IL "PRIDE" AL POETTO DI CAGLIARI: E' STATO IL PRIMO EVENTO CHE SI SIA MAI SVOLTO IN SARDEGNA


di Brunella Mocci

Il 30 di giugno è nato a Cagliari il primo PRIDE della Sardegna. Pride, bisogna sottolinearlo perché è importante, anzi fondamentale:  Pride come orgoglio di tutti, non (soltano) gay pride o orgoglio omosessuale. Perché l’orgoglio di poter avere diritti e pari dignità deve essere allargato ad ogni manifestazione d’amore e di autodeterminazione del proprio essere. Questo è stato il presupposto che l’associazione Arc organizzatrice dell’evento cagliaritano ha individuato per far concludere i suoi 40 giorni di “queeresima” in un’unica data  il 30 giugno. Quella del Pride 2012!  In questa torrida serata estiva il lungomare del nostro Poetto si è colorato di ogni possibile colore, indossato da migliaia di esseri umani entusiasti, che sorridevano, cantavano e ballavano la libertà di essere se stessi. Migliaia di persone a Cagliari, durante questo Pride 2012,  hanno sancito la loro libertà di poter chiedere a gran voce un diritto di tutti a cui non è più possibile rinunciare. Ovvero chiedere che a tutte le persone, cittadini e cittadine di questa terra,  vengano riconosciuti il diritto di amare e la dignità del pieno rispetto dovuto ad ogni essere umano, di qualunque orientamento sessuale egli sia. E questo rispetto comporta non soltanto le manifestazioni  di solidarietà o le dichiarazioni di buone intenzioni delle istituzioni che sono importanti ma  lasciano il tempo che trovano se non sono seguite da fatti. E i fatti sono innanzitutto quelli di un necessario e pieno riconoscimento legislativo delle coppie di fatto e una legge contro l’omofobia e l’intolleranza verso le diversità. Oltre a questa richiesta forte di diritti uguali per tutti, quello che ha colpito del Pride 2012 cagliaritano è stato il senso di gioia, esplosiva e sincera, che ha contagiato tutti, anche i semplici curiosi o gli scettici che si affollavano sul lungomare del Poetto, in un movimentato teatro di sole e musica. Non può quindi passare inosservato anche il senso di civiltà dimostrato da tutti. Anche  quei pochi che anacronisticamente si dicono distanti e un po’ infastiditi da tanta voglia di esibizione, alla fine non possono non aver riflettuto su questo fantastico spettacolo della vita e della libertà.  Tra quelli che sicuramente hanno colto appieno il senso e l’importanza di questo Pride sardo, nato per rivendicare non la diversità ma l’orgoglio e i diritti di tutti, credo sia giusto segnalare anche la presenza delle principali istituzioni pubbliche cittadine, Comune e Provincia insieme in un gesto non di facciata ma di presa di posizione, anche politica, convinta e sostanziale. Una cosa per niente scontata, nemmeno in altre realtà sociali ben più aperte e che sentiamo sempre vantare spesso fuori dalla Sardegna. Ad aprire il corteo infatti c’erano il sindaco Massimo Zedda e la presidente della Provincia di Cagliari Angela Quaquero, che non hanno certo presenziato solo all’inizio in favore di telecamere per poi dileguarsi, come di solito avviene con molti politici. Ma Sindaco e Presidente della Provincia  hanno invece percorso sotto il sole i diversi  chilometri del litorale, insieme a tutti noi.  E insieme a loro anche  altri esponenti politici di, tra cui la deputata Paola Concia del Pd e altri politici locali dei diversi schieramenti di sinistra. Però sempre troppo pochi direi, vista anche la partecipazione del pubblico così numerosa. Le assenze di molti dei ns. politici sembrano inspiegabili e ala fine concorrono a confermare quanto tanti di loro siano ormai avulsi dalla realtà che li circonda. La sola presenza dei rappresentanti delle due importanti istituzioni di Comune e Provincia, sarebbe stata una cosa impensabile nella Cagliari di pochi anni fa. Eppure questa presenza nuova delle istituzioni non è la sola conferma di un cambiamento e di una nuova coscienza. Perchè alla semplice presenza di personaggi  politici importanti durante la marcia del Pride si sono aggiunti, per la prima volta, anche i fatti. E un fatto importante è certo la notizia che soltanto pochi giorni prima di questo Pride, il consiglio comunale abbia approvato il registro delle unioni civili. Una importante conquista, seppure abbastanza simbolica prima ancora che di effetto reale, che ha certamente incoraggiato ed entusiasmato tutti coloro che attendono da anni una vera legge in tal senso.  