ancora sono tutti motivi che porteranno le nostre associazioni a morire e che forse hanno anche portato molti giovani a lasciare la vita dei circoli e delle Federazioni.

Di certo, sono tutti motivi che mi hanno indotto a prendere questa decisione difficile e sofferta oltre che combattuta, tra la passione per l’attività in seno all’associazione, la paura di ammettere il fallimento, ma forse più di tutto per la rinuncia a un sogno…

Se è però vero che un sogno s’infrange, é anche vero che per chi come me ci crede, tutto non finisce qui, perché liberandomi del ruolo di rappresentanza, mi riapproprio della mia libertà di espressione, ultimamente troppo vincolata da un quanti non mi sentivo di rappresentare in maggioranza e che non si sentivano rappresentati da un presidente forse a tratti anche poco collegiale, troppo diretto, troppo “diverso” da chi mi ha preceduto.

Se qualcuno ha pensato che mi sarei allineata però, probabilmente non sa che chi scende a compromessi, rinuncia ai propri ideali, e questo è un passo che non mi sentirò mai pronta a fare…

Non basta avere un presidente di federazione giovane per portare avanti un cambiamento…

Ci sono sempre due scelte nella vita: accettare le condizioni in cui viviamo o assumersi la responsabilità di cambiarle: a ognuno il compito di fare la scelta giusta e assumerne tutte le responsabilità che questa scelta implica.  

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27 commenti

  1. Alberto Mario DeLogu (Montreal)

    Francesca, che nerbo! Ottima lettera, il succo è questo: se Francesca fosse rimasta ancora alla presidenza della federazione svizzera, dopo qualche anno non sarebbe più stata Francesca Fais. Ovvero, di nome può darsi, ma non di spirito

  2. Adelasia Divona (Udine)

    Cara Francesca, poveri quanti perderanno la tua determinazione e il tuo essere proattiva…il tirare a campare è uno dei limiti dei nostri circoli, così abituati alla sussistenza generata dalla munifica mano di mamma RAS, che ora può elargire solo elemosine…senza contare che la legge recentemente approvata non ci aiuterà. Spesso ci sentiamo dire “abbiamo sempre fatto così”: non è facile spiegare la necessità del cambiamento e dell’ineludibile riconversione della natura dei circoli e delle attività. Anche ad Udine siamo in scadenza di mandato: nel direttivo di mercoledì ho sottolineato la necessità di affiancare ai conti in ordine anche una proposta di cambiamento per il prossimo esecutivo che comprenda una revisione della natura dell’associazione e delle sue attività alla luce della crisi che ci ha travolto, delle attuali caratteristiche degli iscritti e di alcune nuove attività che possono essere introdotte per fare cassa e consentirci l’esistenza in vita. Capisco l’amarezza, ma dopo cinque anni chiudi in maniera propositiva: lascia l’incarico suggerendo una possibilità di azione per il futuro. Ti renderà il distacco più sereno. In bocca al lupo

  3. Siamo alle solite. Sono anni che vogliono i giovani nei circoli. Quei pochi che ci sono sono sempre ostacolati. Con il risultato che alla fine se ne vanno. Bella lettera Francesca. Forse in Svizzera non ti meritano..

  4. Conosco Francesca Fais giusto per esserci incrociati un paio di volte in occasioni di manifestazioni dove dovevamo esibirci, ma in quel poco tempo ho potuto apprezzare la sua determinazione e le sue idee molto chiare. Conosco invece abbastanza bene la situazione precaria dei circoli sardi e cio’ che ha indicato Francesca ( attività diversificate e autofinanziamento) sono i termini esatti del problema. Sono le uniche armi che potrebbero permettere a queste associazioni da una parte di liberarsi del giogo restrittivo e limitante della Regione Sardegna che con i mille vincoli ( relativi a tipo di manifestazioni, alle tante documentazioni, alle tante inutili riunioni, al sistema di conduzione, etc etc) rischia di trasformare i Circoli in semolici apparati iperburocratici; dall’altra darebbe la possibilità e la libertà di svilupparsi su altri fronti, anche con rischi minimi, ma con tante possibilità di espansione e di creare strutture anche semi-commerciali con potenzialità di dare anche lavoro. Un sogno, forse, ma le vie dell’assistenzialismo e dell’immobilismo non portano più da nessuna parte.

