Meglio puntare su un centro congressi o un acquario: Cagliari, serve un altro museo?

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Tipico di una certa Italia è il tentativo di scavalcare con i salti mortali le situazioni di crisi generale, economica, culturale o civile. Cagliari, come tutta la Sardegna, vive un momento difficile. I musei possono servire a superarlo, non c’è dubbio! Anche quando sono come quello progettato già dal 2006, per la Regione Sardegna da un architetto come Zaha Hadid, un nome che da solo vale, nel glamour system, quanto Prada o Gucci? I dubbi sono fortissimi. Il Museo Mediterraneo di Arte Nuragica e Contemporanea ideato dalla Hadid, curvilineo come una bomboniera (non è il massimo, per un museo), a Betile è di certo suggestivo. Ma è un contenitore che va riempito di contenuti adeguati. Li avrà da un museo che pretende di mettere insieme arte nuragica e arte contemporanea? Cagliari ha già un sistema museale, che comprende sia il nuragico (Museo Archeologico Nazionale), sia l’arte contemporanea (Galleria Comunale). Quali saranno le dotazioni del nuovo, avveniristico museo? Fossero tutte da fare, sarebbe puro gioco d’azzardo. Meglio altre destinazioni: un centro congressi, un acquario. A meno che, come al Guggenheim di Bilbao, non si punti sull’effetto luna park dell’opera. La zona dove dovrebbe sorgere il nuovo museo, sul lungomare di Sant’Elia, è bellissima, ma assai degradata, urbanisticamente tutta da reinventare. Ci vorrà un lavoro immenso, per non fare del nuovo spazio espositivo il consueto corpo estraneo. Una cosa è certa: il museo del "non si sa bene cosa", perché tale oggi è, in mancanza di un solido progetto culturale, non è una priorità di interesse nazionale. E’ un lusso locale, in una Sardegna dove tante "cattedrali nel deserto" lasciano vuoti drammatici. Rischiare di crearne un’altra è un problema di coscienza civile.

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