INCONTRO TRA DUE FANTI DELLA BRIGATA SASSARI DURANTE LA COMMEMORAZIONE A LOSSON DELLA BATTAGLIA


di Dario Dessì

La foto mostra, in primo piano, il generale Pino Enrico, attuale comandante della Regione Militare Veneto e già 34° Comandante della Brigata Sassari, che abbraccia fraternamente il corrispondente del Gazzettino Veneto Nello Dupré, di Zero Branco (TV), il quale, negli anni cinquanta, aveva frequentato il Centro Addestramento Reclute nella Caserma Gonzaga della Brigata “Sassari” a Sassari. E quindi, sempre in primo piano, un Medagliere della Provincia di Venezia con 48 medaglie d’Oro e il Gonfalone del Comune di Meolo. Dietro a loro, su quattro lastre di pietre sarde sono stati incisi indelebilmente i nomi di 138 fanti della Brigata Sassari, caduti, in appena pochi giorni, nel mese di giugno del 1918 durante la Battaglia del Solstizio o “Operation Albrecht”, come l’avevano denominata gli alti Comandi Austroungarici.

Il sacrificio di quei giovani emigrati ante litteram, arrivati quassù in Veneto con lo zaino affardellato al posto della classica valigia di cartone ed il fucile al posto degli arnesi da lavoro, fu indispensabile per la difesa e la liberta della giovane nazione Italia e fu, pertanto,  riconosciuto da una seconda Medaglia d’Oro assegnata alle bandiere del 151° e 152° Reggimento Fanteria, come si apprende dal  Bollettino Ufficiale 9 giugno 1920,  disposizione 47, dove appare  la seguente motivazione:

All’imbaldanzito invasore opposero sul Piave l’audacia della loro indomabile volontà di vittoria, la fierezza sublime e la granitica tenacia della loro antica stirpe. (16 – 24 giugno 1918).

Per quasi un secolo,  questi giovani eroi erano stati inopinatamente  dimenticati; senza che a qualcuno fosse venuto in mente di commemorarli.

Eppure ci fu chi scrisse:

Apoteosi

                                                              Sia Gloria ai morti di Losson

                                                              Sia Gloria agli eroi di Losson

                                                              Che, qui onorifichiamo nel Patrio Sacro Suol.

                                                              Ma, risorgeranno i morti di Losson!

                                                              Si, si risorgeranno!

“Guai a quel popolo che non conosce la propria storia”soleva dire Giuseppe Mazzini.  Per fortuna, novant’anni dopo,  per la tenacia e l’ostinazione di alcuni sardi che risiedono  non lontano da Losson della Battaglia e da altri teatri di guerra dove i fanti della Brigata di Ferro acquisirono notorietà e rispetto in patria ed incussero soggezione e paura tra i nemici, fu costruito un monumento sacrario, presso il quale, ogni anno, in un certo sabato del mese di Giugno,  autorità civili e militari  ripetono a chi risiede nelle vicinanze o a tanti altri che arrivano da lontano:

“Qui su queste quattro pietre sarde ci sono i nomi di  eroi genuini,  venuti da lontano per assicurare  all’Italia un futuro di dignità e di libertà”.

Sabato, 23 giugno, a Losson della Battaglia e nella vicinissima Croce di Piave, dove due cippi ricordano le imprese di Tito Acerbo, ultima Medaglia d’Oro al valor militare  individuale della Brigata Sassari  e di Emilio Lussu, quarta medaglia d’Argento al valor militare individuale, hanno voluto ricordare ai presenti i momenti storici di Losson e dintorni e a rivolgere parole di ammirazione e di gratitudine  agli strenui difensori di quel lembo di fiume Piave, che gli Austriaci volevano conquistare a tutti i costi, per poi straripare nella pianura veneta e ripetere i saccheggi e le violenze alle cose e alle persone, commessi subito dopo la ritirata italiana di Caporetto. Artefici delle commemorazioni sono stati due Assessori dei Comuni di Meolo e di Musile di Piave,  Il sindaco di Zero Branco, il Capitano di Fregata Giorgio Dissera Bragadin, il Generale Enrico Pino e il sempre caro Don Primo, parroco della chiesa di Croce di Piave.  E per concludere, non si può tralasciare di ringraziare tutte le Associazioni, le Autorità le persone presenti, il Circolo Ichnusa di Mestre e il suo socio Saverio Vidili, che ha gestito magistralmente la scaletta degli eventi e, come buon ultima la famiglia Doretto per l’ottimo e abbondante rancio che ha dispensato ai convenuti  nei giardini e nei locali interni dell’Antica Trattoria “La Fossetta”           

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Un commento

  1. fabio Cerquetella

    Salve . Io avrei una richiesta.
    Ho scoperto di recente che un mio parente, fante del 152 esimo brigata Sassari, morì il 23 giugno 1918. Mi chiedevo se il suo nome risulta tra quelli della lapide di Losson: Cerquetella Paolo.
    Grazie.

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