SARDI IN ROMAGNA: UN TERRITORIO IN GINOCCHIO NEI GIORNI DELL’APOCALISSE CAUSATA DALLE PIOGGE

Paola, Antioco e Sebastiano

di PIETRINA OGGIANU

Sono tante le immagini che in questi giorni riempiono i giornali dell’inferno che sta vivendo l’Emilia Romagna. Tante le famiglie che hanno dovuto lasciare la loro casa, e tante che invece una casa non ce l’anno più. Giorni di terrore che accompagnano racconti che mai si vorrebbero ascoltare, e ancora una volta la natura senza avvisare ci insegna quanto piccolo sia l’essere umano davanti alla potenza degli eventi. C’è chi pubblica sui social foto che raccontano la solidarietà dei tanti volontari accorsi da tutta Italia, chi la foto di due ragazzi che si baciano mentre spalano il fango. Quasi volessero ricordarci che l’amore vince su tutto.

E poi c’è chi piange chi non c’è più a causa di un’alluvione che ha messo in ginocchio il paese.

Certo è, che ci si ritrova sempre impreparati davanti a simili tragedie, e quando pensavamo di esserci rialzati da un interminabile lockdown, ritorna la sensazione di ricominciare da capo, di rivivere il terrore, l’angoscia di non saper cosa fare, quella paura di essere rimasti nuovamente soli a vivere l’inferno.

E mentre non si contano i danni di chi con tanti sacrifici ha visto distrutta la propria attività, la propria auto, ci sono voci che rimangono in silenzio, perché nonostante il caos le loro urla di dolore non fanno rumore.

Sono le voci delle tante famiglie che si sono ritrovate ancora una volta a dover vivere il terrore chiusi in casa con una persona disabile, magari allettata a causa della Sla, o in carrozzina con la paura di non riuscire a uscire di casa in tempo se l’acqua arriva anche da loro. Sono davvero tanti i genitori come Sebastiano Oggianu e Paola Belli che ancora una volta sono rimasti soli a dover vivere l’incubo di un figlio autistico grave, con tutti i disagi che ne comporta la chiusura dei centri che offre loro quel piccolo aiuto, anche se di poche ore, di poter riprendere fiato dalla sofferenza che causa lo spettro dell’autismo. In questi giorni di emergenza, dove necessariamente tutte le strutture come scuole, centri educativi e di sostegno per disabili, non ci sono, tutto diventa più difficoltoso dice Sebastiano Oggianu “È veramente complicato stare appresso ad Antioco mio figlio autistico di 17 anni, devi sempre avere mille occhi, lo devi inseguire ogni volta che si sposta per paura che si faccia del male, e in questi giorni che non esce, diventa più nervoso e ingestibile”.  Abbiamo chiesto a Paola e Sebastiano, quale sia la difficoltà più grande nell’essere genitori di un ragazzo autistico, ci hanno risposto così “Non c’è una difficoltà maggiore o minore, tutto diventa una difficoltà costante 24 ore su 24, Antioco non sta mai fermo, prende tutto ciò che gli passa sotto mano, bisogna chiudere cassetti, mobili, qualsiasi cosa per lui diventa un pericolo, per questo quando chiudono le strutture per noi è come vivere l’inferno senza tregua”.

Mi commuovo nell’ascoltare le parole di questi genitori coraggio che ci ricordano che a volte non servono medaglie per essere eroi, continuano Sebastiano e Paola “Basta vivere le difficoltà con dignità e coraggio, le medaglie le lasciamo a chi vuole glorificare se stesso, noi vorremmo solo che la gente capisse che ci sono tragedie che nessuno conosce, e che ci vorrebbero più aiuti per chi vive con persone disabili, per il resto speriamo di ritornare a vedere il sole al più presto”.

E a noi non resta che fare i complimenti a tutte queste famiglie che con forza e coraggio, affrontano una malattia o accudiscono una persona disabile, col migliore augurio che anche questa prova ci unisca nell’amore e renda più forti.

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Un commento

  1. Sebastiano Oggianu

    Grazie

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