Fare questo, durante un momento di forte difesa dei propri diritti da parte della comunità omosessuale e a ridosso del Pride è stato quindi un segnale importantissimo e chiaro da parte della nostra amministrazione comunale. Amministrazione che, a differenza di quella regionale che per l’ennesima volta si conferma quale grande assente nella società, con questo esempio ha dichiarato due cose importanti. La prima è quella di  non avere pregiudizi di alcun tipo nei confronti delle diversità e della popolazione lgbt e la seconda, altrettanto importante è quella di  evidenziare che può esistere anche in questa Sardegna una politica nuova, una politica che finalmente decida di riconoscere la laicità delle istituzioni e dello stato. Cosa che è possibile anche agendo a partire dal basso. Dal locale che può diventare globale. Agendo tutti con i più piccoli e concreti gesti di ogni giorno. Gesti di attenzione che possono consistere anche nella semplice disponibilità del fermarsi ad ascoltare tutti e parlare con tutti.  Senza volgere lo sguardo dall’altra parte per disinteresse o per nascondere e nascondersi il disagio di trovarsi impreparati di fronte alla diversità. Certo, a questo inizio dovranno seguire ben altri percorsi a livello nazionale, ma la prima pietra è gettata. E possiamo finalmente sperare. Molte invece erano le associazioni presenti alla marcia del Pride e con esse anche i rappresentanti della società civile che hanno sostenuto e partecipato all’evento. Tra queste ovviamente ci siamo anche noi della Lila. Noi abbiamo abbracciato fin dall’inizio la causa di ARC sentendoci non solo solidali ma portatori di diversità anche noi e per questo insieme a quei tanti che oggi sono emarginati, dimenticati o esclusi. Ci siamo sentiti uguali ai tanti diversi perche vittime della stessa meschina discriminazione. Perché noi della LILA difendiamo i diritti delle persone sieropositive. Diritti che in questa società evoluta oggi vengono ancora assurdamente negati.  Il diritto di TUTTI, proprio in quanto diritto di DIVERSI è un diritto fonte di uguaglianza. Il diritto a poter essere se stessi, ad essere rispettati e sentirci parte della società civile vale anche per noi, sempre più spesso nascosti e impauriti da una società che tende ad aver paura dell’hiv anziché decidere di affrontarlo con parole ed azioni significative nei confronti di tutta la popolazione. Concludendo, credo che sia doveroso un ringraziamento per questa giornata davvero condivisa e indimenticabile. Vorrei ringraziare per aver visto una Cagliari così,  piena di energie positive, gioia, speranza e partecipazione, questa è quella città che ci auguriamo da sempre e che ormai disperavamo di poter vedere. Un ringraziamento all’associazione Arc per la determinazione ed il coraggio dimostrati nello scommettere su un evento da cui in tanti hanno inizialmente preso le distanze, criticato e anche scoraggiato. E un ringraziamento anche al MOS di Sassari, organizzazione combattente e sempre in prima fila anch’essa. Infine un ringraziamento a questa Cagliari fatta di gente, bellissima ed inaspettata. Che ha riempito per la prima volta di  migliaia di bellissimi sorrisi pieni di fiducia questo sabato sera sul lungomare del Poetto. Un abbraccio, un grazie e un arrivederci a tutti, fino  al prossimo Pride.

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Un commento

  1. Francesca Rassu

    Mi fa piacere leggere anche queste notizie che provengono dalla sardegna, dove sono nata anche se vivo da anni nel continente.
    Mi fa piacere perchè sembra che qulcosa stia cambiando anche lì anche se lentamente rispetto ad altre città.
    Però sono sicura che questo è soltanto l’inizio, di una presa di coscienza che non si può più fermare.

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