“CAMMINO IN TERRA SARDA”: ICHNUSA, BELLEZZA E CULTURA PER I PROPRI FIGLI NELLA POESIA DI ELISA FONNESU

Elisa Fonnesu

di NERIA DE GIOVANNI

Elisa Fonnesu, nata e cresciuta in Sardegna, vive a Villacidro dove insegna nella scuola primaria. Ha incominciato scrivendo filastrocche e raccontini per i suoi alunni. Non si considera una poetessa e scrive per diletto. Ama scrivere poesie che nascono spontanee in seguito a esperienze emotive ed è solo da qualche anno che ha deciso di rendere pubblici i suoi scritti. Nelle sue poesie la natura è uno degli elementi più importante di ispirazione. Ha pubblicato alcune raccolte di poesie: “Di mare di terra e pensieri di cielo” Aletti Editore 2017; “A colpi di cuore mi attraversa il mare” Cuec Ed. 2018; “Dipinto d’arcobaleno vorrei un mondo più sereno” EpiGraphia – Raccolta di filastrocche per bambini e adulti 2019; “E sarà luce ritrovare il passo perso” Kubera Ed. 2021.

Ha ricevuto diverse segnalazioni e menzioni speciali in seguito alla partecipazione ad alcuni concorsi. Menzione speciale al premio internazionale Poesia dell’anno 2017 QUARTU con la poesia “Memoria”. Segnalazione al premio internazionale di poesia MICHELANGELO BUONAROTTI” 4 edizione con il libro “A colpi di cuore mi attraversa il mare” 2020. Finalista al concorso “GIORNATA MONDIALE DELLA POESIA” con la poesia “Sarai madre”. Menzione d’onore al X Concorso Nazionale “Poesie d’amore” 2019 Associazione italiana “Penne d’autore” per la poesia “A mia figlia”. Premio speciale Faretra al 3° Premio Internazionale Maria Cumani Quasimodo 2019. Segnalazione per inediti di poesie, al concorso letterario “Premio Internazionale Mario Luzi” XV edizione 2020, sez. “Poesia nascente”, con relativa proposta editoriale.

“Cammino in terra sarda”di Elisa Fonnesu ci dice che la misura simbolica e connotativa della poesia riesce ad esprimere meglio esperienze anche visive e sensoriali.

Questa silloge divisa sapientemente in tre parti, è un viaggio nell’isola di Sardegna che il lettore compie insieme alla scrittrice: il lemma “cammino” non a caso è ambivalente: è verbo coniugato alla prima persona singolare precedendo l’invito all’attraversamento indicato dalla preposizione “in” ma è anche sinonimo di strada, sentiero, cammino appunto, come tanti ce ne sono nominati in Sardegna. Una delle primissime liriche intitolata proprio “Cammino” è un vero decalogo di poetica: la natura è rigogliosa in colori e profumi, e il termine “cammino” si arricchisce di una seconda persona singolare, testimoniando l’interesse per il lettore sempre presente nei versi della Fonnesu.

Cammino

Il cammino nella mia mia Terra

è una preghiera di grazia

dove il fiore delicato del cisto

si offre al sole e al vento

nel pendio della montagna/

Questa prima parte del libro è un tripudio cromatico accompagnato dai nomi dei fiori: ginestre, soprattutto ma anche asfodeli, rosmarino, mirto, esprimendo il valore simbolico, oltreché ovviamente tattile e visivo, che la natura della Sardegna raggiunge in tutte le stagioni, in particolare in primavera, la stagione dei fiori.

Da “Asfodelo”:

(…) Chi non sa cos’è l’asfodelo

non conosce il fico d’india

la lavanda e il rosmarino

non sa il profumo del mirto e dell’elicriso/

A questa prima parte della silloge la poeta affida quindi una visibilità cromatica di indubbia efficacia collegandosi alla terra, intesa quasi sempre come natura terragna e campestre. Ma anche la montagna e il bosco hanno la loro importanza nel variegato mondo naturalistico ed ambientale della Sardegna, come ricorda particolarmente la poesia intitolata “Sentieri di montagna” o “Bosco”:

“Scorgi un pezzetto di cielo

e vai oltre

dove il falco ha il suo nido

dove la cornacchia sosta tra un volo e l’altro

dove il sole pian piano se ne va

lanciando il suo ultimo raggio

luminoso./

Pianure ricche di vegetazione, montagne boscose ma anche stagni, rilucenti al tramonto grazie alla “gente rossa” così come in Sardegna vengono chiamati i fenicotteri: l’isola amata, cantata da Elisa Fonnesu si presenta in tutta la sua multiforme varietà e i fenicotteri esprimono anch’essi una simbologia identitaria più

volte manifestata. Ma la Sardegna di Elisa Fonnesu non è un eden fuori del tempo e astratto, poiché la sensibilità della scrittrice, vi canta in chiusura, la piaga sociale degli incendi. Liriche come “Fiamma”, “Rogo”, “Le parole son cenere”, “Terra orfana” e “Mal di Sardegna”, raccontano di una terra arsa purtroppo non soltanto per le alte temperature estive ma spesso per le fiamme che ne inceneriscono i campi portando distruzione e morte tra persone ed animali. Rivediamo le terribili immagini delle pecore, mucche, arse negli incendi spesso voluti dalle mani assassine dei piromani. Poesia sociale dunque dove c’è anche spazio per la speranza di una rinata solidarietà tra pastori e agricoltori, nella più antica tradizione sarda e per la piaga dell’emigrazione, cui tanti sardi sono stati costretti alla ricerca di un lavoro.

La seconda e la terza parte del libro sono concentrate proprio sulle bellezze e la cultura di diverse località sarde, molte delle quali ricoprono una posizione forte della lirica in quanto ne sono il titolo. La seconda parte “Mari e terre di Sardegna” sono località marine: Piscinas, Arborea, Penisola del Sinis, Pan di zucchero, Bosa, Alghero. Una curiosità: la sezione marina è chiusa da una poesia dedicata a Monte Corrasi, con il fascino indiscutibile e preistorico degli sprofondi di Tiscali.

Ancora luoghi di questa bella Sardegna, vissuta e non oleografica, attraverso la terza parte intitolata proprio “Luoghi di casa mia”, attorno alla nativa Villacidro, con la cascata della Spendula, il rio Leni, il Lavatoio.

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10 commenti

  1. Maria Giuliana Campanelli

    Complimenti Elisa

  2. Mariangela Monni

    Bellissimo libro 👏👏👏bravissima complimenti

  3. Giuseppina Carta

    Complimenti Elisa

  4. Elisa Fonnesu

    Grazie !

  5. Bravissima come sempre ciao Elisa buona giornata

  6. Complimenti 👏

  7. Maria Giulia Sedda

    Complimenti!

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