Gemellaggio "storico" fra le città di Iglesias e Pisa con secoli di antichità in comune

di Alessandro Carta (nella foto Titina Maccioni)

 

Iglesias e Pisa sono diventate città gemelle. Lo storico protocollo è stato firmato nel cuore dell’estate, nella sala del Consiglio comunale del Capoluogo minerario sardo alla presenza delle delegazioni amministrative dei due Comuni. Per Iglesias c’era il Sindaco Pierluigi Carta con la Giunta e il Consiglio quasi al completo; dall’altra, per Pisa, c’era la Presidente del Consiglio comunale toscano Titina Maccioni (nativa di Nuoro) e il Capo della minoranza consiliare Maria Paletti vedova del compianto Marco Tangheroni, studioso della mediovalità pisana e di Iglesias in particolare. Per l’occasione nella sala consiliare, piena quanto non mai, c’erano i Gonfaloni dei due Comuni gemellati, i gruppi culturali e medioevali, politici parlamentari, ma soprattutto tanta gente che ha voluto onorare lo storico momento. "Per Iglesias, ha spiegato il Sindaco della città Pierluigi Carta, il gemellaggio con Pisa rappresenta il riappropriarsi di un rapporto iniziato sette secoli fa, ma che oggi, pur con mutate connotazioni, vuole diventare occasione di crescita culturale, sociale e turistica. La nostra medioevalità pisana è testimoniata dall’architettura di mura, chiese, strade, abitazioni, servizi e castello. Un marchio storico d’importanza notevole, peraltro codificato dal "Breve di Villa di Chiesa", unica copia sopravvissuta in originale agli incendi che si sono succeduti nel tempo. Gemellaggio vuol dire mettere insieme il DNA storico, come diceva Marco Tangheroni. E se è vero che quest’atto conclude un percorso di sette secoli, esso ne apre uno nuovo fatto di collaborazione di cultura mediterranea e di fratellanza tra le due città". Dal canto suo la Presidente del Consiglio comunale di Pisa Titina Maccioni, che ha rappresentato il Sindaco della città toscana Marco Filippeschi, oltre a mostrarsi onorata di rappresentare Pisa in questo gemellaggio con una storica città sarda, ha brillantemente illustrato sia il significato della collaborazione tra le due comunità mediterranee che il potenziale futuro sviluppo di relazioni culturali e turistiche che potranno svilupparsi in seguito. "Sarà interessante, ha detto Titina Maccioni, capire e studiare quanto di Pisa sia sopravvissuto in Iglesias e verificare quanto di Iglesias sia presente a Pisa. Certamente, le testimonianze lasciate dai Pisani di sette secoli fa in Villa di Chiesa sono ancora tante e ben visibili. La presenza poi di una copia del "Breve di Villa di Chiesa" testimonia il tipo di rapporto che esisteva tra Pisa e la comunità sarda, divenuta nel tempo la capitale dell’argento". L’Assemblea, presieduta da Gino Cadeddu, ha assistito alla storica firma dei protocolli che sono stati acquisiti agli atti dei due rispettivi Comuni, di Pisa e Iglesias, suggellando la volontà di continuare a vivere una rinnovata politica di collaborazione e di rapporti che gli Iglesienti vivono quasi si sentissero una comunità pisana trapiantata in terra di Sardegna. A completamento dell’atto del gemellaggio, il Comune di Iglesias ha, a distanza di dieci anni della morte, ufficialmente intitolato la via delle "Mura pisane" a Marco Tangheroni, che dedicò a "La città dell’argento" ampie ricerche che dettero origine, con l’allora Sindaco Mauro Pili oggi parlamentare, all’iter del gemellaggio che è giunto in porto nel 2009. "In sette secoli, ha commentato ancora il Sindaco Pierluigi Carta, si è passati dalla dominazione di un popolo su un altro alla celebrazione della fratellanza tra le due comunità. Con questo gesto si porta finalmente a compimento un processo di gemellaggio avviato negli scorsi anni con l’obbiettivo di intensificare la collaborazione tra le due comunità negli ambiti culturali, turistici, sociali ed economici. Iglesias e Pisa condividono importanti pagine di storia e un legame culturale profondo con relazioni antiche ben testimoniate dal "Breve di Villa di Chiesa" di cui l’Archivio storico di Iglesias conserva ancora una copia originale. La scelta del Sindaco di Pisa Marco Filippeschi di far guidare la delegazione da una sarda che ha diviso la sua vita tra la Sardegna e la Toscana, ha aggiunto il Sindaco Carta, è stato un atto di grande sensibilità dell’Amministrazione comunale pisana verso Iglesias e la Sardegna, oltre che la prova di una perfetta integrazione delle due comunità visto che la prof.ssa Titina Maccioni oggi ricopre la seconda carica istituzionale del comune di Pisa". Commossa e soddisfatta anche Titina Maccioni: "Ho l’onore di rappresentare sia la mia terra d’origine che questa che mi ospita e nella quale svolgo il mio impegno istituzionale. Sono felice di concludere un percorso che ho intrapreso in tutti questi anni insieme alla comunità sarda locale rappresentata in particolar modo dall’associazione Grazia Deledda: stringere ancor di più i legami tra Pisa e la Sardegna di cui la città di Iglesias che rappresenta un’icona di particolare rilievo. Un patto di fratellanza che trova un altro segno importante nell’intitolazione delle fortificazioni pisane al pisano Marco Tangheroni che tanto ha amato questa Città". La firma solenne dell’atto di gemellaggio ha coinciso con il decennale della cittadinanza onoraria conferita dal Consiglio Comunale di Iglesias allo storico pisano Marco Tangheroni, illustre docente universitario, autore de "La città dell’argento", al quale è stato intitolato il tratto più significativo delle fortificazioni medioevali. Le fortificazioni medioevali sono state restituite alla Città dopo una sapiente opera di restauro che ne valorizza l’architettura e il fascino. Il percorso lungo la cinta muraria si caratterizza per bellezza e suggestione e rappresenta una nuova attrattiva per Iglesias. Per l’occasione, accompagnati dalle note al piano del Maestro Marcello Melis, è stata presentata la monografia sulle fortificazioni medioevali, terzo quaderno della serie "Memoria, identità e futuro", edita dal Comune di Iglesias. I testi del volume sono di Efisio Fanni e di Miriam Cappa, i testi in inglese di Gianni Persico, le fotografie di Angelo Cucca e le illustrazioni di Alberto Rabacchi.

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