Nel giorno della festa dei santi Giulitta e Quirico, a Santa Giuletta (nell’Oltrepò pavese) è stata riaperta al culto la storica (le prime notizie risalgono al secolo XIII) chiesa del Castello, dopo quasi 15 anni di lavori che sono serviti per consolidare le fondazioni della struttura pericolosamente “destabilizzate” nel 1978 dai movimenti franosi che interessarono l’intera collina. Tra le diverse iniziative “laiche” è senz’altro da segnalare quella realizzata nella circostanza da sedici aziende vitivinicole locali. Ciascuna di esse, rinunciando al proprio marchio, ha messo a disposizione degli organizzatori dell’importante evento un certo numero di bottiglie di vino rosso da tavola senza etichetta. Tutte quante sono state quindi “marcate” con un’etichetta riportante l’immagine dei due santi e la scritta “Santi Quirico e Giulitta. 15 luglio 2012” e corredate di un cartoncino che traduce in termini di messaggio evangelico ecumenico il significato dell’operazione “messa a frutto” (è il caso di dirlo) dai sedici produttori di Santa Giuletta (nominativamente indicati): “Come dai grappoli sparsi sui colli si fa un solo vino, così da ogni parte della terra la Chiesa è raccolta in unità di fede e di amore”.
Il ricavato della vendita di questa produzione limitata andrà naturalmente a favore della chiesa appena restaurata.
In questa occasione vale la pena di sottolineare il fatto che il ricordo del martirio a Tarso in Cilicia, avvenuto nell’anno 304, il giorno 15 luglio, dei due santi Giulitta e Quirico (madre e figlioletto), ha sempre colpito l’immaginazione sia del popolo sia degli artisti, in particolare i pittori. Questo è avvenuto non solo nell’Oltrepò, dove due paesi – Santa Giuletta e Corvino San Quirico – hanno una denominazione che certifica la diffusione della venerazione dei due martiri cristiani; non solo a Pavia (tutte le guide storico-artistiche della città citano la cappella domestica dedicata ai SS. Quirico e Giulitta, eretta dai conti Mezzabarba nel 1734 e l’affresco della volta con i due santi in gloria); non solo in Italia (compresa l’isola di Sardegna: i due santi sono patroni a Cargeghe, SS, e Norbello, OR, mentre a Buddusò, SS, sono copatroni con sant’ Ambrogio e sant’Anastasia) ma in Europa (basta ricordare Nevers in Francia).
Anche lo scrittore Alberto Arbasino (nato a Voghera, ma residente da decenni lontano dalla città), scrivendo al sottoscritto santagiulettese, che una decina di anni fa ne aveva ricordato sulla stampa locale le frequentazioni oltrepadane, non lontano da Santa Giuletta e Corvino San Quirico (precisamente presso la Casa lunga all’incrocio della Via Rivetta con la strada della Camarà in territorio di Casteggio, durante il periodo di sfollamento della famiglia da Voghera nel corso dei periodi più difficili della seconda guerra mondiale), trovò il modo di farvi sicuro riferimento.