  5. Alexandra Porcu

    Cara Francesca. Mi stai togliendo le parole dalla bocca. Non sono mai stata presidente di una federazione, ma già esserlo di un circolo, condivido queste tue riflessioni e scelte. Ti ho visto la prima volta nel 2005 a colonia, mi sa. Avevo appena iniziato e tu c’eri già da un bel po di tempo lavorando. Per ciò, immagino anche la marcia che hai in più. E arrivo nel mio piccolo a dire che ti capisco benissimo e che la tua scelta è giusta e temo che sarà anche il mio prossimo passo. Ti auguro il meglio. Grazie di questa lettera.

  6. Margarita Tavera (Buenos Aires)

    Cara Francesca, proprio mi hai lasciato senza parole. Mi vengono tante cose da dirti ma…. Nel poco tempo che abbiamo condiviso capisco che non sarà stata una scelta facile e mi dispiace veramente tanto!. Ti auguro del meglio. Un caro e affettuoso saluto dalla Argentina.

  7. Josiane Masala (Losanna)

    A noi come circolo ci dispiace moltissimo ma comprendiamo le sue motivazioni

  8. Omar Onnis (Nuoro)

    Comprensibile. Bisogna aprire un grande dibattito, libero e non egemonizzato da strutture e posizioni di potere acquisite, possibilmente in terreno neutro.
    Noi di ProgReS ci stiamo lavorando. Presto presenteremo la nostra proposta.
    La situazione richiede un forte rilancio del ruolo dell’emigrazione sarda, non lo smantellamento della rete associativa messa su negli anni. Si tratta di riformulare alcune cose, renderla più adatta a cimentarsi con i fenomeni contemporanei e darle una personalità più spiccata.
    L’emigrazione sarda è un asset strategico, non è un corpo estraneo e nemmeno un peso per la collettività residente in Sardegna. Bisogna partire da questo presupposto.

  9. Mariella Cortes (Milano)

    Ciao Francesca! Leggo con un pizzico di amaro in bocca la tua lettera di dimissioni. Chiara e decisa come sempre, carica di quella determinazione che ti contraddistingue e sicura di voler rimanere fedele a quello che sei, alel tue idee. Mi dispiace perchè, pur condividendo in toto le tue parole, mi rendo conto che il mondo dell’emigrazione "perde" una scintilla di vita di grande importanza, capace di far sentire forte la propria voce e di proporre azioni concrete. Mi auguro che quanto detto a Lucerna nell’ultimo congresso non vada perso e che le tue idee siano di ispirazione per chi prenderà il tuo posto. Un caro abbraccio e in bocca al lupo per il tuo futuro!

  10. Fabio Meloni (Cagliari)

    Considerato che la lettera aperta presenta qualche imprecisione, la prossima settimana divulgherò (e riceverai) la risposta dell’Assessore.
    Per Francesca mi spiace, sapevo che in Svizzera non regnava la pace, perciò unica consolazione che non sia una scelta dipesa dai tagli, purtroppo inevitabili…

  11. Paolo Sanna (Lugano)

    Cara Francesca,
    anche i sassi sanno quanta speranza di cambiamento avesse riposto in te il circolo di Lugano.
    Nell’ultimo numero del nostro ‘Peter Pan’. scrivevamo ‘Non è più tempo di beghe da pollaio. Lo diciamo in prima persona a Francesca Fais della Federazione svizzera perché finalmente trovi il coraggio di unire le forze dei circoli in svizzera – ognuno con la propria autonomia’.
    Evidentemente nulla è cambiato da quando sei anni fa abbiamo intrapreso la via solitaria abbandonando una federazione ingessata nelle sue insicurezze e per questo timorosa di affrontare una rottamazione (brutta parola che usa oggi ma efficace) di vecchie abitudini.
    Anche la tua forte tempra soccombe dunque alla logica di lealtà fuorvianti, e nei secoli fedele, a dinosauri che stanno divorando il bonus di stima e riconoscenza per quanto hanno fatto in lunghi anni di militanza nel mondo dell’emigrazione organizzata.
    Cara Francesca, hai chiarito e ribadito forte e chiaro che le dimissioni non sono dovute a impegni personali. Di più! Per non essere fraintesa ribadisci che tre circoli su sei si sono affrettati ad accettarle e – leggo tra le righe, conoscendo bene la realtà dell’esecutivo – sbavare fedeltà ai padroni del vapore.
    Riassumendo per sommi capi una situazione grottesca, si può così riassumere la situazione dei circoli in Svizzera:
    • Sei circoli federati ma divisi fifty-fifty;
    • Un circolo – Lugano – indipendente;
    • Un circolo – Birr – non riconosciuto dalla Regione
    Non si sa più a chi attribuirla ne’ mi interessa la paternità della frase ma ‘pocos’ non lo siamo più; ‘locos’ erano quelli che hanno attribuito a Carlo V la stupida frase (anche se citati per insultarci, ci è sembrata gran cosa perché comunque un potente parlava di noi); ‘Malunidos’… Vogliamo finalmente dimostrare che non corrisponde più al vero?
    Francesca non mollare! Anzi, come diceva il nostro conterraneo: Boia chi molla.
    Bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto? Spero tu lo veda mezzo pieno (tre circoli sono con te, no?) Se vuoi, aggiungici Lugano.

