ANDAMENTO DEL TURISMO E STRATEGIE FUTURE PER IL MEDIO CAMPIDANO (INCONTRI ALLA B.I.T. A MILANO)

il gruppo folk "Santa Barbara" di Gadoni all'ultima BIT di Milano

il gruppo folk "Santa Barbara" di Gadoni all'ultima BIT di Milano


di Sergio Portas

A sentire Fabrizio Collu, che di mestiere fa l’assessore al turismo della Provincia del Medio Campidano, l’anno scorso da noi non è andata poi così male, in un anno in cui il turismo italiano ha dovuto registrare numeri negativi un po’ dappertutto, qui si è avuto un aumento di presenze intorno al 6%. E per  incrementare queste percentuali in modo che si traducano in significativi numeri di turisti, decisi a perdersi fra le coste dell’arburese e i percorsi naturistici della Marmilla, il suo dicastero ha messo in atto una strategia di “marketing”, assolutamente indispensabile per potersi diversificare dalle mille e mille iniziative analoghe che, alla BIT 2010, si svolgono con un ritmo tutto meneghino, quindi frenetico per definizione. Perciò quando, in occasione della presentazione della Guida turistica “Speciale Dove Medio Campidano”, hanno specificato che sarebbero stati offerti in degustazione pastine reali di Samassi e pistokkeddus di Serrenti, il tutto innaffiato da vini della cantina di Mogoro e di Sardara, i giornalisti più accorti hanno subito fatto ressa, e con loro numerosi visitatori non bene identificati. E anche l’indomani, dopo che il sindaco (oggi ex) di Sanluri Alessandro Collu, in inappuntabile blazer blu e cravatta in tinta, ha spiegato ai presenti il progetto del “Museo Giudicale Regionale” del suo comune, in cui la fa da padrone il magnifico castello che fu degli Arborea  e la sua incredibile collezione di reperti storici di epoche diverse, la “degustazione di prodotti tipici” ha suscitato un giusto entusiasmo. Penne allo zafferano e carciofi, lenticchie con carne di maiale, ceci con salsa di olio e rosmarino, gueffos e papassinas, sempre i vini della cantina “Il Nuraghe” e dell’azienda “Fenza-Scintu”. La dichiarata strategia è di “vendere” quella che orgogliosamente si autodefinisce “Provincia Verde”, mettendone in risalto caratteristiche e primati che le derivano da una tradizione plurisecolare, attenta alla conservazione dell’ambiente e del paesaggio, facendo dell’ agricoltura e dell’allevamento biologico i punti di forza per un richiamo turistico in linea coi tempi. Per chiunque abbia passeggiato per le spiagge di Scivu e Piscinas, scambiando per ossa di dinosauro i rami degli eucalipti sbiancati dalla salsedine e ributtati sulla riva dal Maestrale, o sia transitato sui pendii della Giara a incrociare cavallini color della pece che si abbeverano ai pauli, non c’è bisogno di spiegare che val la pena di venire in Medio Campidano. Gli altri tocca svegliarli e incentivarli con i mezzucci che vi ho detto. Che in realtà sono un tutt’uno con l’offerta naturalistica che va per la maggiore, che la cultura è fatta anche del formaggio caprino di Guspini piuttosto che dell’olio spremuto a freddo dei frantoi di Gonnosfanadiga. Mi sento di spezzare una lancia in onore di codesto tentativo. Oggi ai turisti più accorti si vendono identità, cultura, oltre che cibo genuino e spiagge incontaminate. Diversamente i prezzi che si possono permettere i nostri concorrenti del Mediterraneo tutto sarebbero imbattibili, e anche il mar Rosso ha spiagge chilometriche e una barriera corallina che nutre una varietà di pesci così sontuosa che pare uscita dalla bacchetta magica di una fata che ha esagerato con la malvasia. Per colore e forma. Da qui l’esigenza di coniugare nuraghi e domus de janas con le chiese campestri delle nostre campagne, alternando retabli policromi alle feste del carciofo e del miele, percorsi museali a vecchie miniere, oasi naturalistiche a notti stellate che non conoscono smog. Per fare da cassa di risonanza a tante bellezze quelli di Seulo e Gadoni hanno pensato di utilizzare il circuito dei Circoli sardi sparsi per l’universo mondo, che sono ben 150, loro hanno la valle del Flumendosa da offrire, hanno fatto un convegno a novembre sui percorsi fatati che il fiume va disegnando con le sue cale e cascate. Poi sono andati in Olanda, che dagli anni ’60 sono 12.000 i sardi che hanno trovato casa e lavoro; il presidente dei circoli