"IL GIORNO DELLA MEMORIA" DEL CIRCOLO SARDO "SU NURAGHE" DI BIELLA: IL PERCORSO DI TESTIMONIANZE IN SINAGOGA


di Battista Saiu

Anche il Circolo Culturale Sardo “Su Nuraghe” quest’anno ha voluto unirsi alle tante iniziative che ricordano la Shoah, la “desolazione, la catastrofe, il disastro” del Popolo ebraico. Nelle sale della biblioteca Su Nuraghe, è stata celebrata la giornata della Memoria” attraverso un “Percorso di testimonianze: da Anna a Hannah” progettato, scritto e rappresentato da Veronica Morellini, Francesco Logoteta e Mirko Cherchi, per la regia di Ludovica Pepe Diaz. L’iniziativa è stata patrocinata della Comunità Ebraica di Vercelli, Biella, Novara e Verbano Cusio Ossola. Durante la serata sono state presentate le letture riguardanti sei personaggi. Partendo da Anna Frank quattordicenne olandese, costretta, prima del martirio, a nascondersi  per quattro anni, ed innamorata, nonostante tutto, della vita, come può esserlo una adolescente, passando per il piccolo David Rubinovicz, dodicenne contadinello polacco, che annota con ingenuità le progressive restrizioni di vita imposte agli ebrei nel suo piccolo villaggio agricolo, prima che questi venga dato alla fiamme e la  popolazione  sia deportata. Si è arrivati,  poi, al diario di Hetty Hillèsum  giovane che volle condividere scientemente  la sorte della sua famiglia e del suo popolo, che portò Dio ad Auschwitz, dentro di sé, che perdonò sempre ai  suoi carnefici. Il quarto personaggio è Primo Levi, che  si salvò. Nei suoi  libri testimoniò, ma non resse  sia al senso di colpa che spesso  tormentava i sopravvissuti (perchè proprio io mi sono salvato?), sia all’orrore del personale ricordo, finendo tragicamente la sua vita. Sono stati letti stralci del “Silenzio dei vivi” di Elisa Springer , anch’ella una sopravvissuta, che tacque la sua terribile esperienza per 50 anni, per un senso di vergogna e pudore e, poi  testimoniò, instancabilmente, spronata dal figlio, fino alla fine dei suoi giorni. Infine è stata data voce alla filosofa  Hannah Arendt che  si mise in salvo fuggendo in America.Ci ha lasciato testi fondamentali sui regimi totalitari e, soprattutto, su quello che lei definisce “la banalità del male”, riferendosi a come l’essere umano possa giungere a non pensare, a non distinguere quindi il bene dal male, e così a poter compiere, come automa, azioni  orribili senza che la coscienza ne venga scalfita. Le letture sono state intervallate da proiezioni alternate di quadri di Marc Shagall e fotografie dei Lagher, artistiche e drammatiche ma non crude.

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