LA SARDEGNA E L'UNIFICAZIONE ITALIANA: L'INNO DI GOFFREDO MAMELI

Goffredo Mameli

Goffredo Mameli


di Omar Onnis

Mameli, Mameli… Dove ho già sentito questo nome? Ma certo! È un cognome sardo abbastanza diffuso. E infatti il buon Goffredo, poeta e giovane martire del Risorgimento italiano, discendeva per parte di padre da una aristocratica famiglia sarda. Guarda un po’ che casi. Vuoi vedere che in realtà la Sardegna con l’unificazione italiana c’entra qualcosa? Be’, a ben guardare la sardità di Goffredo Mameli è alquanto problematica. Con tutta probabilità, l’interessato nemmeno ci pensava. Tanto poco ci pensava che, dovendo condensare in una strofa del suo inno una serie di eventi eroici tratti dalla storia degli italiani, non menziona affatto la Sardegna.

Dall’Alpi a Sicilia Dovunque è Legnano, Ogn’uom di Ferruccio Ha il core, ha la mano, I bimbi d’Italia Si chiaman Balilla Il suon d’ogni squilla I Vespri suonò

Dalle Alpi alla Sicilia è tutta Italia. Lo è da sempre. Qualsiasi cosa sia successa in quello spazio geografico appartiene alla storia di tutti gli italiani. Anche eventi che di “italiano” avrebbero davvero ben poco. Pensiamo ai Vespri siciliani, tanto citati nei manuali di storia che si usano nelle scuole. Un episodio relativo a contrasti diplomatici tra potenze internazionali dell’epoca (Angioini francesi e catalano-aragonesi), che vede i siciliani come attori non protagonisti (preferire un dominatore a un altro non è esattamente espressione di libera determinazione di un popolo). Curiosamente, la contesa internazionale venne risolta – almeno sulla carta – dal buon pontefice Bonifacio VIII infeudando la Sardegna al regno di Aragona (1297). Dal che nacque tutta l’epopea della guerra tra sardi e catalani nella seconda metà del secolo successivo, conclusasi come sappiamo (cioè male per noi, ma anche per i catalani). Insomma, appare del tutto evidente che anche in questo caso noi non siamo contemplati nel disegno provvidenziale che volle l’Italia una, sovrana e indivisibile. Siamo l’appendice che ci si ritrova attaccata per caso. Infatti non mancheranno le occasioni in cui gli stessi Savoia, benché diventati monarchi proprio grazie alla corona portata loro in dote dalla Sardegna nel 1720, cercheranno di sbarazzarsi dell’Isola. Cavour ci tentò ancora nel 1859. La Francia declinò. Chissà se fu un bene o un male. Anche da questa parte perciò appare ben difficile perorare la causa di una Sardegna partecipe o comunque coinvolta a tutti gli effetti nel processo di unificazione politica italiana. Non lo era nemmeno nei pensieri di chi a quell’unificazione aspirava. Persino quando poteva vantare qualche nesso diretto, familiare, con l’Isola. A questo punto, dunque, non ci rimane che dichiarare aperta la gara a chi scova per primo un riferimento orgoglioso a Mameli come alfiere sardo del risorgimento italiano.

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