  12. Anna Cossu (Milano)

    Ditemi voi se oggi come oggi ha ancora motivo la Regione Sardegna di finanziare i circoli degli emigrati sardi?

  13. Roberta Matta (Cagliari)

    Ciao Francesca,
    ti capisco, ma mi dispiace tantissimo allo stesso modo perché sei una persona in gamba. Questa esperienza, che ora si chiude, ti ha certamente arricchita personalmente e professionalmente. Ti auguro un futuro radioso e pieno di grandi soddisfazioni. Un caro saluto, Roberta

  14. Roberta Matta (Cagliari)

    Se capiti da queste parti, vieni a trovarmi. Mi farebbe molto piacere

  15. Ria Vrancken (Frauenfeld)

    What a woman!

  16. Mario Agus (Arnhem)

    Non ci credo!

  17. Tonella Bianchi (Lugano)

    Meglio tardi che mai!
    Brava Francesca!!!

  18. Mario Roggio (Monaco di Baviera)

    Peccato. E’ una bellissima donna.

  19. Loredana Dedola (Karlsruhe)

    Francesca Fais ha sempre lavorato alla grande per tutte le Federazioni

  20. Alexandra Porcu (Berlino)

    Sono ancora scioccata da questa news

  21. Antonio Luigi Galistu (Stoccarda)

    Sono dispiaciuto per le tue dimissioni. Hai fatto tanto per l’emigrazione sarda. Ti auguro una vita serena e felice

  22. È palese, che questa “ lettera di dimissioni ” è una rabbiosa e pubblica polemica che non vuole colpire solo la Federazione Svizzera. Non vi era momento migliore per mettere in cattiva luce l’ impegno sociale e politico degli emigrati. Sono stanco di queste divisioni e di ’ questo “vecchio e giovane” opportunismo duro a morire .

  23. Giusy Porru (Parigi)

    Cara Francesca ….eppur si MUOVE!
    Spero fermamente che le tue dimissioni, le immagino frustanti e dolorose per averne avuto l’esperienza per ben DUE volte come presidente d’associazione; che servano a mettere in "luce"; l’impegno sociale e (politico?) di cui si accenna sopra, questi sempre in primo piano come elisir di lunga vita……se andassimo a vedere le REALTA’ una volta per tutte.
    Ho sempre reclamato quanto sia necessario fare più controlli e verifiche sopratutto all’interno dei direttivi, ora è tempo di farlo non solo in Svizzera ma anche qui in Francia e altrove dove sia necessario.
    Si tratta certo di conflitti generazionali, i pochi giovani che si impegnano nelle attività dei Circoli, spesso devono far fronte a vecchie prepotenze ancorate dall’ abitudine, un muro di despoti che fanno il buono e il cattivo tempo,
    -è giunta l’ora di fare piazza pulita con gente nuova e nuove idee,
    -è necessario un vero rinnovo alla radice,
    -stop alle retroguardie
    soldi e non soldi,
    vogliano o non vogliano,
    perché le associazioni non hanno niente a che vedere con la politica,
    di questa ne abbiamo già abbastanza a livello Nazionale,
    che la smettano di comportarsi come strumento di potere e di interesse, come si sono rivelati alcuni Circoli, Federazioni e molti dei loro vecchi rappresentanti, ne ho conosciuto che si sono ben ingrassati alle spalle della Sardegna…….e degli emigrati.
    Una volta ho sentito questa frase dalla bocca di un Presidente di Federazione " Non ci importa chi governa alla Regione, che siano di destra; centro o di sinistra, loro vanno e vengono, mentre noi siamo sempre qui a decidere….."
    e sopratutto ad incassare…….
    Non aveva torto il furbacchione, ma i tempi sono cambiati, questa crisi sarà benefica almeno per far crollare questa gente.
    Ben vengano i fulmini e che torni il ciel sereno, l’onestà e il senso del dovere!
    Un forte abbraccio
    da Giusy Porru

  24. Questa lettera puo’ essere interpretata in due modi diversi : in modo positivo se quanti agiscono come la Fais scrive, riflettono alle conseguenze del loro modo di agire e traggono insegnamenti per il futuro. In modo negativo se invece queste stesse persone cercano di far passare il messaggio che per non fare troppo male era meglio tacere e quindi continuare a tacere quanto non và. Per crescere e migliorarsi bisogna partire dalla situazione nella quale le associazioni si trovano. La verità purtroppo fa male ma inutile dipingere la situazione migliore di quello che è.

  25. Cara Francesca,
    la notizia della tua dimissione ci ha lasciato a bocca aperta. Sappiamo bene con quale energia e con quale entusiasmo tu abbia sempre saputo dirigere e partecipare alle varie attività del Circolo Italiano di Losanna. Il tuo impegno in seno al CIL ed alla regione Sardegna facevano sì che ci fosse un filo conduttore continuo fra queste due entità, e questo grazie a te. Pensiamo comunque che tu continui a fare parte del comitato dei sardi di Losanna. Ci rallegriamo che tu faccia ancora parte del Comitato del CIL e ci rallegriamo di lavorare ancora insieme. Tutto il Comitato del CIL

  26. Josiane Masala (Losanna)

    Cara Francesca,
    piu volte abbiamo avuto la possibilità di discutere sulle problematiche esistenti riguardo il mondo dell’emigrazione.
    Discutendo con i membri del direttivo del Circolo di Losanna, capiamo benissimo la tua decisione di dimetterti dopo 5 anni di presidenza nella Federazione Svizzera. Durante questi 5 anni, hai saputo gestire e dirigire l’emigrazione sarda in Svizzera con grande positività e orgoglio. E si, l’orgoglio che potrebbe nuocere ad alcune persone, per quanto ci riguarda, ci ha saputo motivare e andare avanti con tutte le difficoltà che si possono trovare e che conosci molto bene.
    Abbiamo sempre aderito alle tue idee e queste ci hanno permesso di fare tanti passi avanti e come organizzazione locale, ma soprattutto come rappresentanti in Svizzera della Sardegna. Abbiamo ugualmente aderito al fatto che il mondo associativo come lo hanno conosciuto le generazioni precedenti, non puo piu esistere e sarebbe stato proprio adesso il momento di cambiare.
    Per il cambiamento servirebbe prendere dei rischi e fare alcuni sacrifici. Le tue idee innovative portando sempre al centro dell’attenzione la Sardegna, avrebbero permesso risparmi per la nostra regione (soprattutto sapendo la situazione critica che si vive in questo momento) ma anche innumerevoli possibilità di sviluppo per le nostre attività.
    Progetti come il Circolo virtuale, o la sede non obligatoria, evitando in questo modo affitti pagati inutilmente, avrebbero giovato al benessere dell’emigrazione.
    Sappiamo benissimo l’energia che ogni giorno hai messo a disposizione di ognuno di noi e te ne voglio ringraziare infinitamente. Sei stata una sostenitrice di tutte le iniziative valide, portando sempre un importante contributo personale.
    I tagli annunciati ultimamente dalla regione saranno un segno di cambiamento futuro che avremo potuto affrontare solo con una personalità come la tua. Non vogliamo parlare del fatto che sia una giovane donna con anni di vissuto nel mondo associativo. Qui dobbiamo parlare di competenze e rappresentanza, che faccia parlare del mondo dell’emigrazione.
    Francesca, siamo lieti di sapere che potremo usufruire di tutte le tue competenze presso il nostro circolo.
    Continueremo ad andare avanti e mettere in avanti la nostra posizione di associazione.
    ti ringrazio per tutto ancora una volta e mi dispiace dover perdere una Presidente di Federazione cosi capace solo perché la tua visione di miglioramento non é stata condivisa dalle persone che avrebbero dovuto incoraggiarti.
    affettuosamente
    Josiane

  27. Vedere bloccate le strade ai giovani e’ sempre un brutto segno ma spero, anzi a leggere quello che hai scritto ne sono certo, che la tua battaglia a sostegno dei sardi in Svizzera e all’estero in generale non si ferma qui.

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