Straordinario successo per Flavio Soriga al circolo "Su Nuraghe" di Biella

di Gianni Cilocco

 

L’incontro tra uno scrittore ed i lettori amanti delle opere da quest’ultimo prodotte è, da sempre, una di quelle esperienze appartenenti all’ambito dei più intimi desideri umani ed intellettuali. Infatti, come evincibile da un celebre pensiero tratto dal romanzo "Il giovane Holden" di J. D. Salinger, gli appassionati di libri, al termine di un’intensa quanto coinvolgente lettura, serbano in cuore la speranza di poter incontrare e diventare amici dell’autore dello scritto che tanto li ha intellettualmente incuriositi e fatto innamorare, al fine di potergli rivolgere tutte le domande che nel corso della lettura sono venute via via a nascere. Un incontro di questo tipo, quindi, cela in sé, la recondita possibilità, per tutti i soggetti partecipi, di un reciproco arricchimento intellettuale e personale dai risvolti, talora, piacevolmente inattesi sotto tutti i punti di vista. Questo fatto è sicuramente avvenuto presso i locali del Circolo Culturale Sardo "Su Nuraghe" di Biella, ove ha avuto luogo l’incontro tra lo scrittore Flavio Soriga ed i suoi lettori, in occasione del tour di presentazione, da parte dello stesso autore, dell’opera di nuova pubblicazione "L’amore a Londra e in altri luoghi", edito dalla casa editrice Bompiani, evento contestualizzato nell’ambito dell’iniziativa culturale patrocinata dal Comune di Biella dal titolo "I libri illuminano". In questa occasione il pubblico presente ha avuto modo, seppur in breve tempo, di conoscere dal vivo una persona veramente piacevole e speciale, lontana da stereotipi e conformismi tali da separare in fronti opposti l’autore e l’uditorio, dotata di un carisma umano capace di coinvolgersi nella convivialità con le persone presenti di ogni età anche al termine dell’incontro. Grazie a Flavio ed alla sua personale spiccata semplicità, notevole socievolezza e divertente senso dell’umorismo e dell’autoironia si è instaurato un clima di accoglienza, connotato da un forte senso di calore umano ed ospitalità, similmente a quanto avviene per il lettore nell’approccio ai suoi libri, sulla base del caratteristico stile del linguaggio diretto e musicale. L’atmosfera complessiva dell’incontro, quindi, è stata nel suo complesso semplice quanto originale, connotata da informale colloquialità, all’interno della quale le domande e gli interventi posti sono diventati l’occasione per la scoperta dal vivo della personale "verve" umana ed artistica dell’autore ospite. Dopo le presentazioni di rito Flavio ha letto e, contestualmente, recitato uno scritto dal titolo "Putzidda", simpatico canto, dedicato a numerosi paesi della Sardegna, scritto dall’amico Simone Cireddu, autore, tra l’altro, dell’immagine "Nuraghe Fuxia", pubblicata sulla copertina del romanzo "Sardinia Blues". Partendo da questo spunto di pura originalità, il dialogo della serata si è incanalato lungo diversi filoni, difficili da sintetizzare in poche parole, che hanno toccato vari temi e riguardato le esperienze personali dello scrittore, nonché il suo background di formazione umana ed intellettuale, aspetti che trasudano con particolare evidenza dalle opere recenti dello stesso. Egli ha spiegato come abbia voluto parlare di sé e della propria generazione, evidenziando un netto rifiuto per un’ottusa omologazione in un’idea di "sardità" nutrita di luoghi comuni ed improprie mitizzazioni. Segnalando sempre e comunque come, nelle sue opere, racconti della sua Sardegna e delle proprie radici, per come l’ha vissuta in prima persona e per come l’ha portata e la serba tuttora nel cuore nelle sue esperienze al di fuori dell’isola ed, in specie, all’estero, a Londra, lo scrittore ha sottolineato come i sardi siano e debbano essere consapevoli di essere cittadini del mondo e, pur con tutte le proprie particolarità, abbiano punti di condivisione con differenti popoli ed etnie. Da tale assunto ha affrontato il tema della memoria ed, in particolare, la questione della talassemia, malattia comune a molte delle popolazioni che si affacciano sul bacino del Mare Mediterraneo e non solo, ed a come, nei confronti di questo problema e dei soggetti coinvolti, sia tutt’oggi presente un diffuso atteggiamento connotato da ignoranti pregiudizi ed inopportuni sensi di pietismo da parte di molti, compresi eminenti organi di informazione. Sebbene tutto ciò abbia segnato la crescita umana di Flavio, come evincibile nitidamente dai suoi scritti ricchi di ricordi e di ampi spunti autobiografici, tuttavia lo scrittore ha sottolineato come questa circostanza gli abbia anche dato l’opportunità di intraprendere il suo percorso artistico-letterario, pur nella consapevolezza che, contro i citati atteggiamenti ignoranti ed inopportuni, "i libri non servono a nulla" rispetto alle esperienze vissute in prima persona ed alle ferite del passato come insegnamento per il presente, sotto tutti i punti di vista. Inoltre egli ha rimarcato come, nella sua vicenda esistenziale, abbia potuto maggiormente apprezzare aspetti e valori importanti, il rapporto con i propri genitori, ed in particolare con la figura del padre, uomo dignitoso e discreto nell’affrontare la malattia del figlio in un tempo in cui le certezze di sopravvivenza alla stessa non erano affatto paragonabili alla situazione attuale, il quale, durante l’infanzia di Flavio, andava a giocare a pallone con il figlio e gli altri compaesani per controllarlo e proteggerlo senza, tuttavia, ostentare o far percepire in alcun modo una propria presenza ansiosa ed invadente. La discussione è passata da ultimo sul tema delle forme dell’amore nel mondo contemporaneo, tema principe e filo conduttore dell’ultima opera dello scrittore di Uta, la raccolta di racconti  "L’amore a Londra e in altri luoghi", secondo una chiave di lettura ancora una volta avulsa da pregiudizi e conformismi pretestuosi. In chiusura di serata Flavio Soriga ha letto un proprio scritto, dal titolo "Solidarietà a Brus Willis", apparso sul giornale La Nuova Sardegna nel corso dell’estate 2007, nel quale lo stesso autore, dando ancora una volta mostra del proprio stile artistico disincantato e sottilmente ironico, parla della Sardegna e mette in ridicolo i cliché sulla stessa da parte di chi sardo non è.

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