olandesi, Mario Agus, conviene con Tonino Mulas, presidente della FASI, che i circoli sono veicolatori principi della sardità mondiale. I settecentomila emigrati sono i migliori ambasciatori di quest’isola magica, che non solo non hanno mai potuto dimenticare, ma che vanno raccontando con toni da favola alle nuove generazioni di figli e nipoti. Facendogliela desiderare come una sorta di araba fenice, capace di lenire ogni male col suo solo esistere. L’assessore della giunta Soru, Romina Congera, ne aveva compreso l’importanza e stava ben operando in tal senso. I fattacci della Maddalena hanno magari impedito alla nuova giunta di proseguire sulla medesima falsariga, ma è talmente evidente che i circoli sardi possono agire come “general marketing” a costo zero e con grande efficacia che sarebbe davvero follia non utilizzarli a tale scopo. Qui alla BIT quelli di Gadoni sono presenti con i loro costumi più sgargianti. Tziu Antoni Deidda, col suo magico organetto, fa girare i ballerini del gruppo folk “Santa Barbara”come fossero tirati da invisibili fili fatti di tela di ragno. Anche il loro paese è terra di miniera , la “Funtana Raminosa” che dà nome al minerale di rame estratto fin dai tempi dei nuragici è una delle più antiche della Sardegna tutta.  Sardegna che risulta essere, in Italia, la meta “più sognata”. E in questi periodi di dismissioni industriali così devastanti per il nostro territorio, con gli operai che si debbono inventare tecniche di visibilità mediatica che sconfinano col masochismo, fino ad occupare le celle che furono dei galeotti speciali, il turismo di qualità sembra davvero l’ultima spiaggia per una terra che, circondata com’è dal mare, tutto ha dovuto sempre pagare di più. In rapporto alle altre regioni italiane. Naturalmente occorre vincere la scommessa di coniugare un’offerta alberghiera la più variegata possibile, dai bed and breakfast , all’albergo diffuso, all’agriturismo, fino a strutture che possano ospitare comitive più numerose. Il tutto a patto di non perdere il bene più prezioso che si ha in offerta, il territorio, il paesaggio incontaminato, le acque limpide del mare. Un’ospitalità non di rapina. I  moderni mezzi informatici molto possono contribuire anche a far nascere imprese di modeste dimensioni in posti che non hanno ancora una visibilità acclarata. Penso ai paesini della Marmilla tutta, che pure possono fare di Barumini e della Giara due volani di attrazione capaci di fare arrivare fino i vacanzieri delle navi Costa che sbarcano a Cagliari nel loro giro crocieristico. Mettendosi in rete non solo mediaticamente, ma operando in modo concreto a che i numeri dei posti letto disponibili non siano sconfortanti e insufficienti sempre. Fabrizio Collu e anche il suo presidente Fulvio Tocco, a mio avviso, hanno ben lavorato (almeno per quello che attiene all’immagine, che non è poco) e stanno adottando un giusta strategia. Tre anni fa, all’assessore, mi era venuto lo sfizio di chiedere come mai il personale degli stand non parlasse in sardo, molto giustamente mi aveva obiettato che quello che voleva lui era che parlassero bene in inglese. Quest’anno, porgendomi i dati sull’andamento turistico del Medio Campidano, mi ha guardato con un sorriso beffardo e mi fa: ”Sono scritti in italiano, non ho avuto  ancora il tempo di tradurli in limba”.

Aggiungi ai preferiti : Permalink.

3 commenti

  1. fabrizio collu

    penso a lei spesso in quanto la ritengo una persona simpatica……..
    il mio sorriso per farle capire che la ricordavo.
    Il 15/04/2010 a Barcellona abbiamo ricevuto un premio per la qualità del nosro materiale….
    da parte dell’università del turismo-master di alta qualificazione……., presenti il sindaco di Barcellona e il vice pres. del Barcellona FC

  2. fabrizio collu

    PS, non faccio l’assessore di mestiere, ho un lavoro e solo momentaneamente ricopro il ruolo (per mandato) di assessore…………………..ne sono ONORATO

  3. fabrizio collu

    ancora faccio presente che pure noi abbiam fatto alcune cose con i circoli dei sardei nel mondo, talvolta con esaltanti risultati……..mna qualche volta i sardi fuori dalla nostra terra ci procurarono dei problemi……..
    ci son Sardi e SARDI………

Rispondi a fabrizio collu Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *