MURAVERA ‘CANTA’ MARIA CARTA: I LUOGHI DI SARDEGNA CHE RENDONO OMAGGIO A “SA OGHE”

Maria Carta

di STEFANIA ANGIUS

Muravera, principale centro del Sarrabus, che sorge nel lembo a sud est della Sardegna, possiede, ora, un suo piccolo fiore all’occhiello, la piccola piazza, nel centro del paese, dedicata ad una donna simbolo della nostra terra, Maria Carta.

La piazza, arricchita dalla scultura dell’arancia, simbolo di Muravera, creata dallo scultore Giuseppe Carta, è stata inaugurata sabato 22 aprile 2023, alla presenza dell’amministrazione comunale e di altri ospiti illustri, tra i quali l’imprenditrice Rosi Sgaravati, nominata, il 30 maggio 2022, Cavaliere del lavoro dal Presidente Mattarella.

Una breve ma sentita cerimonia che ha onorato la figura di Maria Carta, grande cantante, studiosa e ricercatrice che rappresenta la storia della nostra isola grazie alla sua voce magnetica che richiama alla memoria un passato antico di suoni che sprofondano nel cuore della cultura più antica di questa terra.

Attraverso la cultura ha riscattato una vita di fatica e povertà diventando per molte donne simbolo di tenacia, coraggio e rivalsa racchiudendo la sua ricerca in questa sua bellissima riflessione:

Quando un canto ti allontana dalle paure, allora è un fatto liberatorio e magico. Io sono andata a riscoprire questo.

Vive la sua infanzia a Siligo, in provincia di Sassari, dove nasce il 24 giugno del 1934 da due genitori contadini che combattono ogni giorno con la miseria. Rimasta orfana all’età di 8 anni viene cresciuta assieme ai suoi 3 fratelli dalla zia materna, subito dopo andrà a lavorare per dare un aiuto in casa.

Si confronta con il duro lavoro, ma allo stesso tempo resta incantata dalla magia di quel mondo immerso nella natura selvaggia, che sarà fonte di ispirazione per il suo poema in versi Canto rituale del 1976, dove, oltre alla sua infanzia nei campi, vissuta in povertà, racconterà anche i miracoli che quotidianamente si presentano davanti ai suoi occhi.

Inizia poi a prestare la sua voce nella chiesa del suo paese e successivamente il nonno inizia ad accompagnarla per cantare nei paesi vicini in occasione delle feste.

Si dimostra presto una donna emancipata, con una certa identità, prendendo anche la patente di guida.

La sua voglia di cambiamento la porterà a lasciare la Sardegna per raggiungere Roma. L’impatto è abbastanza difficile e inizia a svolgere diversi lavori.

Conosce lo sceneggiatore Salvatore Laurani che presto diventerà suo marito, riconoscendo le sue doti canore.

Dopo le prime esibizioni si rende conto di non avere le giuste competenze e decide di migliorarsi frequentando il Centro studi di Musica Popolare dell’Accademia di Santa Cecilia, diretta da Guido Scarpitella. Inizia a esplorare la sua terra alla ricerca dei canti antichi, preservandoli dall’indifferenza e dando loro la sua voce.

Grazie all’incontro con Ennio Morricone, nel 1971 esce il suo primo album Paradiso in re, che comprende il bellissimo brano Deus ti salvet Maria. Il suo nome e la sua voce si inseriscono nel nuovo movimento del folk italiano e quando il suo nome comincia a circolare, vorrebbe tornare in Sardegna per cantare, ma deve scontrarsi con la chiusura mentale perché allora il canto era appannaggio esclusivo degli uomini e una donna sul palcoscenico non era accettata e anche quando porterà la Sardegna in giro per il mondo, verrà accusata di aver diffuso il canto sardo per renderlo più commerciale, senza capire che lo stava nobilitando ed elevandolo a Patrimonio Nazionale. Non si è mai arresa dinnanzi a coloro che dicevano che in Sardegna le donne non cantano e ha continuato ad affermare la validità del suo lavoro dichiarando che In Sardegna il canto è nato femminile. Insieme alla poesia è nato, ai tempi del matriarcato.

Dopo essere rientrata a Roma, trova la sua dimensione esibendosi nei piccoli teatri ma lei grazie alla sua voce maestosa desidera i grandi palcoscenici.

Nel 1972 torna in Sardegna con il timore di deludere il suo popolo e di non rispettare mai completamente quella storia antica di cui è portavoce.

Si fa conoscere a livello internazionale, ma vuole che più pubblico possibile la apprezzi. Per questo decide di partecipare alla trasmissione televisiva Canzonissima, presentata da Raffaella Carrà, dove si classifica seconda nella sezione folk, diventando un simbolo perché Nata nella povertà, in una

 terra desolata, orfana sin da piccola e cresciuta nella miseria, ha trovato il riscatto nel suo coraggio, nella sua straordinaria bellezza, nel talento della sua voce e nella forza della cultura popolare che incarna.

Nel 1991 riceve un altro importante riconoscimento. Maria Carta aveva studiato sino alla 5 elementare, ma quell’anno riceve l’incarico di docente di Antropologia culturale all’Università di Bologna, per il valore delle esperienze di studio e ricerca sulla canzone popolare, da lei portati avanti per l’intera esistenza.

La sua vita, costellata da tante collaborazioni con artisti illustri, vanta di una ricca discografia di canti tradizionali e non.

Girerà diversi film con registi importanti, come Franco Zeffirelli, dove interpreterà il ruolo di Marta nel film Gesù di Nazareth.

Nel 1976 viene eletta come consigliere nel comune di Roma e per un po’ deve abbandonare la carriera artistica e più tardi affermerà: Quando uno è un artista è meglio che rimanga artista. Nel corso della sua carriera artistica è fermamente convinta di voler rappresentare il canto tradizionale sardo e la casa discografica Polygram sostiene la sua ricerca pubblicando un album dove da voce ai poeti sardi del Settecento e dell’Ottocento.

Tra i brani presenti la sua voce vibra dolcemente con No potho reposare, l’inno d’amore sardo più famoso al mondo che sembra non conoscere tempo e spazio. Un’esperienza che le dà conferma che quella è la strada da percorrere e decide di lasciare il marito che aveva sempre ostacolato la sua vera identità artistica. Trova un nuovo amore, un giovane architetto, che la renderà madre.

Diventa molto popolare in Francia, tenendo concerti nei più importanti scenari parigini, coinvolgendo diversi artisti, tra i quali il Sanvitese Maestro di Launeddas Luigi Lai, con l’intento di far conoscere anche l’arte di altri musicisti.

A metà degli anni Ottanta la sua voce svanisce divorata da un cancro. Per alcuni anni resiste vincendo la malattia e continua a fare concerti di una rara intensità, accompagnati da toccanti riflessioni sul dolore.

La sua vita si spegne nella notte del 22 settembre 1994, all’età di 60 anni.

La sua voce si è fatta interprete nel mondo della cultura del suo paese, nonostante le difficoltà ad essere riconosciuta in terra in terra natìa. Ha permesso la salvaguardia di un patrimonio che diversamente sarebbe andato perduto, elevandolo ad una tale dignità artistica, non solo popolare, rendendolo terreno di studio, espressione di una memoria sempre viva da trasferire alle nuove generazioni.

Vorrei concludere questo viaggio all’interno di questa donna che ha incarnato la nostra tradizione con un’altra sua riflessione: I nostri suoni che sono la nostra memoria e la memoria dei nostri padri, devono continuare perché sono le basi, i fondamenti che noi diamo ai nostri figli.

Fonti

Maria Carta di Emanuele Garau

Enciclopedia delle donne.it

Tottus in Pari

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14 commenti

  1. Stefania Angius

    Grazie TOTTUS IN PARI… 🙏🏻
    Per me è un onore parlare di questa donna meravigliosa.
    E sono orgogliosa perché il mio paese, Muravera, l’ha onorata dedicandole una piazza🙏🏻

  2. Gabriele Congiu

    complimenti Stefania per l’articolo che hai scritto

  3. Pier Bruno Cosso

    Bellissimo articolo, illuminante

  4. Romina Zinzula

    Complimenti Stefy

  5. Elisabetta Usai

    Bellissimo articolo, complimenti SteFania Angius ❤👏

  6. Sei fantastica Stefania. Le Persone come te sono una fortuna per la nostra Cultura. Congratulazioni cara ❤ ti abbraccio

  7. Che bellooo mi piace molto lei.

  8. Antonella Dessì

    Complimenti

  9. So quanto per te è importante la nostra cultura in tutti i suoi ambiti , il canto ne è parte ,ma anche parte di te .Nel tuo viaggio con Maria Carta , sei riuscita a darle onore in modo sublime , l’ hai compresa e presentata in maniera completa , con l’ anima e il cuore . Sono felice della piazzetta, ma io sotto il nome e la parola artista avrei visto bene due parole sue virgolettate come hai messo tu nel tuo articolo, complimenti ❤️

  10. Brava Ste, complimenti 🎩

  11. Valeria Atzeni

    Complimenti mia cara

  12. Una lettura interessante e piacevole, Maria Carta storia viva in ogni riga. Complimenti e congratulazioni infinite.

  13. Roberta Mattana

    Bellissimo articolo, complimenti Stefania

  14. Gabriella Orrù

    Complimenti Stefy, molto bello anche questo articolo.👏👏

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