TERREMOTI E DISSESTI LONTANI DALLA SARDEGNA: I RISULTATI DEL CENTRO STUDI DEL CONSIGLIO NAZIONALE GEOLOGI


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Nessun rischio sismico per la Sardegna. Si sapeva, ma l’ulteriore conferma arriva dai risultati diffusi dal centro studi del Consiglio nazionale geologi, che ha elaborato i dati Cresme/Si 2010 e Protezione civile.
La popolazione sarda non corre alcun pericolo di essere colpita da terremoti, né le scuole né gli ospedali situati sul territorio. Situazione analoga per la Valle d’Aosta e il Trentino Alto Adige. La regione con più persone a rischio è la Campania (5.318.763), seguita dalla Sicilia (4.665.992) e dalla Toscana (2.768.539). Diversa la situazione, esattamente invertita, per le strutture pubbliche: in prima posizione la Sicilia, con 390 costruzioni (tra scuole e ospedali) a rischio sismico, e al secondo posto la Campania (259). I numeri raccontano di un’Italia fragile e insicura per molti degli 11 milioni di edifici a prevalente uso residenziale; tra questi il 60 per cento è stato realizzato prima del 1971, mentre l’introduzione della legge antisismica è del 1974. In totale i Comuni potenzialmente interessati da un alto rischio sismico sono 725, quelli esposti a un rischio medio sono molti di più: 2.344. I problemi conseguenti riguardano non solo la sicurezza ma anche le finanze: si calcola che dal 1944 al 2008, «il costo del dissesto idrogeologico e dei terremoti – ha spiegato Piero Antonio De Paola, presidente del Consiglio nazionale dei geologi – è stato di 213 miliardi di euro, con un investimento di 27 miliardi solo dal 1996 al 2008». Per il ministero dell’Ambiente servirebbero almeno 40 miliardi per mettere in sicurezza idrogeologica l’intero territorio nazionale, richiesta che gli esperti rimarcano da anni. Ma i fondi destinati a questo settore sono «intoccabili», come li ha definiti il ministro Stefania Prestigiacomo, perché sono destinati ad affrontare «una drammatica emergenza nazionale».

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