IL SENTIERO DEL LIBRO: I SOGNI (DI CARTA) INFRANTI DI MANUELA AIELLO, UNA LIBRAIA INDIPENDENTE

Manuela Aiello

Manuela Aiello, nel 2008, inaugura, a Quartu Sant’Elena, la sua libreria: “Sogni di carta”.  Il nome scelto è carico di promesse ed esprime la passione che contraddistingue lei e i suoi due soci.
Ricostruiamo insieme a Manuela le difficoltà che derivano dal complicato percorso del libro: dalla “casa” dell’editore alle mani del lettore.

Manuela, come nascono i tuoi “Sogni di carta”? La libreria nasce grazie alla vincita di un bando regionale, atto a sovvenzionare 160 startup in tutta la Sardegna. Ci riteniamo soddisfatti dell’esito avuto perché vinciamo la selezione, classificandoci tra i primi dieci. L’idea viene giudicata vincente perché contestualizzata in una realtà cittadina, quella di Quartu Sant’Elena, che conta diversi circoli didattici. L’idea imprenditoriale, oltre a essere una vera e propria vendita di libri, viene arricchita da un introito importante, dato da tante attività studiate come laboratori scolastici e attività pomeridiane presso i nostri locali, attività ludico didattiche pensate e realizzate con il supporto di professionisti del settore: insegnanti e ludotecari.

Tu eri una libraia indipendente, cosa significa? Essere librai indipendenti significa, prima di tutto, potersi permettere di scegliere, assumendosi totalmente i rischi che le eventuali scelte errate possono creare. La libreria di catena, invece, ha una marea di vincoli stabiliti dall’editore: dal catalogo, alle vetrine, agli arredi stessi. Il primo passo che deve fare un libraio indipendente è quello di procacciarsi le forniture, e questa, per alcuni marchi, non è una cosa semplice. Le due figure che premettono alla libreria di portare il prodotto a scaffale sono il distributore e il grossista.

Che differenza c’è tra grossista e distributore? Le principali differenze tra i due canali stanno nelle percentuali di vendita e sul tipo di vendita, che può essere in conto assoluto e in conto deposito. Il conto assoluto avviene attraverso una scelta di libri con una percentuale di sconto più alta, ma che genera immediatamente una fattura. Il conto deposito avviene sempre attraverso una scelta di titoli, che terrai in casa per tre, sei mesi. Allo scadere del periodo, il conto deposito viene richiamato e viene effettivamente fatturato il venduto. Particolare da non sottovalutare, in entrambi i canali, è che il libro, finché rimane a catalogo, ha sempre il diritto di resa.

Cosa significa fare il libraio oggi? Quale pensi che sia il prossimo passo per le librerie indipendenti adesso?  Secondo me le librerie indipendenti “pure” continueranno a chiudere. Il guadagno, dato dalla vendita del solo libro, non permette di tenere su le serrande. Oggi non puoi essere solo un libraio, devi necessariamente integrare con oggettistica e gadget. Comunque devi avere altro, in libreria, altrimenti non vai avanti. A volte, creare degli eventi alternativi, quali aperitivi o cene con autori, è controproducente a livello economico. Oggi va molto associare il libro con l’aperitivo, ma non è più una libreria. Anche quella è una spesa e non sai mai come risponde il pubblico. La somministrazione di alimenti e bevande, inoltre, deve essere autorizzata, e ci sono dei costi.

È stato difficile gestire la perdita economica o meglio la perdita dei tuoi “Sogni di carta”? Sì. Io sono ancora in lutto. È stata una perdita, non tanto a livello materiale, perché poi, alla fine, i debiti si pagano, ma sicuramente l’aspetto emotivo ha influito tantissimo. Era, ed è, la mia passione. Non è stata un’esperienza en passant. Sappiamo di aver fatto tutto quello che potevamo fare. L’abbiamo fatto con coscienza. È vero, mi son fatta male, ma non ho rimpianti. Sono orgogliosa di essere stata una libraia indipendente.

Manuela ha dovuto chiudere la sua libreria dopo sette anni di attività. Chiamarla libreria è riduttivo, perché era un vero e proprio sogno diventato realtà, anche se per breve tempo. Era un sogno di libertà. Il percorso compiuto da un libro è, oggi, estremamente complicato e dispendioso, ma grazie a persone, come Manuela, che hanno il coraggio di inseguire i propri sogni, chi ama leggere può ancora entrare in libreria e vivere il suo personale “sogno di carta”.

Aggiungi ai preferiti : Permalink.

3 commenti

  1. Manuela Aiello

    Grazie sempre un onore

  2. mariazzurra Lai

    Bravissima Dani 🤍
    Il primo di una lunga serie

  3. Barbara Dell'Orfano

    Bravissima Dany, una bella soddisfazione

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *