ENOGASTRONOMIA E COLLEZIONE ETNOGRAFICA AL "TANIT" DI PIETRO FRONGIA A CARBONIA

Pietro Frongia

Pietro Frongia


di Cristoforo Puddu

A Carbonia, in località Sirai, il ristorante di Pietro Frongia sorprende già al primo colpo d’occhio per le strutture in chiaro stile moresco-mediterraneo e per il nome del suggestivo complesso (hotel, ristorante, pizzeria) che richiama alla divinità “Tanit”; omaggio di memoria storica alla dea fenicia della fertilità, consorte di Baal, venerata a Cartagine e da quanti, intorno al 540 a.C., si stabilirono nella Fortezza fenicio-punica di Monte Sirai.  In un ristorante sardo è normale godere di un’ottima cucina di assoluta eccellenza e di un cortese premuroso servizio, offerto con passione e genuina ospitalità quale frutto di una cultura alimentare millenaria e di atmosfera umana unica. Ma  rintracciarne uno con l’eccezionalità dell’abbinamento museale, creato con estrema competenza e sintonia d’ambiente all’interno dell’attività di ristorazione, è certamente una rarità e sogno insperato. Al “Tanit” è infatti possibile ammirare una completa collezione etnografica, in perfetto stato di conservazione, che permette di percorrere la vita e le attività della quotidianità di lontane generazioni di nostri antenati. Gli innumerevoli reperti, tutti classificati e regolarmente denunciati alla Soprintendenza, si devono al paziente lavoro da ricercatore-collezionista di Pietro Frongia ( noto ai tanti come “l’uomo delle pietre”) che ha ereditato la passione archeologica dal padre Antonio, artigiano e responsabile in diverse fasi di scavi a Tharros. La ricca collezione etnografica è composta da un braciere nuragico, proveniente da Tratalias, e il pregiato pezzo di un altare fenicio; macine per grano, per sale ed olive; aratri, erpici, gioghi da buoi in legno e finimenti per animali da soma; attrezzi artigianali per la filatura, la tessitura e lavorazione dell’orbace; svariate utensilerie e suppellettili di comune uso nelle abitazioni contadine e impianti per la vinificazione con pressa datata XIV secolo; un vasto campionario degli attrezzi necessari per la produzione dei caratteristici e tradizionali pani e formaggi sardi; incudine in ferro (200 Kg.) con basamento in legno e mantici in uso da fabbri e panettieri. Tra i reperti del museo-ristorante sorto nel 1981, oltre a numerose anfore e preziosa oggettistica religiosa, sono custoditi la Fonte Battesimale, l’Altare e Colonne provenienti dalla Chiesa di Santa Maria di Flumentepido, edificata in stile romanico nell’XI secolo e “proprietà dei monaci di Montecassino dal 1066”. Da segnalare l’esposizione di un fungo fossile datato ben 5 milioni di anni e l’ultima ed attuale acquisizione alla collezione che Pietro Frongia, a cui negli anni sono stati assegnati svariati riconoscimenti e le chiavi della Città di Carbonia in occasione del cinquantesimo di fondazione (1938-1988), ci consente di visionare: la pubblicazione di omaggio ai Reali d’Italia nel cinquantenario del Risorgimento Nazionale, stampata nel 1911 per conto dei sindaci italiani nell’Off. Poligrafica Editrice Roma di Eduardo Manna. La struttura “Tanit”, inserita nel progetto Monumenti Aperti 2010 di Carbonia, è un importante riferimento e laboratorio didattico per scolaresche ed universitari. A  saziare i numerosi visitatori del particolarissimo ristorante non è solo l’eccellenza gastronomica, ma il sapiente abbinamento della storia identitaria e di lavoro di un popolo dalla profonda cultura mediterranea.

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